-Buongiorno.- sibilai non appena entrai nell'enorme stanza -decisamente troppo bianca.-
-One Direction, lei è Sharder Miller.- disse Logan, dieci occhi furono puntati su di me. Cinque ragazzi erano seduti su un divanetto in pelle.
Mi avvicinai facendo il solito rumore con i miei anfibi.
Le cinque figure si alzarono dal divano venendomi incontro.
-Piacere io sono Louis Tomlison.- aveva il ciuffo alzato, della barba li contornava le labbra sottili.
Subito dopo si avvicinò a me, un ragazzo con la pelle olivastra.
-Io sono Zayn Malik.- sorrise dolcemente, ma non ricambiai, non ero quel tipo di persona che sorrideva di rimando.
-Ed io Liam Payne.- disse alzando la mano.
-Sembri la brutta copia di David Beckham.- sputai senza sentimenti, Liam sorrise imbarazzato.
Una voce roca iniziò a parlare, mi girai a fissarlo mi scontrai con due iridi verdi.
-Sono Harry, Harry Styles.- annuii scocciata -Ha chiamato Tarzan.- risposi, il ragazzo corrugò le sopracciglia -Ha detto che devi restituirgli la parruca.- fu in quel momento che sentii una risata calda, appagante, mi girai nella direzione del suono e vi rivelò un ragazzo biondo dalle irridi azzurre.
-E tu?- chiesi io acidamente.
-Horan, Niall Horan.- sorrise, inarcai il sopracciglio destro -Sono il ragazzo che devi proteggere.- continuò secco, quasi come se quelle parole fossero delle lame.
-Tu sei il mio finto ragazzo?- lo indicai.
-Già.- disse senza emozioni, o forse si, un'emozione c'era, il suo tono era amaro, quasi stanco accompagnato da un accento che probabilmente era irlandese.
-Accomodatevi signori. - ci interruppe Logan. Mi sedetti su una sedia riposta difronte la scrivania.
-Cosa fai nella vita Sharder?- mi chiese Liam.
Mi girai a fissarlo, aspettai un po' prima di rispondere -Uccido.- dissi scandendo bene la parola.
-Non ci avevi detto che era Mercoledì degli Adams cresciuta.- disse Louis a Logan.
Logan ridacchiò -Ve l'ho detto che è una tosta.- il suo sguardo si posò su di me, lo guardai fulmineo, dovevo lavorare per uno che si credeva simpatico, uno nervosamente silenzioso, David Beckham dei poveri, Tarzan, e il folletto irlandese, già odiavo questa situazione.
**
-Ricapitolando.- dissi guardando lo schermo della tv, e alcune foto sulla scrivania. -abbiamo questo uomo o donna con questa maschera, che è presente vicino a Niall, ogni volta, con un'arma in mano.- feci una breve pausa -È presente solo quando c'è folla.- dissi a bassa voce voce analizzando le foto.
-Forse vuole uccidere le fan.- disse Harry, lo guardai in malo modo.
-Se avesse voluto uccidere una fan, l'avrebbe già fatto dato che non se le incula nessuno.- dissi decisa.
-Ha ragione.- si intromise Zayn -Le fan sono considerate solo da noi, se ne uccidono una, possono ferirci, ma non così gravemente.- si fermò un attimo e poi ricominciò a parlare -Voglio dire, per noi sono importanti, ma abbiamo fan in tutto il mondo, il mondo è pieno di persone, sai quante fan sono morte e noi neanche lo sappiamo.- Quel ragazzo fin'ora mi sembrava il più intelligente.
-Bene.- dissi - Ora che mi sono fatta un'idea, so come agire, dove alloggerò?- chiesi a Logan.
-Credo che sia ovvio, a casa di Horan.-
In quel momento avevo una marea di insulti che frullavano nella mia testa che decisi semplicemente di annuire.
-Ma prima.-
-Prima?-
-Dobbiamo rinnovarti.- sorrise maliziosamente -Horan e Miller seguitemi.-
-Ci si vede ragazzi.- disse Niall salutando gli amici.
Uscimmo dal ufficio e sentivo gli occhi del biondo puntati su di me, quasi come se volesse studiarmi. -Se guardi ancora, ti cavo gli occhi.- dissi senza distogliere lo sguardo dal corridoio dove stavamo camminando, lo vidi abbassare la testa e arrossire, sembrava un cucciolo smarrito, ma ero fermamente convinta che proprio la sua aria angelica era pericolosa.
Logan aprì una porta in rosso, dentro vi era una sottospecie di salone di bellezza ed io stavo per vomitare. Una bimba bionda andò incontro a Niall.
-Ciao piccola Lux.- disse prendendola in braccia, ma non mi feci intenerire.
-Io sono Lou, la truccatrice dei ragazzi.- disse una donna che stranamente mi stava simpatica. Una donna con delle curve eccessive e la pelle mulatta mi si avvicinò.
-Questo è il guardaroba che dovrai indossare quando uscirai.- lo guardai disgustata, erano abiti così femminili che non avevo mai indossato in vita mia.
Logan mi si avvicinò a me. -Da oggi sei Monica Miller, una modella di origini tedesche.- disse porgendomi passaporto,carta d'identità e patete,notai che nelle foto avevo dei capelli biondi.
-perché sono bionda?- chiesi alzando la patente.
-È la tinta che Lou ti farà.- sorrise -Ora miei cari, ho del lavoro da sbrigare, ciao Sharder, o meglio..- fece una breve pausa -Monica.- mi fece l'occhiolino e lasciò la stanza. Guardai Niall il quale mi mimò un "mi dispiace" con le labbra.
-Mi dispiace.- mi disse Lou -fa parte del mercato che la ragazza o meglio la finta.- si corresse -Di uno di loro deve essere importante nel mondo dello spettacolo.- le sorrisi debolmente.
**
Casa di Niall era tremendamente bella.
-Non potevano mettermi una parrucca?- chiesi al biondo non appena entrai, mi sfilai i tacchi lanciandoli vicino al divano.
Appoggiai le valigie a terra e presi la fodera dove avevo riposto il localizzatore. Andai vicino al tavolo dove Niall si era seduto su una sedia a fissare il vuoto.
-Questo.- dissi estraendolo -Devi indossarlo ogni volta.-
Presi il mac e il mio smartphone registrai Niall con il localizzatore.
-Perchè?- chiese
Sbuffai divertita -Perchè?- chiesi ironica -Perché c'è un pazzo isterico che forse vuole tagliarti la gola o peggio spararti in bocca.- sospirai nervosamente -Devo sapere dove cazzo stai anche quando non sto al tuo fianco.- sbraitai nervosa.
-Sinceramente, ho più paura di te.- sbottò divertito.
Appoggiai le mani sul tavolo facendolo sobbalzare -Qui c'è in gioco la tua vita, ed ora fai ciò che dico io.- chiusi il Mac violentemente e lo appoggiai su una scrivania in salotto.
Sentii dei passi alle mie spalle -Mi dispiace per tutto.- disse Niall, alzai la testa e osservai il muro, chiusi gli occhi. Sapevo come si sentiva, ma non potevo mostrarmi debole, era una brutta situazione ed io, l'avrei tirato fuori.
-Sei pronta per l'apparizione che dobbiamo fare stasera in quel ristorante?- mi chiese tutto d'un fiato, mi girai a fissarlo, i suoi occhi erano tristi, erano un pugnale, c'era in gioco la vita di entrambi, dovevo essere io la più forte -È il mio lavoro.-
Annuì semplicemente con il capo.
È strano essere catapultati in un altro mondo, ora ero una modella, anzi finta, mi avevano creato un finto account di Twitter e instagram, mi chiamavo Monica Miller avevo già milioni di followers e RT, che lo volessi o no, la modest era potente, c'erano delle mie finte foto che avevo scattato chissà per quale rivista, la realtà era che non avevo mai scattato quelle foto, era stato Photoshop a fare tutto.
Era una missione più grande di me, ma come dice Ronald, avevo scelto io questa vita, o meglio, lei aveva scelto me.