capitolo 13

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Salgo in macchina, pronta a ricominciare tutto. Di nuovo. Arrivo all'università di corsa, sono sempre in ritardo stranamente. Sono troppo stanca per capire le parole del professore. Si illumina lo schermo del mio telefono: "tutto ok?" rispondo subito ad ermal: "si sto facendo lezione🥵, tu tutto ok? Come procede il disco?" tolgo subito la suoneria prima che venga cacciata dall'aula. "una bomba, non vedo l'ora di fartelo sentire, ti lascio studiare torno a registrare chiamami quando hai finito le lezioni" che amore. Dovrebbe pensare al disco, e oltre al disco pensa anche a me. Non vedo l'ora di sentirlo, sarà una bomba sicuramente come dice lui. C'è una canzone che quando stavamo insieme mentre mi asciugavo sentivo qualche parola, non so se verrà inserita nel disco ma era veramente bellissima ricordo lui che con voce bassa diceva "voglio farmi un tatuaggio uno di quelli che ti penti, uno di quelli che nascondi alle cene con i parenti, voglio farmi un tatuaggio il tuo nome sul mio braccio che mentre guardo, mi ricordo di dimenticare.." poi niente più ho spento il phon e ha smesso di cantare ma continuava a giocare con la matita per dare il ritmo. È una scena bellissima la sua, capelli scompigliati a petto nudo per il caldo mentre io con diciannove coperte addosso per il freddo.
Ritorno con la mente in classe ma subito dopo suona la campanella. Metto velocemente tutto in borsa per uscire, oggi finalmente la mia giornata è finita e almeno posso chiamare il meta.
-tutto bene signorina? Ho visto che era molto distratta oggi- dice un professore fermandosi davanti a me per bloccarmi il passaggio. Bene, superiamo anche lui.
-eh si non sto tanto bene, infatti stavo andando giusto giusto a casa, quindi se non le dispiace..- cazzata, voglio solo tornare a casa cavolo dico spostandomi
-la accompagno in infermeria venga- dice prendendomi dal fianco opposto. Oddio ma che è oh. Mi scosto subito.
-mi scusi davvero, sarà per la prossima volta, ora sto andando- me ne vado, ma che davvero. Metto le airpods nelle orecchie e vado verso la fermata. Chiamo ermal ed al terzo squillo
-ei amore- esordisco
-amore, come stai?-
-stanca, tanto stanca ma ora sto tornando a casa-
-sei per strada?-
-esattamente, senti stavo pensando..quando mi fai sentire il disco?- dico ridendo, lo sa che scherzo ma non vedo veramente l'ora.
-tu quando vieni a milano?-
-ora mi chiedi troppo- arriva l'autobus e prendo posto alla fine del mezzo
-sto scherzando, forse tra un po' vengo io-
-io ora ho finito le lezioni mi manca l'ultima domani e poi devo dare l'ultimo esame-
-oh buono, senti so che ti da fastidio apparire in pubblico, stare al centro dell'attenzione. Però ho un evento a Bologna sabato, ti va?-
oddio.
-ermal lo sai, non mi piace il centro dell'attenzione, figurati ad un evento, con te-
-dai ti prego non è niente di che, canto due canzoni, ti presento tutti i miei amici e andiamo in hotel, da soli. Dai non mi puoi dire di no- penso, sabato. Sabato che devo fare? Nulla penso.
-ermal, niente foto, niente interviste, parlo per me, tu ne puoi fare quante te ne pare ma io sono nel mio angolo, capito?-
-fidati-
-ormai ti conosco ermal, saresti disposto a dire a tutto il mondo che stiamo insieme-
-perché no-
-eh?-
-sto scherzando per quello c'è tempo, ma prima o poi sei consapevole che dovranno saperlo, è difficile tenerlo nascosto per molto- ha ragione, ma almeno fammi realizzare che tra poco sarò odiata da 3/4 delle ragazze italiane.
-ei stai tranquilla, al tuo fianco ci sarò io, te lo prometto. Allora, vieni?-
-va bene- La linea cade. Scendo dall'autobus. Mi dispiace che la chiamata sia finita così, la linea qui non prende molto bene, se non a casa.
Inserisco le chiavi nelle serrature e appena apro la porta trovo Allison. Wow. Che ci fa qui?
-ei, come stai?- le chiedo
-bene grazie- risponde lei
-vuoi una mano con gli scatoloni?- si sta trasferendo dal suo ragazzo così ha bisogno delle cose.
-no grazie mi sta aspettando dimitri- apre la porta -swa, grazie per l'ospitalità, non vi ringrazierò mai abbastanza, queste sono le chiavi- e mi mette il suo mazzo di chiavi in mano, mi abbraccia ed esce. Strana questa ragazza, prima tutta scontrosa e ora tra un po' mi lecca i piedi. Mah vabbe. Salgo in camera e faccio partire il facetime con ermal. Lo schermo si riempe di una sua figura che sorride. Che cucciolo.
-ma che è successo prima- da dietro ermal vedo passare un sacco di gente, è in studio si vede quanto impegno ci sta mettendo per il nuovo album.
-è caduta la linea, stavo entrando in casa e ti ho chiamato direttamente dal computer, tu? Registrato quante canzoni oggi?-
-ancora poche, sabato te ne faccio sentire una-
-una?- faccio la finta offesa
-eh si, a proposito. Come ti vesti?- oddio è vero.
-non posso venire in tuta?- si swami, magari
-a me piaceresti comunque- sorrido, che stupido.
Mi alzo e vado verso l'armadio, tiro fuori i tre vestiti che ho. Glieli mostro e li indosso.
-allora quale?- dico stanca stendendomi sulla scrivania
-questo no, troppo scollato, poi ti guardano troppo- rimane serio, alzo lo sguardo -sto scherzando stupida, metti quelli che vuoi sei bellissima in tutti-
-senti stai diventando troppo dolce, dov'è finito il meta che faceva battute sulla sua ragazza?-
-vuoi che rinizio?-
-mhh, non lo so-
-dai fai la seria, sciogliti i capelli-
mi alzo vado verso lo specchio e mi sistemo i capelli, ok forse questo nero va bene, non né troppo elegante e neanche troppo scomodo.
-ma co chi stai a parla ermal- mi giro verso il computer e mi appare il fratello di ermal, rinald.
Madonna che imbarazzo.
-con Swami rinald, la mia ragazza, ti ho detto no?- mi avvicino e vado a sedermi di fronte
-ciao- dico io sorridendo, che carino che è ermal, parla a tutti di me💔
-ciao, dove vai così elegante!- dice toccando la spalla ad ermal tipo per dirgli di stare attento
-è il vestito per sabato, viene anche lei-
-oh beh allora ci vediamo sabato- dice facendomi una smorfia
-a sabato!-
-è bello strano vero?- sorrido, ok allora non mi sono accorta solo io di stargli leggermente antipatica..

io e te, di nuovo. Ci stai? |Ermal MetaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora