Shadows and Monsters

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Sdraiato sulla pancia Shane cercava di sopraffare il dolore nella parte inferiore del proprio corpo, ma soprattutto la tristezza che si era impossessata di lui. Nella propria camera invece, Chase guardava insonne il soffitto, gli occhi lievemente illuminati dalla luna che passava attraverso le tapparelle. Nelle sue orecchie risuonava una cantilena ormai familiare: mostro, mostro, mostro, dicevano una decina di voci sottili, trapassandolo come lame affilate. Non sei altro che un mostro, sussurrò una; mostro!, lo derise un'altra. Vi prego, basta!, le implorò, strizzando gli occhi. Ancora non si dava pace per non aver detto nulla mentre... be', mentre facevano l'amore. Non avrebbe mai dovuto acconsentire alla richiesta di Shane, od ora non sarebbe stato lì, divorato dai sensi di colpa. Le ombre lo inghiottirono, mettendogli addosso una paura tremenda e insensata. Pensò di chiamare Shane, ma quello avrebbe significato ammettere di provare qualcosa per lui. Si raggomitolò sotto le coperte che ancora profumavano di lui, sperando che qualcuno lo salvasse, dalle ombre e da se stesso. Shane, dal canto suo, guardava il display del telefonino, sperando che gli dicesse: hai un nuovo messaggio. Alla fine si decise a scrivergli.

'Vorrei che tu fossi qui. Shane', ma poi indugiò sul tasto invia. Indeciso, si morse la lingua fino a sentire il sapore amaro del suo stesso sangue, poi cancellò il messaggio. Per entrambi fu una lunga notte. Il mattino dopo, strisciando fuori da sotto le coperte sciupate, il moro udì bussare alla porta del proprio appartamento. Cercando di darsi un minimo di contegno, nonostante le occhiaie e il viso tirato e pallido, si trascinò ad aprire, trovandosi davanti il viso sorridente di Niko.
- Niko - riuscì solamente a dire, domandandosi come mai il cugino si trovasse lì e fosse già sveglio e fresco come una rosa. Da quel che ricordava, il cugino era sempre stato un dormiglione.
- Buongiorno Chase! - trillò il biondo, pimpante ed energico. Lo studiò un attimo, assumendo un'espressione preoccupata.
- Ti vedo stanco, è per caso successo qualcosa con Shane? - gli chiese, e il moro sussultò. Come diavolo faceva a sapere che centrava Shane?
- Dalla tua reazione - continuò - penso di aver azzeccato - alzò lo sguardo, fissandolo con gli occhi azzurri e limpidi.
- Ti sbagli, - mentì, guardando altrove - sono solo i miei soliti incubi - minimizzò, ravviandosi i capelli.
- Be', se qualcosa non va, dimmelo. Anche la zia è preoccupata per te - confessò, strascicando i piedi. Dopo che i suoi genitori lo avevano picchiato, aveva vissuto per un po' di tempo con la zia e Niko.
- Niko... - si morse il labbro, poi d'impulso lo abbracciò. Il cugino rimase un attimo sorpreso, poi ricambiò l'abbraccio, stringendolo forte.
- Ti voglio bene - sussurrò Chase, ringraziando mentalmente che il biondo non potesse vedere la sua faccia, diventata bordeaux per l'imbarazzo.
- Anch'io - rispose, dandogli poi una pacca sulla spalla e sorridendo. Rimasero in silenzio, guardandosi la punta delle scarpe.
- Ehm... - disse alla fine il moro, cercando di far capire silenziosamente al cugino che era ora di andare.
- Ti lascio andare a prepararti per scuola! Ci si vede! - esclamò infatti il biondo, facendogli ciao con la mano. Una volta andato, Chase iniziò a vestirsi. Mentre cercava una delle sue magliette preferite, la sua mano sfiorò qualcosa di freddo e liscio. Spostò le t-shirt, rivelando, sepolta sotto parecchie di esse, una catenina d'argento con un ciondolo a forma di R. La strinse con nostalgia, poi cercò una scatolina dove riporla: nonostante non la indossasse più da dopo la morte di Rocky, non voleva andasse persa. Sotto la catenina trovò la maglietta che cercava e in fretta fece colazione per poi uscire di casa. Arrivato a scuola, indugiò prima di andare in classe: che faccia avrebbe avuto Shane?

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