Massaggiai le mie tempie delicatamente, alzai gli occhi esasperata.
-Tutta colpa di Bethany.- dissi tra me e me, mentre inserivo i soldi nella macchinetta del caffè.
-Miller.-
-Beth.- risposi senza rivolgerle uno sguardo.
-L'allentamento.- esordì seria.
Guardi l'orologio sulla parete bianca.
-Cazzo.- imprecai, diedi un sorso al caffè e lo lasciai nelle mani di Bethany, ne fu felice.
Aprì la porta in nero, e mi ritrovai nella stanza di allenamento dipinta in grigiastro, vi erano quattro sagome umane, o meglio, bersagli, accanto ad essi c'era un sacco da box e dei guantoni.
Legai i capelli in una crocchia disordinata, lasciando qualche ciuffo ricadermi sulla fronte, indossai i guantoni e iniziai a sferrare pugni al sacco, mi allenai praticando anche qualche mossa di autodifesa.
Quando ebbi finito passai all'allenamento con la pistola, indossai degli occhiali in vetro, presi tra le mani la pistola in acciaio facendola roteare, notai che non c'erano colpi, così mi assicurai di caricarla.
Iniziai a sparare ad ogni bersaglio ripetutamente, creando dei buchi sulle sagome in cartone, per via della sbronza di ieri, ogni colpo lo percepivo più forte, rimbombava continuamente nella mia testa così forte da sembrare estenuante.
-Eccola!- esordì qualcuno alle mie spalle, mi girai e puntati la pistola istintivamente, quando notai che era Mark, abbassai la guardia.
-Sono solo io.- disse alzando le mani.
-È sveglia.- disse un uomo di mezz'età al mio capo.
Tolsi gli occhiali, gettandoli a terra, mi avvicinai facendo un rumore pesante con i miei anfibi.
-Miller.- dissi porgendo la mano. -Sharder Miller.- continuai.
-Cooper, Logan Cooper, direttore ufficiale della Modest Management.- sorrisi sforzata e girai lo sguardo verso quello che era Simon Cowell.
-Sharder Miller.- ripetei.
-Simon Cowell.- rispose serio.
-Beh, Sharder.- si intromise Mark -abbiamo osservato un po' il tuo allenamento.-
-Si.- rispose Logan -Sei in gamba.- continuò.
-Grazie mr.Cooper-
-Quanti anni hai?- mi chiese toccandosi la barba con l'indice.
-Diciannove.- sentenziai.
-Ammerievole.-
-Già.- disse Cowell.
-Beh.- mark si intromise ancora -andiamo nel mio ufficio.-
**
Logan e Simon erano seduti difronte a me, Mark era appoggiato al termosifone e mi lanciava occhiatacce fulminee.
-Allora, cosa vi serve?- chiesi lasciandomi andare sulla sedia.
-Già al sodo signorina?- chiese Logan con fare altezzoso.
-Non ho tempo da perdere.- risposi irritata.
Simon stava per ribattere, ma a salvarmi fu Bethany.
-Ecco i vostri caffè, signori.- disse poggiando il vassoio sulla scrivania, un'azione che usò per mostrare la scollatura a Simon, la solita.
Quando Beth fu congedata da Mark, riprendemmo il discorso.
Logan diede un sorso al caffè e iniziò a parlare.
-Signorina Miller, lei deve aiutarci.- sospirò -un nostro cantante temiamo sia in pericolo.- continuò.
-Chi?-chiesi
-È un membro degli One Direction.- esordì con quella punta di egocentrismo.
-Non sono pieni di bodyguard?- chiesi inarcando un sopracciglio.
Simon guardò Logan torvo, aspettando anche lui una risposta.
-Vedi Sharder.- fece una breve pausa -La cosa è molto più grave di quello che pensiamo.- sospirò ancora.
-Per parlare di questo,però, ce ne sarà tempo domani.-
-Non mi ha ancora risposto alla domanda dei bodyguard.- dissi irritata
-Ha ragione.- si intromise Simon.
-Abbiamo tanti bodyguard, ma abbiamo bisogno di qualcuno che stia più vicino di un bodyguard, capisce cosa intendo? Qualcuno che sia sempre presente.-
-Come una fidanzata.- ripetei tra me e me a bassa voce, anche se mi sentirono lo stesso.
-L'ho detto che era sveglia.- disse Logan guardando Simon.
-Quanto vengo pagata per fare la finta fidanzata felice e la babysitter?- chiesi acidamente.
-Più o meno, quanto guadagnano loro con una serata.- sorrise come qualcuno che la sapeva lunga.
Sospirai, era un'affare, d'altronde avrebbe salvato anche l'azienda.
-Ci vediamo domani.- disse Logan porgendomi un bigliettino da visita con numero e indirizzo della modest.
Studiai ogni suo movimento, fino a quando lui e Cowell non uscirono dall'ufficio.