Terremoto (YukiKishi)

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Tornò a casa distrutto. Era finalmente finito il suo turno da ventitré ore e non vedeva l'ora di tornare a casa. La giornata era stata più faticosa del previsto. Poche ore prima della fine del suo turno un terremoto aveva rotto numerose abitazioni ed anche palazzi con quaranta piani. Dovette infatti entrare in uno di quelli per salvare le persone che erano rimaste incastrate sotto le macerie. Pur troppo per lui molte persone erano già morte prima del suo arrivo mentre altre morirono davanti ai suoi occhi. Era doloroso vedere famiglie e vite distruggersi davanti a lui. Era duro sapere di non poter fare nient'altro per aiutare. Il tragitto dalla caserma dei vigili del fuoco a casa sua durava di solito sui dieci minuti un quarto d'ora massimo, adesso ci stava mettendo un ora. Le strade erano sbarrate, la gente attraversava la strada senza guardare e poi c'era un traffico da mettere paura. Il ragazzo sbuffò e accese il cellulare per chiamare il suo ragazzo che lo stava sicuramente cercando. Il blu scuro compose il numero di telefono ma nessuno rispose. Ci provo un'altra volta ma la chiamata fu irraggiungibile. Le linee telefoniche erano intasate visto che c'era sia il panico che il fuggi fuggi generale. Il ragazzo sospirò e decise di fare un altra strada. Non era una vera e propria scorciatoia ma di solito ci passavano meno macchine visto che era in piena campagna. Arrivato sulla stradina laterale, anche essa intasata, lasciò cadere in dietro la testa sbattendo contro il sedile. Decise allora di prendere il cellulare e lasciare un messaggio vocale.

-Hey, amore sono io. Senti arriverò un po' tardi a casa, le strade sono tutte intasate. Ti volevo solo dire che sto bene e non è successo niente alla nostra caserma. Il capitano si è solo procurato uno strappo ad un muscolo della schiena, niente di grave. Ci vediamo fra un po'.

Il traffico davanti a se sembrò scorrere finalmente un po' facendomi avanzare un bel pezzo. Ad un certo punto però trovo delle sbarre con dei poliziotti che chiedevano la direzione. Appena arrivato dai poliziotti un suo amico gli si avvicinò e lui abbassò il finestrino.

-Ciao, Njord che ci fai qui?, chiese Doug tranquillo.

-Sto tornando a casa, cos'è successo? Perché ci sono delle sbarre là giù.

Doug distolse lo sguardo per qualche secondo prima di riguardare Njord dritto negli'occhi. Doug si tolse gli occhiali da sole.

-Sono crollati molti palazzi dalle tue parti... l'appartamento color fiordaliso è crollato sul tuo. La caserma 119 ha già iniziato a perlustrare il palazzo dove vivi tu. Non so ancora chi hanno trovato e chi no, mi dispiace non posso dirti altro.

Il mondo gli crollò addosso in tre secondi. Nel suo palazzo non c'erano solo dei suoi amici ma anche il suo fidanzato che aveva un giorno libero dopo le ventiquattrore di turno all'ospedale.

-Devo passare Doug!

-Non puoi, Njord. La strada è chiusa è pericoloso.

Njord non prestò attenzione Doug. Scese dalla macchina e corse fino alla sua abitazione. Arrivato lì vide il capitano dei vigili del fuoco e un altro uscire con in ragazzo su una barella. La speranza di vedere il suo ragazzo sulla barella gli fece fare uno scatto verso il capitano dell' uno diciannove.

-Capitano Kane!, gridò Njord correndo verso il capitano.

Hurley si girò di scatto e il sorriso che aveva stampato in volto svanì. Diede il ragazzo sulla barella in custodia ai dottori e andò verso Njord.

-Njord, sono contento di vederti al meno non dovremo cercare anche te!

-Avete trovato Bay? Ditemi di sì non posso perderlo adesso!

-Ecco v....,iniziò Hurley ma fu interrotto da un vigile del fuoco.

-Capitano serve il suo aiuto abbiamo trovato un'altro sopravvissuto!

-Scusami devo andare!, disse Huley prima di sparire tra le macerie.

Njord si avviò allora verso il pezzo di strada allestito apposta per le persone salvate e bisognose di cure. Squadrò ogni singola persona seduta sopra dei letti improvvisati. Cercava i capelli viola scuro del fidanzato. Guardava da una parte all'altra senza successo. Poi una chioma viola spuntò da dietro un'infermiere. Njord si avvicinò e gridò il suo nome solo che la persona non si girò. Arrivato a pochi centimetri vide che non era Bay.

-Veloci! Deve andare di urgenza all'ospedale! Snio vieni qui!,  gridò Hurley spingendo una barella.

Njord si girò istantaneamente e corse verso l'ambulanza. Bay era quasi irriconoscibile. Era pieno di graffi e tagli per non parlare della polvere e cemento sgretolato che lo ricoprivano completamente. Nord saltò dell'ambulanza seguito da Hurley e la barella.

-Tranquillo piccolo vedrai che tutto andrà bene, sussurrò Njord al fidanzato.

Hurley sorrise prima di concentrarsi nel stabilizzare Bay. Il viola aveva gli occhi chiusi e la metà del viso coperta dalla maschera che gli dava l'ossigeno. Una volta arrivati all'ospedale Bay fu operato d'urgenza mentre Njord dovette restare in sala d'attesa.

-Dove sono?, mormorò Bay con voce rauca.

Njord si tolse subito la mani dalla faccia e si si avvicinò a lui. Gli prese la sua mano sinistra e la baciò.

-Sei all'ospedale. La casa è crollata e sono riusciti a salvarti. Ti hanno dovuto operare d'urgenza ed è andato tutto bene.

Bay annuì e posò la sua testa sulla spalla di Njord che si era oramai seduto accanto al viola.

















Inazuma OsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora