CAPITOLO DIOCIOTTO💜

105 11 1
                                    

Povs Areum
L'ora è questa.
Apro la porta e noto che c'è silenzio assoluto, segno che tutti stanno dormendo.
Prendo le mie scarpe in mano, apro la finestra e sperando non mi rompa qualche osso salgo sull'albero.
Sono anni che non sento il bisogno di scappare dalla finestra. Non uso la porta perché dopo una certa ora i miei attivano l'allarme e la porta non si apre.
Loro però non sanno che per vedere Jimin, niente mi può fermare.
Oggi ho tre mete da visitare.
La prima è casa di Jimin.

Povs Jimin
Sono in un grosso guaio. Non ricordo.
Non ricordo dove devo andare, non ho nemmeno il suo numero.
Esco fuori, mi allontano da casa e aspetto. Forse verrà lei da me o forse mi starà aspettando.
Che faccio?

Continuo a osservare il cielo nella speranza di un miracolo.

"Jimin!" oh ecco il miracolo.
"Areum, scusa!" sorrido imbarazzato.
Lei si avvicina a me e a ogni passo che fa, mi sento sempre di star per morire.
L'amore è questo?
"Tranquillo. Forza non abbiamo tutta la notte. Domani si va a scuola."
Mi porge la mano e io la afferro sentendo una fitta al cuore.
Che mi succede?

Camminiamo in queste strade così sconosciute a me, fin quando non si ferma e si volta ad osservarmi per poi sorridere.
"Oggi Jimin, non andremo sul tetto.
Ti ho portato in un luogo molto migliore.
Di solito veniamo all'alba qua. Scappavamo di casa e ci ritrovevamo qua per osservare insieme l'alba e molte volte il tramonto."
È un prato. Un grandissimo prato pieno di fiori. Non riesco a vederlo bene per il buio, ma la luna sopra di noi illumina qualcosa.

Lei mi lascia la mano e inizia a correre e a saltare.
Rimango ad osservarla incantato.
"Forza, fallo anche tu."si avvicina a me, prendendomi le mani dell'euforia e mi trascina dietro di sé in questa pazzia.

Iniziamo a correre e a ridere. Saltiamo di qua di là. Mi sembra di star vivendo quei momenti romantici dei film.
Un flashback attraversa la mia mente.
"Areum,voglio vivere per un momento una scena di un film ti va" le porgo la mano e lei annuisce e la afferra.
Iniziamo a correre, a ridere e a scherzare. É tutto così perfetto. La cena, il bacio, la luna, le risate, le battute, tutto."

Sento un dolore allucinante al cuore, mi fermo cadendo sulle ginocchia e caccio un urlo.
Areum si precipita preoccupata verso di me.
"Jim, Jim" non riesco a risponderle il dolore è troppo. Che mi succede?
Inizio a fare dei respiri profondi, cercando di calmarmi.
Mi volto e vedo Areum con gli occhi pieni di lacrime.
Mi avvicino a lei, le accarezzo la guancia e la abbraccio.

Entrambi i nostri cuori sono a contatto. Entrambi si sentono. Ognuno sente il dolore dell'altro. Ognuno cerca di capire l'altro.

"Mi dispiace Areum. Sto bene, ho solo avuto un crollo."

"Andiamo ti riporto a casa."

Ci fermiamo davanti casa mia.
"Sai Areum, dovrei essere io ad accompagnarti non tu."dico sperando di alleggerire l'aria,ma,vedendo che la sua espressione non cambia mi scuso.
"Scusa. Volevo farti ridere."
"Va tutto bene Jim. Vai dentro, riposati e ci vediamo domani a scuola ok?"
Ci salutiamo con un piccolo abbraccio e ognuno se ne va via.

Meno di un minuto (Park Jimin) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora