Never give up.

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(Questo è un capitolo misto, nel senso che c'è sia il punto di vista di Niall che di Sharder, buona lettura.)

Sharder.
Erano passati tre mesi, tre mesi dal giorno in cui mi hanno diviso da Niall, l'unica persona con cui ero rimasta in contatto è stato Louis, nel mese in cui ho fatto una terapia privata per evitare la depressione mi era stato vicino più di qualsiasi altra persona, lui e Beth. Ero tornata a lavoro da ben due settimana, ora ero a Sydney per lavoro.
I miei capelli erano tornati castani, e quasi me ne pentivo, ma era decisamente il mio colore. Avevo rivoluzionato anche il mio guardaroba, per quanto mi riguarda avrei desiderato sentire Niall lamentarsi per i miei vestiti.
Uscii dalla doccia e poggiai addosso al mio corpo un accappatoio. Presi il telefono e digitai il numero di Louis.
-Sharder.- esordii felice.
-Louis, sei arrivato?- chiesi.
-Certo sono nel SUV.-
-Avete molti fan qui?-
-Abbastanza per farmi venire il mal di testa.- ridacchiò.
-Ci vediamo stasera?- chiesi.
-Certo. A dopo.- stavo per riattaccare ma sentii quella risata, quella che non sentivo da tre mesi, quella risata che ha accompagnato le mie urla, la risata di quel ragazzo che non prendeva nulla sul serio.
Mi appoggiai lentamente sul divanetto della suite.
Non poteva procurami ancora tutte quelle emozioni, come la prima volta che l'ascoltai in quell'ufficio.
Non sentivo Niall da tre mesi, da quel giorno. Quel giorno in cui ho visto portarmelo via. Non c'era un giorno in cui io non pensavo a Niall. Qualsiasi cosa mi circondasse mi ricordava lui, mi ricordava i suoi occhi, il suo essere così stranamente Niall.
Mi mancava, vivevo con il vuoto che mi aveva lasciato, non c'era una notte dove io non lo sognavo, e mi svegliavo con il desiderio di toccare ancora quelle braccia, di sentirle intrecciate alle mie.

Niall.

Erano passati più di tre mesi dall'accaduto, da quando la Modest mi aveva portato via Sharder. L'unica persona con cui era rimasta in contatto era Louis.
Mi aveva raccontato che i suoi capelli erano tornati scuri, e le ferite erano diventate finalmente cicatrici. Louis mi ha raccontato che appena uscì dall'ospedale entrò in terapia privata, dove sfuggì alla depressione. Sharder era il mio pensiero ogni giorno da tre mesi a questa parte. Nessuno sapeva quanto mi mancasse. Con Barbara era finita avevamo deciso di restare separati e smetterla con questa messa in scena che la Modest fece subito dopo 'la rottura' con Sharder.
Sono sempre stato innamorato di lei, e l'ho capito troppo tardi. Lei è quasi morta per salvare la vita a qualcuno come me, che le ha dato fastidio giorno e notte.
-Louis con questi capelli sembra un vero divo Hollywoodiano.- disse Harry al castano mentre parlava al telefono, non potei fare a meno di ridere, più che per la battuta risi per il tono.
-Chi era?- chiesi non appena chiuse la chiamata.
-Sharder, è a Sydney per lavoro.- sentenziò guardandomi. Nel SUV calò il silenzio, i ragazzi cambiarono discorso subito dopo, Louis ogni tanto mi guardava cercando di capire cosa mi stesse passando per la testa.
Arrivammo in albergo, andai in camera mia senza guardare nessuno, senza parlare, solo sentirla nominare era come una voragine che mi inghiottiva, perché a volte ami così tanto qualcuno e più questa persona è vicino a te, più senti caderti il mondo a pezzi.
Qualcuno bussò alla porta della mia camera.
-Avanti.- sussurrai mentre ero nel letto.
-Depresso Horan?- chiese Louis entrando.
-Lo sai il motivo.- sputai.
-Niall, non potevo lasciarti in ospedale, l'avresti uccisa.- sbottò.
-Io volevo stargli vicino.- sbraitai nervoso.
-Ma Logan ti ha portato Barbara, e non potevi.- mi aggredì
-Tu non capisci.- urlai prendendo a calci un comodino.
-Lo sai con chi stai parlando Niall? Sono quattro anni che oramai io ed Harry ci nascondiamo.- sentenziò nervoso.
Sospirai passandomi una mano sul viso -Scusa Lou.- sussurrai.
-Vai a riprenderti ciò che è tuo.- mi posò le mani sulle spalle.
-Come?-
-Prima di tutto vai al piano superiore e bussa alla camera 768, poi si vede.- mi fece l'occhiolino. Sharder era qui, ed ora capivo perché Louis avesse insistito così tanto per stare in questo albergo. Sorrisi al mio amico dandogli una pacca sulla spalla, uscii dalla mia camera e andai nella direzione dell'ascensore.
Mi aggiustai velocemente i capelli davanti allo specchio dell'ascensore.
-Sei Niall Horan?- mi chiese una donna. Annuii sorridendo -Oh, mia figlia è una vostra fan, puoi farmi in autografo?- chiese gentilmente. Scrissi su un foglio la mia firma, appena in tempo perché subito dopo l'ascensore si fermò al piano dove alloggiava Sharder.
Iniziai a girovagare per i corridoi cercando la sua camera.
-Non me ne frega un cazzo!- urlò qualcuno, mi chiesi chi era la pazza schizzata che urlava in un albergo così lussuoso, quando sentii di nuovo quella voce, realizzai chi era l'isterica.
Stava litigando con l'uomo delle pulizie, filippino penso.
-Dammi la mia cazzo di asciugamano.- sbraitò, in quel momento non potei fare a meno di sorrider, nessuno sapeva quanto era vuota casa mia senza Sharder, tornare a casa e non trovare nessuno che urlava contro la tv doveva essere rilassante, ma per me era straziante.
-Signorina, ma la devo lavare.- disse gentilmente il filippino.
-Ma quella cosa.- disse indicandola -L'ho portata da casa mia, cosa cazzo ti vuoi lavare?- sbottò, in quel momento non resistetti più e scoppiai a ridere, si girarono entrambi verso la mia direzione. Sharder sbiancò.
-Posso confermare che è la sua.- mi intromisi.
-Scusa signor Horan.- il filippino lasciò l'asciugamano a Sharder e ci lasciò da soli.
-Grazie.- sussurrò.
-Sharder.- la richiamai. Alzò la testa e mi guardo negli occhi, il castano risaltava i suoi occhi chiari.
-Niall, cosa vuoi?- sbottò. -Non ti è bastato lasciarmi sola?- chiese irritata.
-Lo sai che non è dipeso da me.- sentenziai, la vidi abbassare lo sguardo, stava ricordando ogni singolo dettaglio di quel giorno.
-Perché sei qui?- chiese dopo un bel po' di silenzio.
-Per dirti tre cose.- deglutii nervoso. -La prima è che non ho mai smesso di pensarti.-
-Neanche io, Niall.- sussurò.
-La seconda è che ti amo.- la vidi passarsi la lingua sulle labbra.
-Sai già che non ho mai smesso di amarti.- rispose acida.
-La terza?- continuò.
-Vuoi riprovarci?- passai una mano sul suo viso la vidi chiudere gli occhi al mio tocco. -Sharder e Niall, nessuna Monica.- senrenziai.
-Mi sopporterai?- chiese -Sopporterai il mio carattere?- mi avvicinai al suo viso -Ovvio che lo farò.- sussurrai, la vidi sorridere, poggiò le sue braccia dietro al mio collo -Sharder, per favore mettiti i tuoi soliti vestiti da barbona,questi non ti donano.-sorrisi.
-Perchè?- chiese diverita.
-Mi fanno dare di matto.- ridacchiai.
-Ti odio.- disse.
-La cosa è reciproca.- sfiorai le sue labbra con le mie, fino ad approfondire il bacio, Sharder era finalmente mia, ed io finalmente suo.
A volte non importa quanto bella sia una ragazza, a volte basta vedere la sua forza durante una battaglia per innamorarti, tutta la vita.

Undercover||Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora