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Steve si svegliò da solo nel quartier generale. Erano le 11.30, quando decise finalmente di alzarsi dal letto; quando arrivò nel salone, Friday si accese.
"Buongiorno, Mr. Rogers. Tony mi ha chiesto di controllare la casa e di accendermi in caso di bisogno"
"E quando ti ha chiesto di farlo?"
"Ieri, quando ha saputo che sarebbe arrivato il signorino Parker alla base. C'è un messaggio dal gruppo, vuole vederlo?"
"Si, aprilo"
E vide comparire le informazioni riguardanti l'incontro con Peter.
"Grazie Friday"
"Sempre a sua disposizione, Mr. Rogers"
Appena si sedette a fare colazione, sentì il suo telefono vibrare e vide che gli era arrivato un messaggio.

Spero che tu non ti senta solo <3
-Nat

Steve chiuse il telefono e lo appogiò più lontano possibile. Iniziò a mangiare ma dopo poco perse l'appetito. Voleva andare a correre come al solito ma non era di quel umore; non c'era una cosa che volesse veramente fare, si sentiva a dir poco inutile; un'idea però si era insinuata nel suo cervello.
Domani devo prendere Peter a New York, perchè non andare un giorno prima e tornare a Brooklyn?
Questa idea lo faceva sentire un pò meglio. Ritornare a casa lo avrebbe fatto sentire meglio.

Anche se amava guidare di notte, Steve decise di partire il pomeriggio, così da avere ancora un pò di luce per quando sarebbe arrivato.
Il fascino della sua città natale non era cambiato nel corso degli anni: colori sgargianti, e pieno di persone in cerca di opportunità e fortuna. Da quando Steve era tornato in vita dopo lo scongelamento, gli avevano dato un paio delle chiavi del suo appartamento, che era stato dichiarato "patrimonio cittadino". Lasciò la macchina qualche isolato più avanti ed entrò dal retro, per non farsi vedere da i vicini.
Il suo appartamento era piccolo come se lo ricordava, ma lo faceva sentire bene; appoggiò la borsa con dentro la sua roba, anche se c'era solo l'essenziale. Si guardò un pò attorno ed era esattamente come l'ultima volta che l'aveva lasciata: sulla libreria trovò una foto sua e di sua madre prima che le venisse diagnosticata la malattia. Era un donna così bella e fragile allo stesso tempo, quasi come un fiore. Riguardò tutti i libri che aveva e sotto uno dei mobili trovò una scatola.
La aprì e vide che era piena di poesie, disegni fatti da lui e moltissime foto. Sua madre adorava scattare foto soprattutto foto di paesaggi, solo che le foto erano in bianco e nero, quindi Steve li disegnava e li colorava, uguali a come li aveva visti, per rendere più felice sua madre. Si perse nei suoi ricordi e quando trovò una foto di Bucky da ragazzino mentre giocava insieme a lui, il cielo proiettava una stupenda luce lilla nel suo salotto.
Ti amo, Stevie
Chiuse la scatola e la mise dentro il suo borsone. Quella casa era piena di ricordi per lui e lo faceva sentire davvero bene, per la prima volta dopo tanto tempo. Uscì sulla scala anti incendio e vide che il cielo era di un colore stupendo, bello quasi quanto il cielo del giorno che Bucky era tornato da lui. Steve si immerse in un ricordo quando la sua tasca vibrò, era il numero di Peter.
"Mr. Rogers, signore- Mr. Stark, mi ha detto di chiamare lei, se avessi avuto bisogno perché-"
"Gli altri sono in missione, puoi chiamarmi solo Steve-"
"Ho bisogno di te, Steve. Ci sono dei criminali che sono molto, MOLTO più forti di me e mi stanno seguendo"
"Sto arrivando da te, dove sei?"
"Nei tunnel della metropolitana, sotto la Grand Central, ci sono tantissimi civili"
"Dammi due minuti e sono da te" chiuse la telefonata e scese le scale più veloce che potè.

Peter cercava di senimare i criminali a piedi, non avendo la possibilità di cambiarsi. Erano una decina e li stavano pedinando da quando era sceso a quella fermata. Sperava con tutto il cuore che Steve arrivasse in fretta. Davanti a lui si fermarono un gruppo di turisti e uno dei criminali gli mise una mano sulla spalla.
"Ti sei perso, ragazzo?"
"Io-"
"No, lui è con me" disse Steve mentre lo raggiungeva. "Dobbiamo andare o tua zia mi ucciderà"
"Si dobbiamo proprio andare. Ci scusi" e i due si allontanarono.
"Grazie"
"Non ringraziarmi, non siamo ancora al sicuro. Dobbiamo andare in una linea più sicura, dove ci sia meno gente possibile"
"Sulla linea 11 a quest'ora non c'è nessuno"
"Andiamo su quella" e presero una delle vie che conducevano alle fermate.
"Perché ti seguono?"
"Ero appostato, uno di quelli mi ha visto e io sono scappato. Ho chiamato Tony ma lui mi ha detto di chiamare te perché non avrebbe potuto raggiungermi"
"Te la sei cavata bene, è stata una mossa astuta, ottimo lavoro"
"G-grazie Steve"
"Vieni, la nostra metro è arrivata"
E insieme salirono su una metro quasi vuota.
Solo 3 degli uomini che li inseguivano riuscirono a salire. Steve e Peter andarono verso il fondo del tram e quando arrivarono all'ultimo vagone, uno degli inseguitori disse: "Direi che siete arrivati al capolinea"
"Avete proprio ragione" Steve prese il braccio di uno dei tre e lo sbattè contro una delle pareti della metro.
Gli altri due si fecero avanti e Peter gli tirò delle ragnatele in faccia e Steve li fece cadere.
"Andiamo" e Peter seguì Steve mentre tornavano verso il centro. Pochi secondi dopo le porte si aprirono e loro scesero.

Zia May stava cucinando la cena quando sentì la porta aprirsi.
"Peter sei tornato giusto per la cena"
"Ho una cosa da dirti, zia"
Lei si girò e vide Peter insieme a un uomo molto alto.
"Mi scusi, lei chi è? Peter mi spieghi?"
"Lui lavora con Mr. Stark"
"Salve, io sono Steve" e le baciò la mano.
Lei ridacciò "Piacere, sono May, la zia di Peter"
"Molto lieto di conoscerla. Abbiamo avuto un emergenza e abbiamo bisogno di Peter al più presto, quindi volevo chiederle se può venire con me già stasera"
"C-certo, rimanete almeno per cena?"
I due si guardarono.
"Si certo, perché no" e i due si sedettero a tavola.

"Tua zia è davvero un angelo"
"Una delle persone a cui tengo di più"
"Senti Peter, ti dispiacerebbe fare un salto in un posto prima di partire?"
"No, certo che no" e salirono nella sua macchina.

"Questo è-"
"Un cimitero, si. Dammi un paio di minuti e ce ne andiamo"
"Ma non dovrebbe essere chiuso?"
"Ho chiesto un piccolo favore, solo per stavolta" disse mentre prendeva una cosa nel bagaglialio.
Era un enorme cimitero, formaro da delle collinette ricoperte di fiori. Steve attraversò una di esse e si fermò. La tomba di sua madre non era vicina a quella del padre perché il corpo era stato disperso durante la guerra.
Steve aveva una rosa in mano, si chinò e l'appoggiò sulla tomba.
Rimase in silenzio guardando quella tomba vuota illuminata soltanto da un fascio di luce proveniente da un lampione.
"Era tua mamma?"
"Si, era l'anniversario della sua morte"
"Io non ho mai conosciuto mia madre. La tua com'era?"
"Era la persona più dolce del mondo, c'era sempre per me e mi ha insegnato tutto quello che ora ritengo importante" e una lacrima scivolò sul volto.
Peter lo abbracciò e Steve gli scompigliò i capelli.
"Sarebbe molto fiera di te, Steve" e Peter sorrise.
"Anche i tuoi genitori lo sono. Ora possiamo andare. Abbiamo un pò di strada da fare"




grenade 💥 [stucky]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora