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"Davvero una storia stupenda, devo ammeterlo. Potete aspettare un attimo qui mentre prendo la giacca con i soldi, in stanza? Ahah si, arrivo tra poco"
Rumlow risalì con l'ascensore e nel corridoio, che conduceva alla sua stanza, non c'era nessuno. Lui fischiettava allegro quando Tony e Natasha gli si pararono davanti. Cercò di correre via ma sbucarono Wanda e Bucky. Lei con una mano lo mandò al tappeto immobilizzando e Bucky gli puntò un fucile alla testa, solo per precauzione.
"Come avete fatto a trovarmi?" Chiese lui con la faccia a terra.
"Non dovresti prendere le cose che non ti appartengono. Rubare è attualmente un reato" disse Tony riprendendosi la spilla, che stava dentro la tasca dei pantaloni.
"Dov'è Steve?" Chiese Nat senza tropli giri di parole.
"Non lo hai visto cadere giù dal ponte, bellezza?" E Bucky lo colpì alla schiena.
"Sappiamo che ce lo avete voi, dov'è?" Chiese Bucky abbastanza arrabbiato.
"Abbiamo bruciato il corpo di quel frocietto e abbiamo ballato sulle sue ceneri. Scometto che ti faceva le seghe ogni ser-"
Bucky premette il fucile più forte che potè contro il suo cranio e disse:
"Potrei bruciare il tuo corpo ma preferisco spararti una di queste pallottole. Sono molto speciali, forse le conosci già, sono le pallottole fantasma. Sono l'unico soldato che le sa preparare ad occhi chiusi e ci vorranno giorni interi prima che l'effetto del dolore sparisca. La morte sarà la cosa che più desidererai al mondo"
Rumlow iniziò a sudare freddo.
"T-tu scherzi. Stai bleffando!"
"Non credo proprio" disse Tony con una punta di sicurezza. Bucky gli aveva chiesto degli ingredienti per creare qualcosa ma lui non sapeva se effettivamente, le avesse preparate o fosse solo un blef. "È il più instabile al momento e non so proprio cosa potrebbe fare, ma se proprio non vuoi dirci dove sta.... allora sarò costretto a lasciare briglia sciolta. Bucky, sparagli pure"
"Non aspettavo altro" disse mentre poggiava il dito sul griletto.
"È VIVO. Okay lo ammetto, è ancora vivo"
"Dov'è?" Chiese Nat.
"In una nostra base a Baltimora. Vi darò le coordinate. Tutto ma non i proiettili fantasma"
Bucky fece una smorfia tra il dispiacuto per non avergli sparato in faccia e il soddisfatto per sapere che non aveva perso Steve.

"Andiamo Steve, non voglio farti del male. Sappiamo benissimo che c'è un modo per creare il siero del super  soldato. Devi solo darcelo e ti lascieremo andare"
Stava parlando uno dei capi dell'Hydra. Steve non riusciva a capire chi fosse per colpa di tutti i medicinali e sonniferi che gli avevano dato per farlo stare immobile.
"Non ve lo dirò mai"
Il capo sospirò.
"Dategli un'altra scossa, magari cambia idea"
Lui era seduto sulla stessa macchina che avevano usato per Bucky e lui non riusciva a smettere di pensare che per più di settanta anni, mentre lui era nel ghiaccio a farsi una bella dormita, Bucky soffriva ogni giorno, seduto su questa specie di sedia elettrica. Si sentì in colpa perché Bucky non si meritava tutto questo. Nonostante non volesse urlare, lo fece, perché il dolore era davvero troppo forte.
"Hai cambiato idea, o ti serve qualcosa di più forte per parlare?"
"Non parlerò mai. I miei amici verranno a prendermi e tu lo sai"
"Io non credo proprio" e l'uomo iniziò a camminare in tondo per la stanza.
"Ti stavano cercando, li ho visti che cercavano vicino al fiume, probabilmente un segno che potesse farli capire che eri ancora vivo; però poi ho messo il tuo scudo con una chiavetta attaccata sopra e lo buttato vicino al fiume, e se i miei piani vanno come previsto, loro smetteranno di cercarti, accettando il fatto che tu sei morto. All'inizio non lo accetteranno ma sono abbastanza sicuro che tra meno di un mese, si saranno già dimenticati di te" e lui e suoi scagnozzi nella stanza ridacchiarono.
"Ora che abbiamo chiarito la situazione, cosa hai intenzione di fare?" Chiese lui avvicinandosi a Steve.
Gli Avengers erano già arrivati e avevano già catturato tutti gli altri agenti operativi che si trovavano nella base. La stanza era dotata di un'enorme vetro dalla parte della porta e Nat, Sam e Bucky si erano accovacciati contro il muro e stavano ascoltando. Lo avevano trovato sentendo le sue urla. Se fosse stato per Bucky, sarebbe entrato e lo avrebbe tirato fuori da lì ma Tony aveva detto di aspettare. Bucky non lo avrebbe biasimato se avesse parlato; lo torturavano da cinque giorni e sapeva benissimo quanto male facesse quell'affare. Voleva solo non sentire più Steve che urlava perché lo stava distruggendo dentro.
