Capitolo 6

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È trascorsa una settimana da quella sera.
America sta per fare il suo ritorno in città, ma soltanto per un paio di giorni, poi dovrà raggiungermi nuovamente per terminare le vacanze.

La sua valigia rosa è aperta sul letto; decine di mutande, calze e canottiere sono sparse al suo interno, senza un ordine ben preciso. Lei è cosi: un completo disastro. Non riuscirebbe ad essere ordinata neanche sotto tortura.

" Io mi trovo bene soltanto nel mio caos. "
Lo ripete in continuazione, sopratutto quando, esasperata, mi rifiuto di aiutarla a preparare i bagagli, anche se questa volta si tratta di soli due giorni.

« Sai dove ho messo i miei trucchi? » mi domanda uscendo dal bagno con un asciugamano avvolto tra i capelli biondi.

Sollevo lo sguardo dal mio pc, per rivolgerlo a lei, lasciando scattare le sopracciglia all'insù.
« Mah, non so. Forse in mezzo a quelle calze spaiate, o nei risvolti di qualche jeans. »

Mi guarda con rimprovero, ma comunque, mi da ascolto. Riesce a trovare un rossetto fucsia e del blush in mezzo agli indumenti.
Mi scocca un occhiolino e torna in bagno.

Mi lascio andare ad un sospiro affranto per poi continuare a smanettare sul mio pc.
Le foto che ho scattato negli ultimi due giorni hanno come soggetto conchiglie e granchi.

Ce n'è una in particolare che mi piace molto: due conchiglie sembrano quasi abbracciate e il mare le sfiora appena. Le ho trovate poco distanti da qui, a qualche metro dal molo. Non potevo farmele scappare. Ed i colori di questa foto sono stupendamente intensi. Sono prevalentemente sfumature di blu e bianco.

America torna in camera, mentre sono lì che contemplo ancora quella foto.

« Perchè guardi lo schermo con quell'aria sognante? »

« Sto guardando un porno. » Le rispondo, senza neanche sollevare lo sguardo.
Lei rimane in silenzio e mi guarda come se facesse fatica a riconoscermi.

« Stupida, sto rivedendo le foto che ho scattato in questi giorni!
Sono innamorata in particolare di una, e sto decidendo se stamparla o meno. »

America sospira di sollievo ed io la scruto aggrottando la fronte.
« Ma perché hai questi dubbi esistenziali? Cosa pensi che stia facendo? »

Lei solleva le spalle e scuote la chioma bionda ormai libera dall'asciugamano. Il profumo di shampoo invade la nostra stanza.
« Sono solo preoccupata. » il suo tono vorrebbe dire molte più cose, ma si limita a questa semplice risposta.

« Preoccupata di cosa, esattamente? » chiudo lo schermo del pc ed incrocio le braccia, pronta ad ascoltarla.

« Lo sai; l'altra sera ti ho vista provata con Ricky. Non vorrei che tu ... »

Alzo la mano, bloccandola sul nascere.
« Alt! Non lo pensare mai più! »

America mi osserva mordendosi il labbro, poi comincia a piegare nervosamente l'asciugamano umido. Una cosa davvero inutile, dato che finirà presto nella cesta dei panni sporchi.
Ma io conosco perfettamente i suoi atteggiamenti, le sue emozioni, quasi fossero le mie.
So quanto sia preoccupata per me in questo periodo, ma voglio che la smetta.
Io sto bene.

« Scusami, ma il pensiero di non vederti per due giorni mi agita. »

Alzo gli occhi al cielo alla sua affermazione.
« Guarda che starò benissimo. Non mi succederà nulla. E poi sono solo quarantotto ore. »

Lei annuisce, come confortata dalle mie parole.
« Però mi scrivi, okay? »

Annuisco, per poi andare ad abbracciarla.

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