10 - Di nuovo a Stavira

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Il viaggio per Stavira non durò molto come la prima volta che lo aveva intrapreso, a quelle ore passate a cavallo in silenzio nel buio della notte con il Kafar e la sua amica combinaguai

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Il viaggio per Stavira non durò molto come la prima volta che lo aveva intrapreso, a quelle ore passate a cavallo in silenzio nel buio della notte con il Kafar e la sua amica combinaguai. O forse si era solamente abituato in quegli anni al tragitto, un po' meno per la quantità di persone che ronzavano intorno a lui e Nissa ogni volta che attraversavano la grande capitale poiché il padre della ragazza inviava sempre le sue guardie del corpo ad accogliere la figlia. Non che fosse una cosa esagerata essendo l'erede di uno dei più importanti uomini del Regno Assoluto a cui avrebbe successo. Solo gli creava disagio, lui che era un semplice ragazzo delle campagne.

Non era nemmeno la prima volta che Nath si ritrovava ad andare con la sua ragazza dai suoi genitori nella caotica capitale, certo, e non poteva vietarle di abbandonare la sua famiglia; perciò cercava ogni volta di evitare di mostrare alla giovane quanto le persone dell'alta società lo guardassero storto con occhi giudicanti. Era in parte insopportabile.

– Come siamo ansiosi per una banale e stupida festicciola di ricconi. Non sei in ritardo oltretutto?–

Nath si trovava nel grande corridoio proprio dinnanzi all'entrata del salone principale in cui si sarebbe svolta quella festa importante, continuando a fare avanti e indietro agitato e vestito di tutto punto con pantaloni, giacca e camicia di tessuti pregiati regalatogli per quell'occasione da Imìr. La donna ci teneva a viziarlo di tanto in tanto.

Si fermò e si voltò avendo sentito la voce della sua migliore amica, e rimase estasiato nel vederla sia per il fatto che l'avesse raggiunto per davvero sia per la sua eleganza e bellezza che sapeva essere di origine divina. Avrebbe stregato tutti dentro quel salone, non sarebbe di certo passata inosservata.

Indossava un vestito ovviamente e prevedibilmente nero di un tessuto leggero, abbastanza anomalo per le temperature al di fuori della grande villa a dirla tutta, valorizzando il suo fisico così perfetto, snello. Iniziava semplice dalla spalla sinistra ad avvolgerle il seno, poi la schiena e ritornava in vita dove una gonna cadeva leggiadra fino ai piedi e dall'immancabile spacco laterale. Ma la particolarità principale era la manica sinistra composta da catenelle argentee, minuscoli diamanti, cristalli a ricordare al ragazzo per un attimo degli scheletri incatenati.

Era inquietante la cosa, eppure quella ragazza con cui era cresciuto poteva essere seducente anche con così poco come solo la Dea Nera poteva esserlo con i suoi occhi scuri contornati da una linea nera a darle l'aria da seduttrice ma anche di una di cui non fidarsi, le labbra colorate come il sangue che lei amava, i lunghi capelli come la pece sciolti in morbide onde lievi.

Portava sempre la sua immancabile collana con la pietra scura, e poi l'anello argentato che condivideva con Kyra, ai piedi dei tacchi scuri. Sembrava non sentire minimamente il freddo che c'era all'esterno, come suo solito.

– Hai intenzione di rimanere qui a mangiarmi con gli occhi tutta la serata?– gli chiese lei maliziosa risvegliandolo dalla sua trance e scuotendo la testa.

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