"Ma... Solo ora ho capito che fa i migliori pompini di tutta Londra""Non sono un coglione Staffel, so che Roger non sarebbe mai riuscito neanche a pensare una cosa del genere.
Stai buttando merda sul suo nome, non osare dire di piú." disse tra i denti Brian cercando di non farsi sentire dagli amici.Se il batterista avesse saputo della chiamata, il suo dolce sorriso sarebbe svanito, ed era l'ultima cosa che il riccio voleva.
Il ragazzo dall'altra parte del telefono ridacchió allegramente.
"Non ti innervosire gli stavo facendo un complimento, gli hai fatto fare molta pratica, sei un ottimo maestro-""Non emettere fiato.
Ti prometto che quando ti troveró, ti uccideró, è una promessa Staffel"Tim sbuffó.
"Come vuoi, ne parleremo piú tardi...
Salutami tutti e oh-
Scusa per le lenzuola..."Il chitarrista imprecó, facendo uscire la sua voce piú dura prima di sbattere violentemente la cornetta del telefono.
Va tutto bene, ora vai lì e sorridi.
Vai lì e sorridi.
Si diceva il ragazzo inspirando ed espirando lentamente.Entró nel soggiorno trovando la tavola in disordine, con John e Freddie intenti a giocare a Scrabble e Roger sdraiato sul tappetto intento a fissare il soffitto.
I suoi capelli biondi erano disordinati e il suo sguardo perso.
Il riccio si avvicinò al ragazzo sedendosi al suo fianco e posando una mano sul suo viso.
"Cosa disturba il mio angelo?" chiese facendo passare il pollice sulla sua mascella.Il minore si appoggió al tocco chiudendo gli occhi.
"S-sono stanco e... uhm mi f-fanno male le braccia" mormoró."Effettivamente, non capisco da dove esca tutta quella energia, andiamo in camera?"
Il viso pallido si rabbuió improvvisamente.
"N-no n-no" borbottó scuotendo il capo."Come mai, dobbiamo riposare è tardi" rispose il maggiore continuando ad accarezzarlo.
"Non voglio vedere m-mai piú quel l-letto" mormoró girandosi su un fianco per incontrare gli occhi color nocciola.
"FREDDIE BRILLANTANTE NON È UNA PAROLA!" disse con voce fin troppo alta John sbattendo una mano sulle tessere.
"SÌ INVECE! TE LO GIURO, BRIAN DIGLI QUALCOSA!"
Il ragazzo scosse la testa posando nuovamente la sua attenzione sul batterista.
"È tutto pulito e profumato ora, amore.
Che ne dici di coccolarci un po' prima?
Come ti piace tanto..." mormoró prendendo tra le dita le ciocche chiare.Il biondo chiuse gli occhi scuotendo leggermente la testa.
"N-no...""HO VINTO, MANGIA LA MIA POLVERE ANALFABETA" gridó il bassista alzandosi in piedi e battendo le mani.
"Lo dici solo perchè sono nero" borbottó Freddie mentre la sua mascella tremava.
John abbassó lo sguardo avvicinandosi all'amico.
"Non intendevo quello, io mi disp-""Oh mia goccia di rugiada, stavo scherzando.
Come premio meriti un bel bacio!"Il minore gridó salendo velocemente le scale seguito dal castano.
Brian ridacchió.
"Sempre i soliti bambini..." disse per poi sospirare
"Roggie, pensa a tutto quello che abbiamo fatto in quella camera...
È un posto così speciale, no?"Roger arrossì alzandosi e appoggiandosi al petto spazioso del maggiore.
"S-si" sussurró.Brian gli bació i capelli stringendogli la vita.
"Va bene piccolo, oggi dormiremo qui.
Vado a prendere le coperte, mh?" disse dandogli un ultimo bacio sulla fronte.
STAI LEGGENDO
Just Mine [Maylor]
Fanfiction1973, Londra. Un avvenimento traumatizza la vita del nuovo batterista dei Queen. In un Pub della sua cittá, viene drogato e abusato. La sua vita stava cadendo a pezzi. Se non fosse stato grazie a Brian, ai suoi baci, alle carezze, alle nottate nello...