CAPITOLO VENTI💜

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Pov Jimin
"Jim, che stai disegnando?" sussulto nel sentire la sua voce. Mi giro e vedo che si sta dirigendo verso di me, dopo aver chiuso la porta del palazzo che conduce a dove siamo noi, il tetto.
Si siede vicino a me e curiosa osserva la tela.
"Allora?" questa ragazza mi farà impazzire è sempre stata impaziente.
"Appena lo finisco vedrai."
Sento da parte sua borbotti di negazione, poi però si alza e inizia a mettere in ordine i miei pennarelli. Almeno serve a qualcosa.

Continuo a disegnare con calma fin quando sento lei chiedermi un domanda abbastanza strana.
"Secondo te, se mi butto da qua sopra muoio al primo colpo?"
Alzo lo sguardo su di lei e per poco non mi viene un colpo. È in piedi sopra la ringhiera e i suoi occhi osservano in basso.
Mi alzo correndo verso di lei e le afferro i fianchi facendola scendere.
"Sei impazzita?" le urlo.
Lei sorride e ciò mi fa alterare di più.
"Ti sei preoccupato per me?"
"Stupida, se volevi almeno suicidarti potevi non farlo davanti a me. Non voglio averti sulla mia coscienza."
Lei continua a ridere.
Ritorno a riprendere la mia tela per terra, sperando non si sia macchiata e continuo la mio opera.

"Finito!" urlo emozionato.
"Davvero, finalmente stavo per addormentarmi. Vediamo!"
Gliela mostro e lei la osserva confusa.
"Siamo io e te-"
"Oh mi sento onorata."
"Stai zitta. Quindi, questo sono io e questo sei tu e questo è il mare."
"Non l'avevo proprio capito guarda, ma perché? Che cosa sta a significare?"
"Entrambi che affondiamo nel mare. Il mare indica il dolore, le lacrime e la sofferenza."
Lei annuisce in segno di comprensione.
Il sole sta tramontando, ci alziamo e ognuno va nella propria direzione.

Mi sveglio ancora una volta di soprassalto tutto sudato..
Mi volto ad osservare il quadro e solo adesso ne capisco il significato.
Mi alzo per andare in bagno per sciaquarmi il viso e noto un particolare. Nel sogno avevo i capelli rosa, adesso sono compresi tra un nero e un biondo.
Vorrei sapere tutto. Vorrei ricordare...

Entro a scuola e ancora una volta mi osservo intorno non riconoscendo nessun viso. A volte alcuni mi fermano per chiedermi se sto bene, ragazzi che non so chi siano. Jungkook, se non ci fosse stato lui mi sarei perso. Ultimamente però non vedo nessuno di quei sei ragazzi. So solo che uno lavora e due sono all'università.
Mentre cammino tra i corridori noto Areum.

Mi avvicino a lei dandole il buongiorno e si volta ricambiando con un sorriso.
Alcuni ci osservano curiosi, altri semplicemente ci lanciano occhiate ma noi continuiamo a guardarci sperando che i giorni a venire siano migliori di questi.

"Jim, stasera solito posto. Ma non venire in pigiama ok? Ti porto in un luogo!" annuisco e sorrido imbarazzato mentre usciamo da scuola.

Meno di un minuto (Park Jimin) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora