Rabbia e...

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Ciao a tutti e ben tornati, oggi sono stata puntuale con la pubblicazione del capitolo, il prossimo esce Sabato 12 Ottobre.

Un grande GRAZIE  a chi legge semplicemente, a chi mi lascia una sua opinione e a chi vota la mia storia.

Per quanto riguarda il capitolo vi pongo una sola domanda, cosa ne pensate adesso di Christopher?

Buona lettura! 

Christopher

Mi rendo conto di aver agito di impulso, ma, la cosa non mi dispiace e tanto meno mi pento. Questa è l'unica cosa che mi evita che la rabbia e il rancore, scaturiscano facendo emergere il mostro che giace in me, in quanto quando qualcuno tocca ciò che è mio, non riesco a frenarmi. Lasciare il paese insieme a Charlotte e i miei figli, è stata la soluzione migliore, in questo modo evito di far del male al dottorino, cosa che la madre dei miei figli non mi perdonerebbe, anche se mi rendo conto che mi deve perdonare molte cose. Di una cosa sono certo, adesso basta giocare, bisogna fare sul serio anche se sarà difficile.

Charlotte è il mio riscatto più grande, questa è la mia unica certezza, è non permetterò a niente e a nessuno di portarmela via.

Il viaggio in aereo è stato molto tranquillo, i bambini sono felici di poter passare del tempo tutti insieme, invece Charlotte dorme tranquillamente, in realtà lo continuerà a farlo fino a quando arriveremo  a destinazione. Mi rendo conto che sarà arrabbiata e furibonda, ma, la cosa non mi  da pensiero, in quanto riuscirò a trovare il modo di calmarla e  di farla ragionare.

Ho deciso di portare la mia famiglia, in luogo tranquillo e sereno, nel mio angolo di paradiso terrestre, nella mia grande villa che si trova sulla mia isola privata, dove niente e nessuno ci potrà disturbare.

Siamo giunti a destinazione, i miei figli sono felicissimi di questa avventura improvvisa, mentre porto la bella addormentata nella camera, dove si sveglierà tra non molto, nel frattempo farò riposare i miei bambini e io affronterò Charlotte.

Adesso, è una cosa tra me  e Charlotte, i nostri figli in questa situazione non c'entrano nulla.

Charlotte

Apro lentamente gli occhi, mi fa male la testa e mi sembra di andare alla deriva, non capisco cosa sia successo. Con le poche forze che ho, mi alzo a sedere su un letto che non ho mai visto e mi guardo intorno, mi rendo conto che mi trovo in una camera che non ho mai visto prima. Ad un tratto come un fulmine a ciel sereno, mi ricordo cosa è accaduto, riconoscerei tra mille la voce che mi ha sussurrato quella frase, il proprietario è Christopher. 

Mi chiedo, cosa si crede di fare, ma, davvero pensa che il mondo gli appartenga e dobbiamo fare come vuole lui? 

Sono piena di rabbia e di rancore, ma, sono anche preoccupata per i miei figli, mi chiedo dove siano e se stanno bene. L'unica certezza che ho al momento, è che non posso stare seduta qui, ma, devo agire, cerco di arrivare al bordo del letto, per mettere i piedi a terra, ma, mi rendo conto che non ho forze sufficiente, non mi arrendo.

Sto per appoggiare un piede a terra, quando la porta si apre, alzo la testa e i miei occhi si tuffano negli occhi, dell'uomo che nonostante tutta la rabbia che provo, amo più della mia stessa vita.

- Non fare movimenti inutili -, mi dice Christopher con tutta la tranquillità del mondo.

Non gli do retta, faccio per alzarmi, sto per cadere, quando due braccia forti mi evitano la caduta e mi rimette sul letto. Mi guarda negli occhi, dicendomi, - non ascolti mai quello che ti dico, è questo è il risultato. Per una volta fa come ti dico, fatti un bagno caldo, mangia qualcosa e poi parleremo. Se hai bisogno di un aiuto per farti il bagno, non evitare a chiamarmi -, termina con un sorriso malizioso.

Questa volta non mi faccio irretire, sono furiosa e piena di rabbia, ma, adesso la cosa che mi preme sapere dove si trovano i miei figli, quindi senza preamboli, gli domando dove si trovano.

Lui mi guarda e mi risponde, - davvero credi che li avrei lasciati a New York? Sono qui insieme a noi, non potrei mai abbandonare i miei figli, soprattutto adesso che sono il centro del mio mondo e li amo -, termina.

Sapere che i miei figli sono qua, mi tranquillizza, ma, non è il momento di fare la guerra, seguirò il suo consiglio, ma, poi lo scontro sarà inevitabile.

Christopher mi lascia da sola, molto lentamente mi alzo, mi spoglio e mi faccio un bagno caldo, i miei pensieri e le mie emozioni vanno alla deriva, alla fine sono loro che prendono il sopravvento e non so cosa accadrà adesso che rivedrò l'uomo che alla fine mi ha rapito, perché è questo quello che è successo.

Alla fine del bagno e del pranzo che ho consumato mi rendo conto di essere pronta ad affrontare Christopher, adesso non devo fare altro che attendere il mio rapitore. 

L'attesa non è lunga, quando si apre la porta, lo vedo entrare faccio un profondo respiro ed è arrivato il momento. Non lo faccio nemmeno iniziare a parlare, che tutta la rabbia, il dolore e la furia che ho tenuto sotto controllo, si riversa fuori dalla mia bocca, come un fiume in piena, - Se il mondo e le cose non vanno come dici tu, fai come ti gira il genio, chi diavolo credi di essere? E' da quanto ti conosco che la mia vita è in perenne confusione, la prima volta ho salvato la mia famiglia venendo a letto con te, la seconda volta sei rientrato nella mia vita come un uragano non  rispettando il lutto per la perdita di mio padre adottivo. Poi non ci dimentichiamo la volta in cui mi hai sedotto, credendo che sarei rimasta al tuo fianco mentre tu te la spassavi con qualunque donna sarebbe voluta venire a letto con te. E' dulcis in fundo, le due volte che hanno tentano di ammazzarmi, ma, davvero credi che dopo tutto quello che è accaduto tra noi, possa esserci qualcosa? Sei un illuso. Le uniche cose belle che ho avuto da te, sono i nostri figli e poi tutto il resto è una grande amarezza, ed un immenso dolore - termino, alla fine sono senza forze.

Ci guardiamo negli occhi, ci fissiamo per un momento che sembra infinito, non si scompone per nulla, si siede sulla poltrona che si trova ai piedi del letto. Con il suo solito viso impassibile, mi risponde, - quello che hai detto è la verità non posso cambiare il corso degli eventi passati, ma, posso rimediare. Chi ha cercato di ucciderti ha pagato a caro prezzo la loro decisione di farti del male. Mi rendo conto di non essere un uomo perfetto, sono pieno di difetti e per questo faccio anche io degli errori; come tutti anche io sono, sono un uomo che è abituato a prendersi tutto quello che voglio, senza pensare a niente a nessuno. Questa mio modo di fare nasce dal mio passato e dalla mie origini, che mi hanno reso ciò che sono. Non si può cambiare quello che siamo, l'unica cosa è che si può solo cercare di migliorare per se stessi e per le persone che ci circondano - termina.

La domanda mi esce spontanea, - che cosa ti è successo per essere l'uomo che sei? -.

- La mia è una storia come tante. Mia madre è morta troppo presto, mio padre era un uomo buono, che ha perso il lavoro, non riuscivamo alcune volte nemmeno a mettere del cibo sulla tavola, è in una di quelle situazioni, che ho promesso a me stesso, che avrei ottenuto tutto quello che volevo dalla vita. Dopo un paio di anni, anche mio padre è morto, credo che se ne sia andato, perché amava troppo mia madre. Sono rimasto solo al mondo non avevo più nessun familiare, eccetto i miei due miei migliori amici, che sono come due fratelli, da quel momento è iniziata la nostra rivalsa contro chi ci ha fatto del male e anche nei confronti della vita. Ma, questo è il passato - finisce, continuando a guardarmi negli occhi.

Mi rendo conto che il suo è un passato pieno di sofferenza, che ha lasciato delle profonde cicatrici nel suo animo e nel suo cuore, mi ritrovo a chiedergli di nuovo, - questo ti autorizza a comportarti cosi con me? -.

- Adesso basta Charlotte. Non credere che mi sia aperto con te, ti autorizza a giudicarmi o a credere che i miei modi e i miei atteggiamenti siano sbagliati, alla fine si farà sempre come dico io -, conclude con decisione.

La rabbia torna più forte di prima, non riesco a trattenermi, mi alzo con decisione, mi avvicino e gli do uno schiaffo. Vedo solo che massaggia la guancia con la mano, ad un tratto, si alza io mi ritrovo a indietreggiare, mi ritrovo con le spalle al muro. Vedo sul suo volto un espressione che non mi piace, - cosa dovrei farti, adesso? - mi pone la domanda, dalla sua voce è evidente tutta la sua rabbia.

Non devo cedere, sostengo il suo sguardo, le mie labbra sono secche, ci passo la lingua sopra, mi rendo conto che lo sguardo del mio interlocutore è cambiato. Cosa succede, adesso?


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