22. In assenza di te

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Mi guardai allo specchio e sorrisi.
Sorrisi come non avevo mai fatto prima d'ora.

Poggiai le mie mani sul lavandino e fissai ancora una volta il mio riflesso. Ero felice. I miei occhi erano tornati a brillareMa tutto quello durò per poco.
I battiti del mio cuore aumentarono sempre più il loro ritmo, il sangue cominciò a gelarmi nelle vene e mi si offuscò la vista. Ero andata a letto con un ragazzo già fidanzato. Mi sciacquai il viso e lasciai che l'acqua gelata risvegliasse la mia pelle tesa. Qualche lacrima amara rigò la mia guancia. 

Cosa le avrebbe detto Ignazio, quella volta? Sarebbe mai potuto essere capace di guardare Beatrice ancora negli occhi? Io non ce l'avrei fatta. Non sarei riuscita a fare finta di niente, non sarei riuscita a mantenere le distanze da lui. Con Ignazio ero felice. Ma non potevo abbandonarmi a lui sapendolo di un'altra ragazza.

D'un tratto, la porta del bagno venne leggermente schiusa, così m'affrettai ad asciugare le lacrime che, in poco tempo, avevano inondato il mio volto.

"Lia?" 

Ignazio entrò lentamente nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Si avvicinò a me e accarezzò dolcemente la mia guancia, dove lasciò una scia di piccoli baci. Mi allontanai da lui poggiando le mani sul suo petto. 

"Ehi.", mi disse lui, scostando una ciocca dei miei capelli per sistemarmela dietro all'orecchio. 

"Abbiamo tradito Beatrice.", sussurrai deglutendo, "Non me lo perdonerò mai." 

Ignazio afferrò il mio viso e mi guardò fisso negli occhi, incredulo e quasi implorante. "Io l'ho tradita, Lia, tu non c'entri assolutamente nulla.", sussurrò di rimando, "È stata una mia scelta."

"Le avevo dato la mia fiducia, in qualche modo.", la voce mi tremò e le lacrime cominciarono di nuovo a rigarmi il viso. 

Il moro inchiodò ancora lo sguardo nel mio. "Smettila di dare la colpa ai tuoi sentimenti."

"Non se lo meritava.", ribadii io. 

Le punte dei nostri nasi si sfiorarono, i nostri fiati si sovrapposero e le nostre labbra entrarono in collisione. Senza scelta, misi una mano dietro al suo collo e lasciai che baciasse la mia bocca dolcemente, assaggiandola a fondo. Dovevo fermarmi, non doveva accadere più.

Ignazio accarezzò i miei fianchi e si allacciò le mie gambe attorno alla vita, massaggiandomi con delicatezza la schiena. 

"Dobbiamo andare da mio padre.", mormorai, a contatto con la sua pelle. 

"Sì, lo so." 

Scesi dalla sua presa e lo sorpassai velocemente, scappando nella mia camera per prepararmi. Dopo essermi sistemata un po' uscii dalla mia stanza, notando Ignazio sul ciglio della porta ad aspettarmi. 

Fece scorrere gli occhi lungo tutto il mio corpo. "Andiamo?" 

"Andiamo."

***

Percorsi insieme ad Ignazio uno dei tanti corridoi dell'ospedale. Buttai un'occhiata dall'altra parte della sala d'attesa e vidi mia madre dormire tra le braccia di mio fratello. Mi avvicinai alla mia famiglia, cercando di trattenere le lacrime. Sarei dovuta essere forte.

"Amy."

Presi posto sulla sedia accanto a quella di mio fratello e passai un dito sotto ai suoi occhi, stanchi e ancora gonfi dal pianto. 

𝐿𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑐𝑢𝑜𝑟𝑒 | I.BDove le storie prendono vita. Scoprilo ora