"Ignazio, cazzo, smettila."Ignazio scoppiò in una fragorosa risata e poggiò una guancia sulla mia pancia scoperta, tenendosi una mano sullo stomaco per controllare la sua risata quasi isterica.
"Lo sai che odio il solletico-", mi lamentai mordendomi l'interno di una guancia, "-e quando ti dico basta è basta."
Una mano si poggiò sotto il mio mento e lo alzò lentamente: due occhi color nocciola mi causarono una morsa allo stomaco e gli occhi mi caddero innocentemente sulla sua bocca, leggermente schiusa e carnosa.
"Lia, che hai?", mi domandò Ignazio mettendosi d'un tratto seduto sul materasso del nostro letto, "Credevo ti fosse passata da un po'."
Tirai un sospiro frustato e deglutii, non sapendo come rispondere alla sua affermazione. Ignazio era stato operato la settimana prima e l'intervento era andato a buon fine. A buonissimo fine, anzi. Ero davvero felice, sì, ma ancora non ero riuscita a mandare giù tutta quella storia. Ignazio avrebbe dovuto dirmelo subito, avrebbe dovuto prendermi da parte e raccontarmi tutto, tutto quello di cui era a conoscenza e tutto quello che gli passava per la testa. Perché non si trattava di un braccio rotto o di una lieve frattura, cazzo, era un tumore. E se lui pensava anche solo lontanamente che quella sua malattia fosse una passeggiata, si sbagliava di grosso. Non tutti hanno la fortuna di godersi la vita, tante persone quando scoprono di essere malate hanno i giorni contati e a loro rimane solo il tempo di aspettare che tutto finisca. E avrei tanto voluto che Ignazio avesse fatto partecipe dell'accaduto anche la sua compagna, ma non successe.
"Amalia."
"Lasciami stare, Ignà, te lo sto chiedendo per favore.", risposi con un filo di voce, ripensando agli ultimi due giorni della settimana.
"Perché ultimamente sei sempre così scontrosa, Lia?", sbuffò d'un tratto Ignazio scendendo dal letto, "Puoi dirmi una buona volta cosa cavolo sto sbagliando? Ti cerco sempre, ti vengo vicino quasi ogni minuto per darti conforto e per dimostrarti quanto tu sia importante per me e tu cosa fai? Mi allontani. Mi allontani e poi corri dai tuoi genitori a lamentarti e a difenderti. Non ti capisco, davvero. Non sei l'unica persona sulla terra che sta soffrendo, Amalia, quindi cerca di pensare un attimo a come stai trattando le persone che ti stanno accanto ogni giorno."
Ignazio s'infilò le ciabatte da casa e camminò spedito verso la porta, aprendola e chiudendola con forza. Stavo davvero trattando in quel modo il ragazzo che amavo? Sì. Ma lui non capiva: sapevo che scoprire di essere malati era una notizia che non riusciva ad accettare e a mandare giù, ma sapere che avrei potuto perdere la persona che amavo più di me stessa era molto più difficile da accettare. Perché mi stavo allontanando da Ignazio? Perché lo stavo evitando? Perché gli rispondevo male? Semplice. Perché ero innamorata di lui e l'idea di perderlo un giorno mi spaventava più di quanto lo facesse l'dea di morire.
***
"Caspita, Lia, questo riso è pazzesco!"
Rivolsi un dolce sorriso a Gianluca e lo osservai divertita mentre mangiava a grandi cucchiaiate il riso freddo che avevo preparato accuratamente quel pomeriggio.
"Sì, Lia, è fantastico.", s'intromise anche Piero, parlando con la bocca piena. "Non capisco come tu faccia ad essere così brava in tutto quello che fai, sul serio. Sei una sorta di genia, ragazza mia."
Trattenni una risata e scossi il capo, notando poi con la coda dell'occhio lo sguardo inceneritore e autoritario di Ignazio rivolto nella mia direzione. Cosa avevo fatto ancora? Di nuovo con quella storia del bacio in aeroporto? Speravo proprio di no.
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𝐿𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑐𝑢𝑜𝑟𝑒 | I.B
FanfictionPossono due cuori e due vite completamente differenti rivoluzionare il mondo intero? Ignazio, Amalia e un'amicizia troppo forte, troppo sentita. Un legame insuperabile che, a volte, può camuffarsi. Camuffarsi come L'amore. Due corpi, una sola anima...