capitolo 5

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Vado verso il mobile, la finestra è aperta. Fuori c'è ermal che fuma. Questo almeno mi fa capire come io mi debba vestire. Prendo un maglione con il collo alto e lo infilo. Mi tolgo i pantaloni del pigiama e suonano alla porta. Mi guardo intorno in cerca di altri pantaloni, ma niente. Vabbe sarà allison cosa vuoi che succeda. Scendo di corsa ad aprire. Allison e dimitri stanno aspettando davanti alla porta
-che accoglienza- dice ridendo allison

-haha scusate non so dove ho messo i jeans, quindi li stavo cercando.- mi giro verso dimitri il quale sta sorridendo. -ciao dimi!- dico salutandolo con due baci sulle guancie. Risalgo in camera. Mi siedo a terra. Possibile che non riesca a trovare dei benedetti pantaloni? È tutto pronto, la valigia, ermal, la valigia di ermal. Bene, manco io. O meglio, mancano i miei pantaloni. Svuoto interamente il cassetto a terra. Li lancio da una parte i vestiti già controllati.
-è scoppiata una guerra?- dice ermal ridendo.

-magari, peggio- magari una guerra, sarebbe stato meno stressante.

-addirittura, cosa stai cercando?- dice mettendosi accanto a me

-dei jeans neri- si guarda intorno. Si alza e va verso la scrivania. Ricomincio a guardare tra i vestiti a terra.

-swa?- mi giro a guardarlo. -sono questi?- Mi alzo di scatto e vado verso lui.

-stai scherzando spero, dove cavolo stavano- è mezz'ora che li sto cercando.

-sulla sedia swa- dice ridendo. Li prendo e li infilo. 

-vieni così? Sei pronta?- dice sedendosi sul letto

-beh si come dovevo venire sennò-

-ti avrei preferito solo con le mutande, ma se insisti..-  dice avvicinandosi.

-ma ermal- dico ridendo. Ecco un lato di ermal che non sapevo era quello malizioso. Proprio no.
Scendiamo le scale e io quasi cado per la grandezza della mia valigia.
-dai a me va- dice prendendo la valigia. Io prendo la sua, ha a mala pena un trolley più piccolo di un suo terzo. Davvero io non so come fanno i maschi a mettere così poche cose dentro le valigie. Io come minimo ho portato due cambi a giorno. Cioè non riesco a stare con gli stessi vestiti lo stesso giorno. In meno di un'ora ci troviamo nello scialet in un paesino totalmente immerso nella neve. Posiamo le valigie ed usciamo subito a fare una passeggiata. Usciamo e metto le chiavi nella borsa. Mi prende la mano. Non lo ha mai fatto in pubblico. Penso che mi sta cercando di dimostrare qualcosa. E forse forse cos ta riuscendo.. anzi direi proprio di sì. Iniziamo a camminare tra viette piene di bancarelle stile montano. Casette di legno, con le luci sul tetto. Con una famiglia all'interno che cerca di guadagnare qualcosa per magari fare un semplice regalo. Passiamo e i loro volti sereni e così sorridenti, mi trasmettono una felicità assurda. Fin quando queste scene non mi fanno ripercorrere a ieri, che famiglia. Se si può davvero chiamare così. Ermal accellera il passo e automaticamente accellero anche io.
-piano ermal, che fai- mi tira sempre di più e quasi scivolo sul ghiaccio. Ma cosa sta facendo. Arriviamo ad un ponte, si ferma e si mette a guardare il lago ghiacciato.
-domani..- dice indicando il lago -ci stai?- ho capito. Ha intenzione di pattinare.

-ermal io non so pattinare..- dico guardandolo, ha delle doti nascoste e in realtà è un pattinatori professionista? Da vedere.

-ti insegno io dai- beh voglio proprio vedere. Ripercorriamo la stessa strada e torniamo in hotel. Mettiamo a cucinare un risotto ai funghi porcini. Ermal fa partire la musica "l'amore è" di Nigiotti. Mi prende dai fianchi e mi allontana dai fornelli, mi giro verso di lui e gli lascio un bacio a stampo. Sto bene quando sto con lui. Davvero tanto. Non avrei mai pensato che sarebbe diventato così tanto importante. Finisce con le spalle al muro e continuo a baciarlo, lo ha sempre fatto lui. Ora tocca a me. Gli tolgo delicatamente la maglietta. Suona il timer per la pasta. Entrambi ci spaventiamo tantissimo. Ermal si mette a ridere e ricomincia a baciarmi
-ermal aspetta il riso, sennò bruciamo tutto-

-ah si? E che intenzioni avevi?- dice lasciandomi andare. Quanto è stupido. Lo guardo e mi metto a ridere. Ok si sono imbarazzata, come minimo d'altronde. -sto aspettando eh-

-sei uno stupido- dico ridendo

-ah si?- si avvicina a me -vorrà dire che questo stupido lascerà un morso ad una ragazza di nome Swami Caputo, la conosci?- ah beh se la conosco. Inizia a inseguirli per la casa, ok magari me la vuole far pagare però cavolo i suoi morsi sul collo sono troppo dolorosi. Mi fermo.
-ermal fermati ti prego- dico con l'affanno.

-fermissimo, aspetterò anche tutta la vita. Ma prima o poi, più prima che poi, avrai un bel segno rosso sul collo. Ah e no, non sei allergica a nulla tranquilla- dice rimanendo immobile dall'altra parte del letto. Riscendo velocemente le scale dell'appartamento. Corro verso i fornelli e tolgo immediatamente il risotto dal fuoco. Lo metto in un piatto. Mi sento ermal alle mie spalle. Vabbe, prima o poi me lo dovrà fare questo succhiotto. Ci mettiamo entrambi sul divano, iniziamo a mangiare con la musica in sottofondo, e tanta ma tanta voglia dell'altro nell'aria.

io e te, di nuovo. Ci stai? |Ermal MetaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora