CAPITOLO DICIANNOVE 💜

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Pov Areum
Forse hanno ragione, ma solo forse.
Se continuo a vedere Jimin possono succedere solo due cose.
O lui che si confonde di più, o lui che ricorda tutto.

È da ieri che ignoro Jimin. Nei corridori, tra i banchi di scuola e vedo il suo sguardo puntato su di me.

Ormai non capisco più niente e tutto molto confuso.
Tae è sempre più distaccato da Jimin e me. Min-su, mi ignora e io non so che fare,con chi stare, con chi parlare.
Mi alzo dal letto e mi guardo allo specchio.
Con il viso che mi ritrovo posso andare a partecipare alla parte di un film horror.

Sono le due di notte, indosso una felpa, le scarpe ed esco di casa con i pantaloni del pigiama.
Quando siamo tristi io e Jimin, andavamo sempre sul tetto. Piangevamo, urlavamo, e chi ci sentiva era solo la notte.

Apro la porta del palazzo e inizio a salire le scali. Tutte le notti quando venivo qui credo di essere dimagrita abbastanza.
Arrivo all'ultima scalinata con il respiro affannato, sto per aprire la porta ma la noto già aperta.

Nessuno sale mai qui, forse qualcuno l'ha dimenticata aperta.
Di solito qualche abitante del palazzo sale per regolare la propria parabola perché non funziona la tv..

Non preoccupandomi affatto di chi ci possa essere esco fuori sul tetto.
Cammino per arrivare fino alla ringhiera e noto una chioma di capelli muoversi.
Mi avvicino di più alla figura, ma al sentire i miei passi si gira.
Jimin..

Come è possibile? Che ci fa lui qui?
Rimaniamo a osservarci negli occhi per un po' di tempo.
I suoi occhi, sono distrutti. Ha pianto.
"Jimin, che ci fai qui a quest'ora?"
A sentire la mia voce sembra risvegliarsi dai suoi pensieri.
"Sono qui, per lo stesso motivo per il quale tu sei di fronte a me." dice.
"Come fai a saperlo?"
"Lo sento Areum."
Mi siedo accanto a lui, entrambi con i piedi all'aria e sotto la città incasinata.
Noi in questo momento siamo lontani da tutto, tutti i problemi, i nostri genitori, i nostri amici che non ci sono più, la nostra vita che non si sa dove ci porterà.

"Due anni fa, ho tentato il suicidio". Si volta ad osservarmi.
"Ho tentato di buttarmi da qui...da quel giorno non siamo più venuti qua sopra, solo nei momenti di tristezza venivamo qua per piangere. Se uno di noi due stava male, c'incontravamo qua."
Vorrei aggiungere altro ma penso che basti così.
"Se posso chiedere. Perché?"
Ah é inutile nascondere le cose con Jimin che è sempre stato curioso.

"Si Jim, puoi chiedere!" sorrido guardando il suo viso, ma con quegli occhi spenti.
"Ognuno di noi, arriva ad un certo periodo della propria vita in cui vuole smettere di respirare almeno per un secondo. In cui senti che il mondo non fa per te. Ti stufi di tutti, ti stanchi di parlare, di lottare per qualcosa che poi sai non si avvererà.
Io ero a quel punto. Sapevo che una volta che mi sarei buttata, non sarei più tornata.
Ero sicura della mia scelta, ma, quel giorno tu mi salvasti.
Mi sono sentita amata e sopratutto importante. Importante per qualcuno.
Da quel giorno le nostre vite cambiarono. Non in peggio, in meglio.
Da quel giorno è nata una storia d'amore che anche i cieli  non riusciranno a capire come due anime così opposte, si legarono così tanto."

Meno di un minuto (Park Jimin) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora