Continuo a singhiozzare sentendo di nuovo quelle parole nella testa.
«Ho sentito anche io» la voce della persona dietro di me si fa viva. Non credevo fosse lui.
Smetto di singhiozzare immediatamente per lasciare che le parole abbiano un po' di fiato per uscire.«Yarden» mi giro e mi metto seduta.
«Cosa ci fai qui?» mi asciugo una lacrima.«La scusa del bagno non era credibile» sorride. Il suo sorriso infonde quel senso di sicurezza di cui avevo bisogno.
Mi porge la mano. Accolgo con piacere la proposta e ci alziamo insieme.
«Che cosa hai sentito esattamente?» chiedo con un filo di voce.«Quel che hanno detto dopo che sei scappata. Ho sentito poco perché dopo ti ho inseguito. Mi sembra abbastanza evidente che ci nascondono qualcosa, anche se non ci ho capito molto»
«Già»
«Tu invece? Che cosa hai sentito?» mi chiede. Iniziamo a camminare. La maniglia era della porta della palestra. Ci avevo pensato inizialmente che lo fosse dalle linee bianche disegnate a terra. Ma era tutto offuscato è confuso dalle lacrime e i singhiozzi.
«Troppo, ho sentito troppo.» scandisco abbassando lo sguardo.
Ed è vero, che cosa mi, o meglio ci, nascondono?Pensavo si conoscessero il minimo indispensabile, avendo la conoscenza di Yarden in comune. Ma non è così. L'ho sentito dalle loro voci. Considerando anche il fatto che Yarden non sa niente di questa storia, è più che evidente che nascondono qualcosa.
Mi ricordo le urla di mia sorella e il tono calmo di mia madre quel giorno. Quel giorno mia sorella e mia madre continuavano a discutere. La loro discussione era fondata su di me, le parole "mia sorella" e "mia figlia", che erano state dette e non lasciavano spazio a equivoci.
Ricordare, il verbo nominato quel giorno, quello che mi ha colpito. Altra parola memorabile di quel giorno: soffrire. Ripetuta più di una volta da Ashlee ha fatto ancora più male. Possibile che mia sorella minore sappia di me più di me medesima?Fa male sapere ma non farlo. Sì, insomma, le parole della mia famiglia e della mia migliore amica mi hanno spezzato ma allo stesso tempo non ci ho capito niente. Vorrei poter dire che so che cosa hanno in comune tutte le persone che fanno parte della mia vita, ma mentirei. Non so cosa accomuna Chloe e Holden, non so cosa accomuna Michelle con l'odio che provo incondizionatamente, non so che cosa mi nascondano mia madre e mia sorella. Non so niente di niente. Solo piccoli pezzi che non hanno un senso logico tra di loro. Per non parlare del fatto che ci si mettano anche i sogni. Quelli non fanno altro che aggiungere piccoli pezzetti illogici alla questione.
«Capisco, ne riparliamo dopo» aggiunge Yarden. Mi sono anche scordata di cosa stavamo parlando, avvolta nei pensieri.
«Devo sembrare un mostro» ridacchio a un certo punto.
«Non dire così, ho la soluzione. Vieni» mi indica uno svincolo nel corridoio della palestra. Lo seguo.
Presto ci troviamo davanti tre grandi file di armadietti. I colori della lamiera blu sembrano ancora più brillanti. Continuo a seguire Yarden mentre ci facciamo spazio tra le panchine in legno situate a metà strada tra le diverse file di di armadietti.
Yarden si ferma di getto e per poco non sbatto contro la sua schiena. Mi sposto di lato, per vedere quello che fa. Poggia il gomito su un armadietto e la mano dello stesso braccio su quella accanto. Stringe il pugno e, tenendo il gomito sull'altro armadietto, tira un forte pugno allo sportello con il lato della mano. Questo si apre magicamente, come se quella sequenza di movimenti appena compiuti da Yarden fosse la combinazione per aprire l'armadietto. La mia faccia deve essere davvero stupita, ma non saprei da cosa, se da come ha aperto l'armadietto o da quello che c'è al suo interno. Una gigantesca trousse che sembra strapiena di cosmetici, attorniata da altre boccette di eye-liner, mascara e ombretti di tutti i tipi.
Yarden ridacchia, probabilmente per la mia espressione.
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REMEMBER
ChickLitE se sentissi la tua vita come... incompleta? Cosa faresti, cosa penseresti? Haley sente questo. E sarebbe facile dire che è solo un'impressione se non fosse per quei sogni, se così si possono definire. Le sembrano così reali. Così veritieri. Prop...