il marinaio innamorato delle onde

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La dolce melodia che suonavano quelle onde azzurre lo aveva catturato. Sedeva come ogni giorno sulla scogliera e guardava davanti a se ascoltando con molto piacere quella soave melodia.

Tutto iniziò poco tempo prima quando per la prima volta sentì un canto melodioso. Un canto così bello che non poté far altro se non ascoltare. Si sedette sullo scoglio e chiuse gli occhi. Lo stesso fece per i giorni seguenti finché non vide per la prima volta a chi apparteneva quella voce. Una sirena con una magnifica coda color argento. I loro sguardi s'incrociarono ma non accadde nulla. Lei si avvicinò solo di più al marinaio e gli donò un bracciale con una conchiglia come ciondolo. Lui strinse il dono nella mano e le sorrise. Lei rispose al sorriso prima di andarsene.

Ogni giorno alla stessa ora i due si incontrarono lì, non parlarono mai. Lei cantava ogni giorno una o due canzoni e per il tempo restante i due si guardavano degli occhi senza proferire parola. La loro routine cambiò un giorno drasticamente.

- Partirò domani all'alba. Dobbiamo trasportare un carico importante, disse il giovane con tristezza.

- Oh, non preoccuparti ci rivedremo presto. Ti ho donato un bracciale, iniziò lei.

Il marinaio annuì mostrandole il suo polso.

- Se succede qualcosa il bracciale me lo dirà ed io verrò ad aiutarti.

- Sei come un'angelo custode quindi?, rise il moro.

- Più o meno. Il bracciale rappresenta un'accordo. La mia vita per la tua. Mi sono innamorata di te anche se non ci siamo mai scambiato una parola. Se una sirena si innamora di un umano, deve stringere un patto. La sua vita per quella del suo amato.

- Non voglio che tu metta a repentaglio la tua vita per me!

- È un privilegio e un'onore morire per l'amato. Una volta morta diventerò schiuma, disse lei.

Il moro che teneva a bagno solo i piedi entrò completamente in acqua. Si avvicinò a lei e la baciò. Come addio.

Il giovane salì sulla nave con il suo capitano che aveva un sorriso smagliante. Il capitano portava il sorriso dell'orgoglio e della fierezza. Aveva puntato tutto su questa squadra di giovani che aveva scelto personalmente. Tutto il paese si era radunato al porto per salutare i giovani che stavano per partire. Era un'onore per quei giovani ragazzi poter trasportare quel carico importante. Era uno scambio che doveva restaurare la pace fra le due città. L'equipaggio salutò famiglia e future mogli prima di raggiungere il capitano.

- Non hai nessuno da salutare?, domandò il capitano al moro.

- No, rispose l'altro senza far trapelare un minimo di emozioni.

Il moro andò subito verso il timone lasciando il suo capitano solo. Il giovane uomo lo guardò con compassione. I due si conoscevano oramai da sempre. Il capitano aveva sposato l'amore della sua vita poche settimane prima, la donna era la sola persona che attendeva con ansia il suo ritorno.

- Capitano! Guardi! Il temporale sta peggiorando!, gridò il marinaio più giovane a bordo.

- Andate tutti sotto coperto, la dovrebbe essere più sicuro!, gridò il capitano.

- Non ti lascio qui da solo! Ora tu hai una moglie, io non ho niente da perdere! Raggiungi gli altri capitano.

- Sono io il capitano, sono io che mi devo sacrificare per gli altri.

- No, tu hai già fatto abbastanza. Ora è il mio turno di ricambiare il favore. Vai sotto coperto.

Il capitano annuì, vide negli occhi color ghiaccio dell'amico come un fuoco ardente. Sapeva di non poter far altro se non accettare la sua proposta. Il capitano raggiunse i marinai ed iniziò a contare se erano tutti presenti all'appello. Contò più volte accertandosi di non sbagliare.

- Cazzo, mormorò appena vide che ne mancava uno all'appello.

Corse subito su per avvertire il moro ma quando arrivò fu già troppo tardi. Il moro si era appena gettato in mare avendo sentito le urla del suo compagno che era caduto in acqua. Le onde li fecero scomparire in un batter d'occhio. Il capitano rimase paralizzato, non sapeva più né cosa fare né cosa dire. Aveva appena perso i suoi due amici più cari e fidati.

Il moro dovette nuotare fino in profondità per riuscire a prendere l'amico. Lo portò in superfice e riuscì ad aggrapparsi ad un pezzo di legno. Il castano iniziò a tossire, era pallido, aveva le labbra blu dal freddo ed era esausto.

- Grazie, riuscì a biascicare il castano.

Il moro rispose con un semplice cenno. Si sentiva senza forze. Portare il suo amico in superfice gli era costato molti sforzi sopratutto contando la ferita che si era procurato sulla nave essendo caduto più volte.

- Non credo che ce la farò ancora per molto.

- Hey, occhi blu tieni duro! I ragazzi ci stanno cercado. Non puoi andartene adesso! Ti tengo io con un braccio se non ce la fai più.

- Tieni stretto a questo pezzo e non mollare mai. Hai qualcuno che ti aspetta a casa, sussurrò il moro prima di lasciarsi andare.

Ti amo mio marinaio, la mia vita per la tua, ecco il mio ultimo dono.

Si svegliò giorni dopo in una specie di infermeria. I suoi compagni tutti accanto a se. Il giovane castano che aveva salvato gli saltò addosso stringe dolo in un'abbraccio.

- Temevamo già il peggio, disse il capitano.

Il moro gli sorrise debolmente.

Appena si sentì meglio il giovane andò in riva al mare per sentire la melodia suonata dalle onde. E fu proprio così che un semplice marinaio si innamorò delle onde.

















Inazuma OsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora