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Le due settimane seguenti furono molto movimentate. Tutti gli Avengers rimasti, tranne Carol che non era raggiungibile, aiutarono Tony a costruire la macchina del tempo e studiarono i luoghi dove recuperare le gemme. La mattina e pomeriggio la passavano lavorando, e la sera cenavano insieme e si divertivano.

"Quindi domani facciamo la missione?" chiese Nat mentre si sedeva sul divano.
"Abbiamo finito tutto e l'abbiamo anche collaudata. È andato tutto bene. Nessun intoppo, quindi domani lo facciamo" disse Tony mentre beveva il suo bicchiere di whisky.
"Che ne pensa Pepper del piano?"
"Lei è d'accordo. Vuole solo che gli altri siano felici" disse appoggiando il bicchiere vuoto sul tavolino lì affianco. "Comunque ti salutano entrambe a casa"
Lei sorrise. Adorava Pepper e Morgan da morire. Pepper è stata sempre gentile con lei ed è una delle sue più vecchie amiche; e Morgan era semplicemente unica.
"Ragazzi" disse Clint sedendosi vicino a Tony.
"Hey, com'è andata l'allenamento?" chiese Nat.
"Io ho fatto del mio meglio ma Cap è imbattibile"
"Non è vero. Mi hai dato del filo da torcere" disse sedendosi accanto a Natasha.
"Non sapete quanto sono contento. Avrò indietro quei mostriciattoli dei miei figli e mia moglie. Mi mancano tutti così tanto"
"A tutti manca qualcuno. Ora andiamo a dormire. Sarà una giornata impegnativa" disse Rhodey che stava andano nella sua stanza. Gli altri lo seguirono.
"Steve, ti va di rimanere ancora un paio di minuti?" chiese Tony. "Ci beviamo qualcosa"
"Tony le bottiglie-"
"Si lo so. Sono finite, ma se vieni nel mio laboratorio, te ne faccio una nuova e ci ubriachiamo insieme"
Steve esitò per un attimo e poi lo seguì.

"Allora, cos'è questa storia che le hai finite tutte? Nat non si è spiegata tanto bene" disse accendendo la luce del laboratorio.
"Un giorno, mi sembra due anni fa, durante  l'anniversario dello schiocco, sono andato al gruppo di sostegno e ho sentito tutte le persone parlare delle anime gemelle che avevano perso. Più ascoltavo quelle storie e più mi sentivo come se avessi un peso nel petto. Quando sono tornato a casa, ho preso tutte le bottiglie che ho trovato e ho iniziato a berle una dopo l'altra, senza sosta. Nat mi ha trovato prima che iniziassi la quarta bottiglia e quelle ancora piene, le ha buttate dentro il lavandino"
"Wow. Ci hai proprio dato dentro"
"Si. Sono rimasto chiuso in camera per due giorni con Nat che mi veniva a visitare ogni ora. Era così preoccupata" e Steve ridacchiò.
"Posso immaginare" disse prendendo gli ingredienti. "Possiamo parlare di una cosa?"
"Di cosa vorresti parlare?"
"Di Bucky. Ti sei confidato con qualcuno?"
"Cosa avrei dovuto dire?"
"Non lo so, tipo "Mi manca da morire il mio ragazzo" o qualcosa di simile"
"Ne ho parlato un paio di volte con Nat"
"E al gruppo di sosegno?"
"Come se potessi dire che sono gay e che ho perso il mio fidanzato. Ma perchè dobbiamo parlarne proprio adesso? Non capisco"
"Perchè mi sento in colpa. Ti conosco da un sacco di tempo, e so come sei fatto. Lo so che ti tieni tutto dentro. Sempre pronto ad aiutare gli altri ma quando si parla di te, ti tiri indietro. Avrei voluto aiutarti di più in questi anni e vederti di più "
"Ci siamo pur visti tantissime volte durante questi anni"
"Si ma abbiamo comunque perso i rapporti"
"A me non sembra" disse Steve e Tony ridacchiò.
Lui mise sul tavolo la bottiglia per Steve e poi tirò fuori una bottiglia di vodka e due bicchieri.
"All'amicizia ritrovata" disse Tony alzando il suo bicchiere.
"Salute" ed entrambi mandarono giù quello che avevano dentro il bicchiere.

Erano quasi le tre di notte quando Nat si svegliò. Sentiva un rumore ma non riusciva a capire cosa fosse. Andò in salotto, ma non trovò nessuno; poi sentì delle voci provenire dall'officina.
"Ma perchè siete ancora svegli-" chiese entrando e poi vide le bottiglie.
"Dimmi che hai bevuto solo una bottiglia" chiese a Steve.
Steve ancora un po' brillo disse: "Lo giuro" facendosi una croce sul cuore.
Tony si alzò. "Gli serviva una sbronza" sussurrò a Nat. "Steve andiamo a dormire"
"Dormire?"
"Hai bisogno di essere in forze per la missione. Buonanotte Nat" disse Tony portando Steve in camera sua.

"Siamo pronti?" Chiese Bruce.
"Prontissimi" risposero in coro gli altri.
"Ci vediamo tra un minuto" disse Nat prima che tutti entrassero nel loro anno prestabilito.
Tutti sorrisero prima dell'inizio del disastro.

Steve era riuscito a prendere la gemma della mente e stava per incotrare i suoi amici, ma entrambi sembravano disperati.
"Bruce?"
"Lui è già tornato. È riuscito a recuperare la pietra" disse Scott.
"E voi?"
"È successo un caso. L'abbiamo persa"
Steve li guardava. Ora erano senza una gemma. Lui non aveva idea di dove potevano trovare l'altra gemma. Thor aveva accennato che secoli fa, il Tesseract era in mano degli Asgardiani, ma se li avessero beccati, non avrebbero potuto usare nessuna scusa. Tony si alzò e Steve rivide lo sguardo che aveva già visto in tante altre missioni. Lo sguardo che gli veniva quando aveva un'idea.
"Scott, tu porta la gemma dell'anima alla base. Noi dobbiamo andare in un posto" disse Tony.
"Siete sicuri che non mi serva il mio aiuto?" Chiese Scott.
"Non mi fido di nessun altro per questo incarico" disse Steve dandogli la valigetta.
Scott sorrise e la prese. "Agli ordini. Tornate presto"
"Ci rivedrai prestissimo" e scomparvero.

"Cerca di non farti beccare mentre prendo la roba"
"Fingo di essere un soldato in una base piena di soldati. Credo di saperlo fare"
"Non ne ho dubbi" e Tony uscì velocemente dall'ascensore.
Steve si mise a camminare per i corridoi quando sentì che qualcuno parlava di lui ed entrò in una stanza. E si ritrovò nell'ufficio di Peggy. La vide e quasi ne rimase abbagliato. Anche se erano passati molti anni da quando si erano visti l'ultima volta, lei sembrava non essere cambiata. Aspettò che fosse da sola prima di bussare alla sua porta.
"Avanti" disse lei mentre sfogliava un fascicolo.
"Non vorrei interromperla, sono solo venuto a fare un saluto"
Lei si girò confusa e vide Steve con il cappello in mano. Si mise le mani alla bocca e corse ad abbracciarlo.
"Non ci credo, sei tu! C-come è possibile? Pensavo fossi morto!"
"È difficile da spiegare e non posso restare ancora per molto-"
"Ecco lì l'intruso!"
Steve si era rimesso velocemente il cappello.
"Mi scusi signorina Carter ma-"
"È tutto apposto Miriam, nessun intruso. Lui è James F. Walker, un mio vecchio amico e cugino di Steve Rogers"
Gli agenti se ne andarono e rimase solo la donna chiamata Miriam.
"Mi scusi signor Walker. Suo cugino è stato un esempio per tutti. Buona giornata" disse lei impanicata prima di uscire.
Lui la salutò abbassando la visiera del cappello.
"Adesso che hai tempo, ti va di raccontarmi come sta andando la tua vita?"
"Solo se mi dici come va la tua" e lei sorrise.

Tony uscì mentre parlava con suo padre. Cercò Steve con lo sguardo ma non lo vide.
"Bene, io devo andare. È stato bello parlare con lei" disse Howard Stark stringendo la mano.
"Anche per me signore"
"Howard!" Lo salutò Peggy mentre lei si avvicinava con un soldato.
Steve che cazzo fai?
Loro due si avvicinarono.
"Peggy che bello vederti. Chi è il tuo giovanotto con te?"
"Dovresti riconoscermi" disse Steve.
Lui rimase di sasso.
"Oh mio Dio. Sei vivo" e si abbracciarono.
"Sono in missione quindi è meglio se non mi faccio notare"
"Bella mossa idiota" disse Tony.
"Voi due vi conoscete?" chiese Howard confuso.
"Siamo in missione insieme" rispose Steve. "Ora noi dovremmo andare"
"Ultimo abbraccio prima di andare" disse Peggy.
"Riporta a casa Bucky" sussurrò lei stringendolo per l'ultima volta.
"Ricorda le cose che ho detto"
Howard lo pregava di restare ma dovevano andare e loro scomparvero dietro un edificio.
"Non dovevamo farci scoprire!"
"L'unico che si è fatto "scoprire" sono io"
"Lo so che erano tuoi amici ma potevi evitare"
"Ho avvisato Peggy così potrà aggiustare quello che è andato storto con lo SHIELD. Si potranno evitare altre morti"
"C'è altro che dovrai sapere? Cos'altro le hai detto?"
"Solo di me e Bucky. Nient'altro. Ora torniamo  casa" ed entrambi schiacciarono il pulsante.

grenade 💥 [stucky]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora