Inazuma Os

Auguri(Sole d'infanzia)

La povera Lina stava già correndo da tutto il giorno in su ed in giù. Essendo la più grande del Sole d'infanzia doveva prendersi cura dei più piccoli. Erano arrivati due bambini nuovi pochi giorni prima, uno dei due piccoli aveva i capelli bianchi e l'altro verdi. Entrambi restavano sempre in disparte. Anche se alla fine Claude andava sempre da Bryce,il bianco, per infastidirlo. Isabelle restava con Xavier oppure con una delle ragazze a giocare a calcio, fare delle treccine o comunque stare insieme. Dave preferiva giocare ai videogiochi con dei suoi amici. Lina era preoccupata per Jordan,il verde. Bryce bisticciava sempre con Claude, non restando quindi mai da solo. Jordan invece stava sempre per i fatti suoi a leggere oppure a guardare le farfalle che svolazzavano libere tra i fiori.

-Xavier, tesoro vieni qui!, lo chiamò Lina.

Il rosso fuoco corse da lei e le saltò addosso per abbracciarla. Lui amava la sua sorellona più di ogni altra cosa sulla terra. La ragazza infatti faceva di tutto e di più per tutti i suoi fratelli e sorelle. Lei li amava più di tutto l'oro del mondo, li amava tanto quanto suo padre.

-Cosa c'è Lina?, chiese Xavier con il suo solito sorriso.

Lina si accovacciò ed indicò con un dito il piccolo Jordan che stava seduto da solo sotto l'albero.

-Perché non cerchi di fare amicizia con Jordan? Sta sempre solo poverino.

-Ci ho provato ieri ma mi ha cacciato. Poi sembra anche una bambina con i suoi capelli lunghi.

-Xavier, lui ha solo paura. Anche tu restavi sempre in disparte all'inizio sai. Provaci di nuovo vedrai che troverete di cosa parlare. Solo perché ha i capelli lunghi non vuol dire che deve per forza essere una bimba, guarda Dave. Anche lui ha i capelli più lunghi.

Xavier annuì e diede un bacio sulla guancia di Lina prima di andare verso Jordan. Lina sorrise appena vide Jordan che sorrideva a sua volta quando Xavier aveva iniziato a parlare di farfalle. La ragazzi si sedette poi sul divano per rilassarsi qualche istante perché non si era fermata un minuto dal mattino presto.

-Lina! Lina! Claude e Bryce si stanno picchiando di nuovo!, grido una bambina dal giardino.

Lina sbuffò e si alzò rapidamente per poi andare in giardino. Claude e Bryce si stavano tirando i capelli a vicenda e il rosso aveva la felpa un po' strappata da un lato. Lina li divise tirandoli per l'orecchio.

-Adesso basta voi due! Ma è mai possibile che litighiate ogni santo giorno?

-Scusa..., mormorarono i due in unisono.

Claude fece poi la linguaccia a Bryce che rispose alla stessa maniera. Lina sospirò di nuovo e li fece sedere sul divano, uno da una parte e l'altro dall'altra.

-Visto che vi piace tanto darvi fastidio, voi rimarrete sia oggi che domani insieme e se vi sento litigare anche solo una sola volta vi punisco per due mesi, intesi?

Sia Claude che Bryce annuirono impauriti. Lina era diventata tutta rossa in volto e i due sapevano benissimo cosa voleva dire avere una Lina arrabbiata davanti a se. I due si abbracciarono in segno di pace e Lina annuì soddisfatta.

-Lina, guarda ti ho fatto una corona di fiori!, gridò Isabelle entrando tutta fiera in stanza.

La piccola dai capelli blu e bianchi gli porse la corona di fiori. Lina le sorrise e la mise in testa. I fiordalisi e le margherite si sposavano benissimo con la carnagione di Lina e con il suo sorriso raggiante.

-Ragazzi ci facciamo una partita a calcio?, chiese Dave con il pallone in mano.

-Io faccio il capitano!, esclamò Bryce.

-No, lo faccio io!, replicò Claude irritato.

-Cosa avevamo detto?, disse Lina severa.

I due guardarono a terra, poi sfrecciarono fuori per giocare a calcio con il resto dei bambini. Gli unici due che non giocarono furono Jordan e Xavier. I due ormai amici andarono da Lina che nel frattempo si era seduta sul divano sfinita.

-Lina possiamo stare qui con te?, sussurrò Jordan.

Lina rimase basita. Non aveva mai sentito la voce di Jordan fino a quel preciso istante.

-Visto non è stato poi così difficile parlare!, esclamò Xavier sorridendo come sempre.

Jordan gli sorrise e Lina annuì contenta. I tre decisero di vedersi un film. Solo che Lina si addormentò più o meno a metà di esso. Jordan e Xavier la coprirono come faceva lei quando si addormentavano loro.

Lei si svegliò qualche ora dopo e sorrise appena vide i suoi fratellini e sorelline tutti davanti a lei. C'erano palloncini, stelle filanti e cappellini da per tutto. Il tavolo era pieno di dolci, patatine, popcorn eccetera. Il padre era seduto al tavolo e sorrideva anche lui.

-Tanti auguri sorellona!!, gridarono tutti i bambini in coro.

-Pensavo vi foste dimenticati!, replicò la più grande con le lacrime agli occhi.

Il padre le si avvicinò e le posò una mano sulla spalla.

-Non ci saremmo mai dimenticati di te figliola. Tanti auguri!

Lina sorrise ancora di più e aprì le braccia per abbracciare tutti. Dopo l'abbraccio di gruppo tutti si sedettero al tavolo ed iniziarono a cantarle 'tanti auguri' come sempre. Dopo aver spento le candeline i bambini le portarono dei regalini tutti fatti a mano. Alcuni avevano fatto dei disegni, altri delle collanine con dei cristalli, altri ancora dei piccoli modellini di plastilina.

-Non dovevate farmi niente!, esclamò la ragazza con delle lacrime di gioia che le scendevano giù per le guance.

-Ti prendi sempre cura di noi sorellona te li meriti!, rispose Isabelle.

-Vi voglio tanto bene piccoletti!

-Anche noi e non pensare che io te lo ripeta sempre eh!, disse Claude incrociando le braccine.

Tutti scoppiarono in una risata. Purtroppo la giovane dovette rientrare a casa visto che si era fatto tardi. Lei viveva infatti con il padre vicino l'orfanotrofio.

-Il mio di regalo si trova nella tua stanza tesoro, disse il padre dandogli un bacio sulla testa.

-Grazie papà!, replicò lei abbracciandolo.

Lei salì velocemente in camera e appena aprì la porta rimase a bocca aperta. Una parete era ricoperta di foto di lei con il padre ed i bambini dell'orfanotrofio. Sul letto c'era anche un grande peluche a forma di panda. Lei si addormentò infatti dopo poco con il peluche fra le braccia ed un sorrisone stampato in volto.