She Didn't Make It

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Calum Hood

Io e Luke non abbiamo più parlato quel giorno e sono passate circa due settimane. Quando ho chiamato Ashton, in lacrime, non ha aspettato neanche un secondo a venire a riprendermi e mi ha esplicitamente detto che non mi avrebbe più portato da lui neanche sotto tortura. Secondo lui, una persona che non accetta le mie scelte, per quanto sbagliate lui possa trovarle, non merita nulla da me. Tra una settimana ci sarà la rapina alla J.P Morgan Chase e dire che l'ansia mi sta divorando è un eufemismo. Okay che ho commesso più crimini in queste settimane che in tutta la mia vita, ma una rapina è una cosa davvero grossa e ho una paura fottuta di farmi beccare. Anche perché, conoscendomi, sarei capace di tutto. Il piano è stato studiato tutto nei minimi dettagli e non credo di essermi mai impegnato cosi tanto nemmeno a scuola. Ho imparato a memoria tutti i particolari, anche se Louis ci ha tranquillizzato dicendo che ci sarà una riunione il giorno prima dove ci ricorderà i nostri ruoli. Ashton sembra abbastanza carico, l'ho visto allenarsi negli ultimi giorni, soprattutto nella mira, nonostante la sua sia perfetta. Io, invece, mi sono fatto dare delle piccole lezioni su come tenere una pistola e come usarla nel modo giusto, dato che l'ultima volta ho sparato completamente a caso e ho ucciso quell'uomo totalmente a botta di culo. Il riccio mi ha insegnato alcune tattiche da usare e, non so perché, ma con un'arma in mano mi sento molto più sicuro di me stesso, nonostante sappia che comporta anche degli svantaggi. In più, visto che nel combattimento corpo a corpo, Louis mi ha dato l'incarico di aiutare Niall e Liam con i soldi del caveau, mentre gli altri disattivano gli allarmi e, in caso, distraggono le guardie.

"Che ne dici se andiamo da mia madre? So che dovrei andarci la prossima settimana come al solito, ma saremo sicuramente impegnati e non voglio rischiare di saltare. Le ho promesso di andarci almeno una volta ogni due settimane" Propongo, mentre rivolgo un'occhiata ad Ashton, seduto accanto a me al posto del guidatore. Sono le quattro di pomeriggio e siamo diretti verso casa, dopo aver pranzato fuori, da KFC. Stamattina mi sono svegliato con un'improvvisa voglia di pollo – manco fossi incinto – ed Ashton mi ha portato lì per pranzo, rendendomi il ragazzo più felice di questo mondo.

"Certo, mi farebbe piacere rivederla" Acconsente lui, dedicandomi un dolce sorriso. Io ricambio il gesto, sentendo il cuore perdere un battito alla vista di quelle fossette cosi profonde ai lati della sua bocca.

"Ti adora" Dico, poggiando una mano sulla sua, posta sul cambio.

"Tutti mi adorano, Hood" Ridacchia lui, mentre io alzo gli occhi al cielo, divertito.

"Se temere vuol dire adorare, allora si. Tutti ti adorano" Lo prendo in giro, guadagnandomi un'occhiata fintamente offesa. Io rido, restando in silenzio mentre il ragazzo svolta nella strada della clinica, dove c'è mia madre. Il mio cuore però si ferma per un secondo, nel vedere un'ambulanza parcheggiata proprio di fronte all'edificio. Il riccio ferma l'auto ed io mi precipito all'esterno, avvicinandomi velocemente alla struttura. Due uomini stanno trascinando una barella, con sopra un sacco nero, all'interno del veicolo, mentre varie infermiere sono ferme sul marciapiede, tristi. C'è anche Patricia, con loro. Nel vedermi, la donna si sorprende, probabilmente non si aspettava una mia visita e le vado incontro, preoccupato a morte.

"Hey, Patty, che succede?" Chiedo, osservando i paramedici che chiudono le ante dell'ambulanza. L'infermiera davanti a me scoppia a piangere, abbracciandomi di scatto.

"Oh Calum" Piange lei sulla mia spalla, stringendomi forte a sé. Io, dal mio canto, continuo a non capire.

"Lei.. Lei avrebbe dovuto essere fuori tra due settimane, era cosi contenta di poter tornare a casa con te. Ma non ce l'ha fatta. L'ho trovata con una siringa nel braccio, stesa sul pavimento del bagno, quando sono andata a portarle il pranzo" Mi racconta, ma io smetto di ascoltare al non ce l'ha fatta. Le orecchie iniziano a fischiarmi furiosamente e mi stacco da lei bruscamente, indietreggiando. Mi guardo intorno, soffermandomi sull'ambulanza in partenza, mentre inciampo sui miei stessi piedi, cadendo sull'asfalto. Un tocco freddo si poggia sulla mia spalla e non ho bisogno di girarmi per sapere che è Ashton. Delle lacrime iniziano a rigare le mie guance, una dopo l'altra, la mia gola si stringe, cosi come il mio stomaco. Inizio a tremare, il mondo intorno a me è come se non esistesse più.

Mia madre è morta.

Mia madre è fottutamente morta.

Sono triste, confuso, arrabbiato. Mi aveva giurato di aver smesso, era cosi felice, sembrava sana come un pesce, la dipendenza pareva essere sparita. Eppure, non è mai stato cosi. Mia madre ha continuato a drogarsi e, una dose di troppo, le è costata la vita. Ciò che mi chiedo ora è come abbia fatto ad ottenere la droga, essendo rinchiusa da mesi li dentro. Ma probabilmente non lo scoprirò mai, qui nessuno parla mai, neanche con un morto sulla coscienza. Ashton mi aiuta a rimettermi in piedi e, piano piano, riprendo a sentire i rumori intorno a me, compresa la voce del mio ragazzo. Scoppio a piangere contro il suo petto, non potendo più trattenermi, mentre lui mi lascia continui baci sulla testa, nella speranza di tranquillizzarmi e di farmi capire che, nonostante tutto, c'è lui con me. E lo so, ne sono ben consapevole. Ma quella era mia madre. La donna che mi ha cresciuto, la donna che nonostante tutto c'è sempre stata. La sua debolezza l'ha portata a cadere in un abisso da cui, sfortunatamente, non è facile uscire. E la sua debolezza, di nuovo, l'ha portata a questo. Ma, nella sua debolezza, era comunque forte. Perché, dopotutto, ci ha provato. Ha fallito, ma ci ha provato. So che ora è in un posto migliore, dove i suoi demoni sono scomparsi, le sue paure si sono volatilizzate, cosi come quella sua debolezza. E, ciò che mi rassicura di più, è il fatto che sia insieme a lei. Mali-Koa è con lei. Sono insieme, come lo erano anni fa, fino a quando mia sorella non è andata via di casa. Ed entrambe sono con me. Saranno sempre con me. Nonostante tutto.

So I will keep you day and night, here until the day I die

I'll be living one life for the two of us

I will be the best of me, always keep you next to me

I'll be living one life for the two of us
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Il capitolo non ha bisogno di spiegazioni, ormai sapete anche voi che Calum ha una ciorta incredibile in questa storia quindi aspettatevi di tutto ancora. Vi amo❤️❤️

Stockholm SyndromeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora