×Weasley×××Cugini×

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Data: 30 Dicembre 2017 (pomeriggio)

Casa Granger-Weasley era in fermento.
Da anni, per ogni festività, la grande famiglia- nel senso letterale del termine, ormai c'erano più Weasley che studenti di Hogwarts- si altermava di casa in casa a rotazione. Quell'anno toccava a Ron ed Hermione ospitare... tante, ma proprio tante testoline rosse. <È peggio della guerra!> aveva urlato esasperata mentre cercava di riordinare le pile di vestiti e bagagli <Spero almeno sia un'occasione per ricominciare. Quest'anno è stato un disastro>.

Rose era nervosa e irritabile, passava le giornate nascosta in camera, cercando di leggere e studiare, ma se di solito doveva sopportare solo Hugo, suo fratello, che era sempre disponibile e gentile, ora era costretta a convivere con dieci cugini diretti e chissà quanti indiretti.

Casa sua era stracolma, maledizione!

La famiglia, tuttavia, non era l'unico problema di Rose. Da anni, infatti, la cosa più bella dei suoi cugini era che insieme combattevano tutti contro un "nemico comune", erano sempre uniti, i rossi Grifondoro pronti a conquistare il mondo e a fare fronte compatto contro chiunque osasse far soffrire uno di loro.

Quell'anno, però, il fronte si era fatto più compatto e più teso, perché Grifondoro, ora, non era più la casa di tutti loro.

Infondo Al era sempre stato speciale.

Albus Potter era sempre stato il cugino preferito di Rose.
Okay, era ingiusto: voleva bene a tutti i suoi cugini, li amava tutti allo stesso modo. Solo che Albus aveva la sua stessa età, le era sempre stato vicino, l'aveva difesa dagli scherzi di Fred j. ed era stato suo complice in molte bravate. Come quella volta che a otto anni avevano deciso di scoprire cosa succede se metti dei glitter in una pozione e boom, erano stati sbrilluccicanti di blu, rosa e verde per due settimane.

Albus era stato il suo migliore amico.

Rose posò il libro. Non avrebbe più letto se continuava a pensare ad Al. Forse era il senso di colpa: era stata lei a chiedere a Roxanne di tenerlo d'occhio dopo l'incidente di Ottobre e per questo ora tutta la famiglia gli stava addosso. Roxanne non era brava con i segreti.

O, forse, era la nostalgia. Albus non le parlava più, la evitava come la peste.

In realtà Rose sapeva cos'era, anche se non lo avrebbe mai ammesso: un misto di pietà e straziante distanza, perchè suo cugino, improvvisamente, per la famiglia non era più Al, ma Albus, il Serpeverde.

Non è che lo trattassero male o roba simile. No, era peggio: ogni giorno lanciavano miliardi di frecciatine, tipo "Dormirai con la porta chiusa a chiave, per difenderti" o "Immagino i miglioramenti in Arti Oscur- oh, volevo dire Difesa". Stavano diventando perfidi.

I peggiori erano Fred e James. Sembrava che deridere Al fosse lo scopo della loro vita. Neanche a dirlo, i tre passavano i pomeriggi a urlare contro, sfidarsi e combattere. Quasi sempre tutto sfociava in una zuffa.

"Come sono arrivata a questo punto?" si chiese Rose, fissandosi le mani come se fossero la risposta ai misteri dell'universo. Come aveva potuto permettere che accadesse?

<Rosie?> la chiamò suo padre <Prendi la posta, per favore? Sto aiutando la mamma con il dolce e- ma quello è uN
FENICOTTERO? GEORGE, È LA VOLTA BUONA CHE TI-

Rose smise di ascoltare, sorridendo lievemente. Non ci si annoiava mai.

Fece le scale e uscì fuori. C'erano tante lettere, quasi tutte per sia madre. Succede, se tua madre è il Ministro della Magia.

Nomen Omen - La Chimera NascostaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora