Mi risveglio nel mio letto. Gli occhi mi fanno malissimo. Mi alzo la testa mi gira fortissimo. Vado allo specchio, gli occhi gonfissimi. Ho bisogno di staccare, staccare da tutto, da tutti. Prendo il telefono e lo spengo, lo metto nel cassetto e lo richiudo a chiave. Ho paura che possano succedere anche altri casini dopo la foto di ieri. Vado verso l'armadio, prendo dei pantaloni e una maglietta. Scendono delle lacrime, la maglietta era quella di quando l'ho visto per la prima volta. La prima volta che i miei occhi hanno incrociato i suoi, e da lì non si sono mai separati. Fino a poco fa però. Perché qualcosa si è rotto, non qualcosa da poco. Prendo una scatola. Mi fa male, mi ha fatto male, mi farà ancora male vederlo. Meglio dimenticarlo. Devo dimenticarlo. Sono solo innamorata di uno stronzo.
-swami che cazzo stai dicendo- dico a me stessa, non sei innamorata. Lui non è innamorato, non ti avrebbe mai tradita. Mi scendono altre lacrime. Prendo velocemente la nostra foto, la sua felpa che mi ha regalato e tutto quello che riguarda anche solo il suo nome e lo chiudo in un altro cassetto. Esco di casa e vado a fare una corsa al parco, mi ha sempre aiutato a liberare la mente dai pensieri. Mi fermo un attimo al lato per riprendere fiato. Dall'altra sponda del lago intravedo un padre con due figli giocare a pallavolo. Ogni volta che vedo scene del genere mi viene in mente sempre mio padre, sempre se si può definire tale.
Il vento inizia a tirare fortissimo e le nuvole che passano sopra il sole rendono la situazione un po' più inquietante decido così di tornare dalle parti di casa in modo tale da ripararmi da un'eventuale temporale o nevicata.
Mi ritrovo improvvisamente su un letto di cui non so la proprietà. Mi guardo intorno, ma dove sono. In una camera maschile per forza. Una stanza ricoperta di poster di calciatori, mutande e calzini sporchi a terra. Ma dove sono finita. Entra dalla porta Jacopo, madonna mi ha fatto prendere un colpo.
-perché sono qui?- mi sistemo meglio nel suo letto così da fargli posto.
-sei svenuta-
-e mi hai portato qui-
-è camera mia, eri qua sotto casa cosa avrei dovuto fare? Lasciarti sotto la neve?- dice jacopo incazzato, ma che ha fatto.
-in caso ti ringrazio, ma che mi è successo- dico alzandomi e mettendomi seduta al bordo del letto. Ritenendolo scomodo mi alzo e vado verso di lui. Jacopo che prima era appoggiato alla sua scrivania viene verso di me e mi fa risedere subito.
-a saperlo, so solo che non ti posso far sforzare. Ho provato a chiamare qualcuno ma con la neve hanno alcuni problemi a venire. Capendo che non era grave come situazione ho preferito che tu ti svegliassi prima di portarti in ospedale- che carino
-tutto questo perché..-
-perché sei svenuta e non so in che modo, magari hai qualcosa di serio swa-
-ecco magari no eh- facciamo le corna
Mi alzo. "dove vai" mi continuava a chiedere, oddio ho 28 anni eh non ne ho 6 che so a malapena camminare. Scendo le scale di fretta e mi prende di nuovo una fitta al petto.
-passiamo prima a casa?-
-va bene- dice sbuffando, sembra che deve andarci jacopo all'ospedale oh.
Scendiamo dalla macchina e apro la porta di casa, aspetto che entri e chiudo subito per non far entrare il freddo.
-cambio il giubbotto e riusciamo, seguimi- lo porto nella mia camera. Non è mai venuto a casa nuova quindi ho anche insistito nel farlo scendere.
-è carina- dice sedendosi sul letto ancora disfatto. Dovrei dormirci di più qui, non mi prendo per niente cura della mia stanza. I vestiti di quando stavo decidendo cosa mettere per andare a bologna sono ancora per terra, mi fermo a guardarli. Strano quanto una persona che era la più importante per te prima possa diventare quella per cui provi le emozioni opposte, delusione, schifo chi più ne ha più ne metta.
-stai bene?- dice jacopo alzandosi e venendo verso di me.
-s,si- balbetto. Diciamo. Suonano alla porta, ma chi è. Scendiamo entrambi ad aprire. Non ci posso credere. Gli occhi mi si illuminano quando lo vedo. Ma cosa ci fa qui. Indietreggio e jacopo mi prende dai fianchi per evitare una nuova caduta.
-ermal meta?- esordisce jacopo. Bene, lo conosce. Andiamo avanti.
-tu saresti?- dice ermal entrando e chiudendo la porta.
-jacopo, un amico di swami- dice lasciandomi
-che ci fai qui- dico appoggiandomi alla porta
-sono il tuo ragazzo fino a prova contraria, no?- jacopo mi guarda con faccia interrogativa
-swami.. meglio se ti aspetto in macchina eh- si meglio, dice jacopo andando verso la porta -è stato un piacere..- dice stringendo la mano ad Ermal. Lui non fa niente e lo saluta semplicemente con un "si anche per me ciao". Questo comportamento mi ricorda tantissimo io con Allison, solo che almeno la mano gliel'ho stretta. Lui neanche quello. La porta alle mie spalle si chiude.
-cosa c'è ermal- dico sedendomi sul bordo del tavolo. Lui mi si avvicina. Io mi allontano. Non voglio che vada a finire come sempre, non è una cazzata quella che ha fatto e forse non ha ancora capito che con una persona che tradisce non ci voglio stare.
-che stavi facendo con quello- mi prende i fianchi, il suo tocco mi è mancato. Swami non ci cascare ti prego. Non di nuovo.
-stavo prendendo un giubbotto diverso- mi guarda dritto negli occhi come per vedere se stessi dicendo la verità. Madonna santissima che occhi.
Scendo dal tavolo ed ermal mi posiziona davanti alla porta. Cazzo non capisce proprio.
-fammi spiegare-
-ermal no cazzo! Non voglio sentire niente di tutta questa merda- dico urlando e scostandolo. Lui mi tiene ferma per i fianchi.
-lasciami stare!- dico urlando sempre di più. non si smuove.
-ermal lasciami cazzo- il tono aumenta e le lacrime iniziano a scendere. In questo periodo mi sta facendo male, troppo male. Prima era solo lui che mi tirava su il morale, ora tutto il contrario. -vattene via ti prego- dico cercandomi di liberare
-swami cazzo calmati!- dice sbattendomi alla porta facendomi stare ferma. Mi metto a piangere ancora di più, perché sono sempre così sensibile cazzo.
-ermal, ti ricordi "ti porto ad essere felice" sono tutt'altro che felice in questo periodo, evitavo di fartelo sapere perché so che ti fa male. Ma basta, non posso stare sempre più male io. Non penso di meritarmelo. Ermal è finita tra di noi. Ok? Lo hai capito? Ora ti prego va, ti prego- dico aprendo la porta. Gli scendono delle lacrime dagli occhi. Il mio cuore si spezza ancora di più. Non posso vederlo star male, ma contemporaneamente non posso star male io per una cosa che non ho fatto. Chiudo la porta mi siedo con la schiena appoggiata ad essa e scoppio di nuovo a piangere. Mi fa male, tanto male.
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io e te, di nuovo. Ci stai? |Ermal Meta
Fanficfanfiction su ermal meta -non sono una scrittrice -le situazioni e la storia in se sono totalmente inventati. -è il sequel di "io le odio le favole, e tu?" buona lettura :)