CAPITOLO VENTITRE💜

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Terza persona

In quel tavolo nessuno riusciva a dire qualcosa per il semplice fatto che ognuno stesse pensando ai propri errori.
Il loro migliore amico, nel momento in cui ha più bisogno di loro, lo hanno abbandonato.
Ognuno di loro si sente in colpa, ma il più a soffrire è Tae perché è l'unico che sa la verità che fa più male delle parole di Jungkook.

"Io vado." ed ecco il primo ad andare, Yoongi.
A primo impatto vi sembrerà un ragazzo silenzioso, freddo, ma, in realtà ha un grande cuore.
In questi ultimi giorni è stato da Jimin ma non l'ha detto a nessuno per il semplice fatto che per visitare un amico non necessariamente lo devono sapere tutti.
A uno a uno si alzano. Silenziosamente abbandonano i loro posti e si separano. Ognuno per la propria strada, ognuno per i propri pensieri e difficoltà. Ognuno che pensa a quello che fare e a come rimediare.

Dall'altra parte della città, sopra un tetto una ragazza con le cuffie e la musica al massimo.

Dalle cuffie il suono di una melodia, dalle sue labbra escono i suoi pensieri che non possono rimanere intrappolati solo nella confusione della mente.
Parlare e dirgli al vento forse può servire.
Può servire al mondo per capire quanto il loro amore era forte e incapibile agli occhi di tutti.

La musica si stoppa. Parte un'altra canzone.

Sto cedendo e ho paura che questa volta non ci sia nessuno a salvarmi.

Jimin era sempre pronto ad afferrarle le mani quando cadeva.

Questo tutto o niente mi ha fatto veramente impazzire
Ho bisogno di qualcuno da guarire, qualcuno da conoscere, qualcuno da avere, qualcuno da stringere.

Quel qualcuno era Jimin. Il ragazzo dai vari colori di capelli. Il ragazzo dagli occhi nocciola. Il ragazzo ribelle. Il ragazzo sorridente. Il ragazzo che per farti stare bene ti dona tutto il suo cuore.

Immagino mi piacesse il modo in cui intorpidivi tutto il dolore.

Dentro muoriva e fuori viveva.

E adesso il giorno sanguina fino a diventare notte
E tu non sei qui per farmi passare attraverso tutto

Vorrebbe che ricordasse ma vorrebbe anche che non lo facesse.
Prima dell'incidente i brutti ricordi erano maggiori a quelli belli.
I momenti difficili erano maggiori ai momenti spensierati.

Dopo l'incidente Jimin nella sua testa ha solo momenti spensierati e felici.
Areum invece vorrebbe essere l'unica custode di quel grande dolore.

Immagino mi piacesse il modo in cui mi aiutavi a scappare

Jimin. La sua roccia. La roccia di Areum.
Non si sa come. Ma è successo.
In una notte, in un bacio, con la luna alta nel cielo, sopra un tetto si sono dichiarati. Uno innamorato dell'altro.
Entrambi spaventati.
Entrambi ancora ciechi di questo grande amore.
Amore? Si può chiamare così. A loro non è mai interessato darsi un etichetta. "Siamo innamorati, ci siamo fidanzati". No loro non erano così. Per loro l'importante era stare l'uno accanto l'altro. Sentire l'uno l'odore dell'altro.E ciò bastava.
Amore. Nessuno in realtà sa cosa nasconde questa parola infondo.

E anche questa melodia termina, ma le lacrime sul suo volto rimangono.

Quel giorno è stato un giorno strano.
Nel cielo non si sentiva più il cinguettio degli uccelli.
E come se il mondo fosse partecipe del dolore di quei ragazzi.

Ognuno che cammina.
Cammina, ma non sa più dove finirà il suo cammino.

Meno di un minuto (Park Jimin) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora