Capitolo 6

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«Cosa c'è di divertente?» quasi urla la mia migliore amica alzandosi dal mio corpo e permettendomi di alzarmi.

«Se per "dappertutto" intendi solo casa mia, va bene.» dico ridacchiando e sistemandomi di nuovo dietro il bancone. Lei sembra notare la presenza di Holden.

«Hal, non mi presenti il tuo amico?» dice senza staccargli gli occhi di dosso. Sembra come arrabbiata, come se il suo sguardo potesse incenerirlo.
Entrambi si guardano negli occhi senza un espressione precisa, sembrano conoscersi.

«Vi conoscete?» domando ingenuamente.
«No» rispondono in coro e distogliendo gli sguardi.
«In ogni caso, lui è il mio collega, Holden.» dico calcando la parola "collega", perché un effetti di amicizia tra di noi non se ne vede nemmeno lontanamente.

Si stringono la mano freddamente.
«Chloe.» dice la mia migliore amica in tono freddo.
«Comunque sono venuta qui, sia perché non mi ricordo come si arriva alla scuola, sia perché mi mancavi.» dice con aria dolce alla fine. Che ruffiana.
«Lo dici come se dovessi guidare tu»
«Perché in effetti Yarden si è offerto di accompagnarmi, solo che non ho saputo dirgli nemmeno il nome della scuola!». Holden sembra cambiato improvvisamente dopo questa affermazione.
«Ti accompagno io e non si discute. Comunque si chiama Riverson High.» dico.

Sento Holden tossire molto forte dopo questa mia affermazione. Quando mi volto verso di lui noto che stava bevendo dalla sua bottiglietta. Deve essergli andata l'acqua di traverso.

Anche se è uno stronzo insolente e non merita la mia attenzione, sono troppo buona per rimanere a godermi la scena. Gli do qualche pacca sulla schiena e poco dopo riprende a respirare normalmente.

«Sto bene.» dice duramente allontanandosi dal bancone.

Lo vedo entrare e poco dopo uscire dallo stanzino con un giubbotto di jeans in mano.

Mentre lo indossa si avvia verso l'uscita provocando la mia rabbia.

«Ehi! Cosa ti fa pensare che tu possa lasciarmi così come un'idiota, a lavorare da sola?»

«Ehm... vediamo... forse il fatto che sei costretta a farlo per non perdere il lavoro?» dice e uscendo fa suonare la campanellina della porta.

Il sangue mi ribolle nelle vene e arriva al cervello.
Non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno. Chi lo fa ne paga le conseguenze.

«Guai in vista.» dice Chloe.
«Ci puoi scommettere.» affermo senza staccare lo sguardo dalla porta. Me la pagherà, di questo deve starne certo.

Passa qualche minuto in cui la mia mente è concentrata sull' elaborazione della vendetta, ma niente. Sembra che il mio cervello si rifiuti di tramare qualcosa di cattivo contro di lui.

Chloe ha già sgraffignato qualche caramella qua e là mentre pensavo.

Entro nello stanzino alla ricerca di un gilet da far indossare a Chloe per aiutarmi. Quando finalmente lo trovo mi catapulto fuori dalla piccola stanza per paura che se la sia già svignata.

«Tieni.» dico lanciandole il gilet blu notte.
«Cosa dovrei farci con questo?»
«Indossarlo?»

Lei sbuffa e lo infila sopra la maglietta, è davvero graziosa.
«Non ho mai lavorato in un negozio di dolciumi. Io le mangio, le caramelle!»

Ridacchio ignorando la sua affermazione.

La mattinata passa velocemente anche se piuttosto noiosa. Chloe è stata per la maggior parte del tempo a guardarsi intorno, credo si trattenesse da mangiare una ad una tutte le caramelle qui dentro.

Il suono della campanellina all'uscita arriva alle mie orecchie e mi fa voltare.
La signora Harris solo con una leggera giacca marrone entra a passo svelto.

«Ciao Haley. Grazie mille per aver tenuto il negozio mentre non c'ero.».
Sembra notare la presenza di Chloe, che nel frattempo ha assunto un bellissimo sorriso sulle labbra.

«Chi è questa adorabile ragazza? Comunque piacere Ellen Harris.» dice l'anziana signora. Non sapevo si chiamasse Ellen.

«Chloe Scotts, piacere mio. Ho solo aiutato Haley.»

«Holden non è qui?» chiede a signora.

Ed ecco la mia vendetta servita su un piatto d'argento.
Adesso, carissimo Holden, sai che non dovrai più sfidarmi.

«Allora? È o non è qui?» richiede.
Non mi ero accorta di essermi persa nei miei pensieri nel frattempo.

«Avrei voluto impedirglielo...» inizio simulando il miglior tono affranto che ho in serbo.
«È uscito senza preavviso. Ha accennato qualcosa ad alcolici piuttosto pesanti. Scusi signora Harris, non volevo che lo sapesse così.» nella mia mente un ghigno malvagio, fuori un faccino dispiaciuto.

«Oh, non preoccuparti Haley, non hai nessun motivo per farlo. Piuttosto chi ha da preoccuparsi è mio nipote. Stavolta non la passerà liscia.» 

Sorrido dolcemente, anche se adesso ho fatto qualcosa che è tutto tranne che dolce.

«Adesso andate, avete lavorato anche troppo. Grazie anche a te Chloe, per la tua disponibilità.»
Chloe risponde con un sorriso.

Presto ci ritroviamo sul mio motorino sorridenti. Prima di partire la voce di Chloe mi fa sorridere ancora di più.

«Bella mossa.»
«Grazie»
«Adesso accendi questo coso, sto morendo di fame.»

Mi concedo il tempo per una risata e faccio partire quello che Chloe ha definito "coso".

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