"Non mi interessa se smetteranno di cercarmi, io mi libererò e tornerò da loro. Preferirei...preferirei prendere la scossa per il resto della mia vita piuttosto che dirvi qualsiasi qualcosa"
"Se non ci dirai niente, allora uccideremo i tuoi amici. Potremmo farti guardare mentre li torturiamo, potremmo uccidere la streghetta per prima oppure il tuo amichetto con le ali; e per ultimo uccideremo il tuo carissimo Bucky"
E Steve ridacchiò a quelle parole.
"Non ucciderete nessuno. Sono tutti molto più organizzati, forti e furbi di voi. Non riuscireste ad entrare nella nostra base neache se lasciassimo tutte le porte aperte"
"Allora perché se siete tutti così furbi, tu sei qui a farti torturare da me?"
"Perché ve l'ho lasciato fare"
Lo sguardo dell'uomo sembrò riempirsi di odio ma poi sorrise e scosse la testa.
"Se avessi dei soldati come te, l'Hydra sarebbe ancora nascosta nell'ombra ma sai com'è Zola... era troppo contento di aver sconfitto Captain America. Ultima possibilita, Rogers. Dov'è il siero?"
"Tony noi siami in posizione, dacci il segnale" disse Nat silenziosamente.
Bucky non voleva sentire altre urla. Avrebbero tormentato i suoi incubi se lui fosse morto a causa sua.
"Il siero è stato distrutto nel '42. Sei arrivato un po' in ritardo"
Ora l'uomo era parecchio scocciato e disse:
"Mettete la macchina alla massima potenza" e Steve iniziò ad urlare. Se prima era riuscito a trattenersi per almeno due minuti, adesso il dolore era diventato insopportabile anche per lui. Bucky non riusciva ad ascoltare quel suono, se avesse continuato per tanto tempo, sarebbe sicuramente morto. Anche a Nat e Sam faceva male sentire quel rumore e si strinsero per mano mentre aspettavano; poi si sentì un tonfo all'interno della stanza e tutti gli uomini nella stanza, compreso il capo, uscirono correndo via. Sam e Natasha li rincorsero e Bucky entrò nella stanza.
"Io so come spegnerlo, tu vai" disse Bucky e Tony uscì dal buco che aveva creato.
Steve aveva smesso di urlare ed era una cosa preoccupante. Bucky rimase un attimo pietrificato e subito dopo, lui corse ai comandi e la spense. Steve aveva gli occhi chiusi e sembrava non dare segni di vita.
"Steve. Steve, svegliati!" gli disse Bucky scuotendolo piano. Avvicino la faccia alla bocca ma non riusciva a sentire il respiro. Ormai nel panico, gli fece un massaggio cardiaco; prima spiengeva per un paio di volte le mani e poi fece il bocca a bocca, lo fece per un paio di volte e più lo faceva più sul suo volto si depositavano delle lacrime.
Non puoi lasciarmi così, Steve. Non adesso. Ti prego svegliati. Torna da me, ho bisogno di te, ti prego. Svegliati. Svegliati. Svegliati.
Poi Steve tossì debolmente e Bucky si fermò. Steve aprì lentamente gli occhi ma li richiuse velocemente. Bucky andò agli interruttori e spense la metà delle luci accecanti che invadevano la stanza.
"Hey Steve, riesci a sentirmi?"
"B-Bucky, sei tu?" Disse cercando di riaprire gli occhi.
"Si sono io" disse sorridente.
Steve, che era riuscito ad aprire gli occhi, alzò la mano e asciugò una delle lacrime che scendevano sulle guance del suo adorato Bucky.
"Scusa se ti ho spaventato.... non volevo farti piangere" disse debolmente.
"No, non è colpa tua" disse asciugandosi le altre lacrime.
"Bucky, io-" e Bucky lo baciò.
Era un solievo risentire quel dolce sapore che invadeva la bocca di Steve e risentire di nuovo quel contatto che tanto desiderava. Per Steve era come una boccata d'ossigeno che lo riportava alla realtà. Bucky si staccò ma neanche un secondo dopo, Steve lo stava già ribaciando. Aveva bisogno di quello più di qualsiasi altra cosa al momento e non lo avrebbe lasciato andare. Steve sentì una fitta alla testa e dovette spostate la testa di lato.
"Quanto ti fa male?"
"Tanto ma... riesco a resistere"
"Dobbiamo andare adesso. Riesci a camminare?"
"Non lo so" lui appoggiò i piedi per terra, riusci a fare qualche passo ma poi cadde tra le braccia di Bucky.
"Appoggiati a me, tranquillo. Andrà tutto bene" e lentamente uscirono dall'edificio.

grenade 💥 [stucky]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora