Ashton Irwin
Sospiro, continuando intagliare un serpente nel legno del letto a castello, posto nella cella in cui sono rinchiuso. È una settimana che sono qui dentro e non sono neanche in cella con Louis e Harry. Insieme a me c'è una ragazza accusata di spaccio di droga ed un mezzo pazzo che a quanto pare ha ucciso sua moglie. La tuta arancione che indosso è sporca, mi fa sentire uno schifo. Mi manca casa mia, mi mancano i ragazzi e soprattutto mi manca Calum. Sono giorni che non lo vedo, l'ultima volta è stata al processo. Alla fine, ci hanno dato sei anni di galera e due di libertà vigilata. Dovevano essere di meno, ma dato che la Morgan Chase è la banca più grande di New York e che abbiamo sparato a due agenti di polizia la pena si è alzata. Fortunatamente, per mancanza di prove, non siamo stati accusati di altro. Non mi sarei mai aspettato che Calum mentisse in tribunale per me, insomma si è nascosto il tatuaggio per non farmi accusare di rapimento. Non potrei amarlo più di cosi, cazzo. Tuttavia, vorrei cosi tanto vederlo adesso, almeno per ringraziarlo di ciò che ha fatto. Improvvisamente, un rumore contro le sbarre mi distrae, facendomi alzare lo sguardo.
"Irwin, ci sono visite" Annuncia la guardia, prendendo le chiavi della cella per permettermi di uscire. Il mio cuore inizia a battere furiosamente al pensiero che potrebbe essere Calum. Ma che dico, è sicuramente lui. Liam, Zayn e Niall non si sono neanche presentati in tribunale, che motivo avrebbero di venirmi a trovare in galera? Sanno meglio di me che se lo facessero gli spaccherei la faccia, a costo di beccarmi altri anni di carcere. Mi alzo dalla mia postazione, dirigendomi verso la guardia che mi mette immediatamente le manette e, dopo aver richiuso la cella, mi afferra per le braccia, conducendomi verso la sala incontri. Deglutisco appena quando, di fronte a me, compare la figura del mio ragazzo, vestito normalmente, con un sorriso stampato sulle labbra.
"Calum" Soffio leggermente, correndo verso di lui e baciandolo immediatamente, sotto gli sguardi delle guardie e delle altre persone presenti. Il ragazzo sorride sulle mie labbra, portando le mani sul mio viso per prolungare il contatto più a lungo possibile.
"Dio, mi sei mancato cosi tanto" Borbotto ad un centimetro dalle sue labbra, baciandolo ancora.
"Anche tu" Sussurra tra i baci, prima di farmi staccare, in modo da sederci al tavolo. Abbiamo solo dieci minuti e vorrei che durassero per sempre, diamine. Le sue mani afferrano da subito le mie, non volendo staccarsi completamente da me.
"Sei stato fantastico in tribunale, non so come ringraziarti piccolo" Dico a bassa voce, baciandogli entrambe le mani. Il suo sorriso si allarga, mentre mi guarda.
"Era il minimo" Dice, intrecciando le nostre dita. Poi, d'un tratto, mi tornano in mente le parole dell'avvocato, quando gli ha detto che soffre sicuramente della Sindrome di Stoccolma. La Sindrome di Stoccolma è un particolare stato di dipendenza psicologica e affettiva che si manifesta in alcuni casi in vittime di episodi di violenza fisica, verbale o psicologica. Durante i maltrattamenti subiti, la vittima prova un sentimento positivo nei confronti del proprio aggressore che può spingersi fino all'amore e alla totale sottomissione volontaria, instaurando in questo modo una sorta di alleanza. Non è inserita in nessun sistema internazionale di classificazione psichiatrica, non è classificata in nessun manuale di psicologia e viene ritenuta un caso particolare del fenomeno più ampio dei legami traumatici, ovvero quei legami fra due persone delle quali una gode di una posizione di potere nei confronti dell'altra che diviene vittima di atteggiamenti aggressivi o di altri tipi di violenza. Non voglio pensare che Calum sia affetto da questo tipo di sindrome, perché è vero, inizialmente ero solo il suo rapitore ed il fatto che non si sia mai ribellato mi preoccupa, ma alla fine ci amiamo, no?
"Cal, dimmi la verità. Pensi di soffrire della Sindrome di Stoccolma?" Gli chiedo, guardandolo con il labbro stretto tra i denti. Ho paura di sapere la risposta, sinceramente.
"Voglio essere sincero, Ash. Inizialmente non sapevo neanche cosa fosse" Confessa, facendomi ridacchiare. Sempre il solito. "Poi ho fatto delle ricerche e no, non penso di soffrirne. Io ti amo, ti amo per davvero e non perché ho qualche problema al cervello. Non sei mai stato cattivo con me o almeno non a tal punto da spaventarmi. Conoscevo già il vostro codice e sapevo che non mi avreste mai ucciso, non ho mai avuto paura di te" Mi risponde con voce calma, stringendomi più forte le mani. Io sospiro sollevato, nonostante qualche dubbio io lo abbia ancora.
"Cambiando argomento, dovrai restare qui dentro per sei anni.." Mi ricorda ed io chiudo per un attimo gli occhi, cercando di trovare le parole giuste per dirgli cosa penso senza che mi urli contro. Perché, conoscendolo, so che lo farà.
"A questo proposito, Cal.. Non posso ovviamente costringerti a continuare questa relazione, so che sarebbe difficile per te stare con un ragazzo mentre quest'ultimo è in galera, quindi se vuoi chiudere lo capisco. È comunque tanto tempo e dovresti andare avanti, ecco" Dico, vedendolo sgranare gli occhi. Il ragazzo inizia a scuotere furiosamente la testa, guardandomi.
"Non se ne parla" Asserisce, guardandomi serio.
"Cal, ti rovinerebbe la vita. Hai diciassette anni cazzo, non puoi passare sei anni a venire qui tutte le settimane"
I want you to ruin my life
You to ruin my life, you to ruin my life, yeah
"Io voglio che me la rovini, Ash. Non saremmo qui adesso se tu non avessi messo fine a tutto ciò che conoscevo. E poi, se permetti, faccio il cazzo che voglio"
I want you to fuck up my nights
Fuck up my nights, yeah, all of my nights, yeah
Sospiro sonoramente, scuotendo la testa e lo guardo, addolcendo lo sguardo. Poggio una mano sulla sua guancia, accarezzandogliela appena.
"Sappi che se smetterai di venire, lo capirò"
I want you to bring it all on
If you make it all wrong, then I'll make it all right, yeah
"Non potrei mai, Ashton. Ti amo troppo per farlo" Sussurra, con le lacrime agli occhi, mentre strofina appena il viso contro il palmo della mia mano, per dirmi di continuare.
"Ti amo anch'io, amore mio" Mormoro, lasciandogli un ultimo bacio sulle labbra, prima che la guardia mi richiami, afferrandomi per un braccio.
"Tempo scaduto"
I want you to ruin my life
You to ruin my life, you to ruin my life, you to ruin my life.
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Scusate ma non mi va di fare lo spazio autrice, stamattina mi è successa una cosa e sono ancora troppo schifata anche solo per parlare. Ci vediamo settimana prossima con l'epilogo, love u❤️
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Stockholm Syndrome
Fanfic[CASHTON] "Mangia" Gli ordino, ma lui scuote la testa. "Cosa mi dice che il cibo non è avvelenato?" Osservazione intelligente, per un ragazzino come lui. Scuoto la testa, ridacchiando leggermente e mi alzo, tagliando un pezzo dalla fetta di carne e...