18 - Opposti in conflitto

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La tranquillità, quello stato di pace che la caratterizza, la serenità in ogni dove come animi, corpi privi di preoccupazioni non solo a livello mentale ma anche fisico

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La tranquillità, quello stato di pace che la caratterizza, la serenità in ogni dove come animi, corpi privi di preoccupazioni non solo a livello mentale ma anche fisico. Il saper accettare ogni errore, sbaglio per raggiungere la serenità e calma dell'essere lasciando da parte i rimorsi di una vita. Vivere in armonia, con una certa pacatezza e visione positiva dell'esistenza del genere a volte spaventava la Dea Nera. O più che spaventare, disgustava. Non era mai riuscita a comprendere come gli Yarix fossero in grado di andare avanti nelle loro vite con leggerezza, come se niente e nessuno potesse mai scalfire il loro credo.

Neppure il caos che era stato scatenato millenni prima da Shedan aveva dato loro una nuova visione di come il dolore potesse fare davvero male. Avevano superato tutto quello che avevano passato, le perdite, le ferite, gli anni rinchiusi in mezzo al nulla con uno schiocco di dita pareva ed erano tornati come erano sempre stati, così sereni e in perfetta sintonia con la natura che rispettavano.

A Sheera aveva sempre dato fastidio, come si poteva cancellare così facilmente un qualcosa che era stato pericoloso? Come facevano a non rimpiangere i defunti, a supplicare per gli sbagli fatti, a sentirsi sgretolare dal dolore che avevano covato nelle loro anime che, però, era svanito in pochi giorni dopo il ritorno ad Eathevyr? Non aveva mai capito quello strano popolo dalle ali grigie, nemmeno con l'aiuto della Dea Bianca al suo fianco che aveva provato in passato a spiegarle quanto gli Yarix amassero tramandare i propri pensieri.

Un esempio, era che ogni cosa negativa che accadeva nella vita ne portava anche una positiva ed era su quella che ci si doveva concentrare. Forse era facile per Kyra da comprendere essendo lei stessa un'energia positiva, ma per quale motivo non soffermarsi un attimo sulla negatività ma guardare subito al bene? Forse perché, alla fine, era una verità dolorosa da voler cancellare?

– Ehi tenebrosa, tutto a posto?–

La corvina spostò lo sguardo dal terreno sulla chiara accanto a sé truce, sentendola ridacchiare e subito dopo lasciarle un bacio sulla guancia di cui si lamentò.

– Non chiamarmi in quel modo.– borbottò ritornando a fissare sotto i propri piedi.

– Ho solo notato che sei stata piuttosto silenziosa tutto il pomeriggio. E hai detto che qualsiasi nome pronunciato da me ti va bene.– fece spallucce Kyra continuando a camminare. Avevano aiutato Evelyn a raccogliere ciò che le serviva durante una spiegazione e l'altra con tanto di Nissa e Nath totalmente incantati davanti a fiori speciali e piccoli insetti curiosi simili a sassolini colorati che si mimetizzavano tra le foglie.

Kyra aveva anche mostrato loro come la sua energia potesse influire sulla natura di quel mondo che la riconosceva molto di più che sul Regno Assoluto, quanto quei piccoli esserini diventassero lievemente luminosi al contatto con la sua pelle, o come un frutto si trasformava in un battito di ciglia in uno stupendo arbusto colorato. Quello era la Vita, il suo compito.

– Sono la Dea del silenzio, ti ricordo. Quando mai parlo all'infinito come te?– sospirò sentendo poi la chiara prenderla a braccetto come a voler più contatto con lei, o forse per calmarla perché sì, la Distruttrice era nervosa.

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