It's raining again

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Una settimana più tardi, nell'appartamento di Chase.

Toc toc!, udì alla porta. Chi diavolo può essere?, si domandò; Niko era stato lì circa una settimana fa, e a parte lui non veniva a trovarlo nessuno... a parte, forse... scosse la testa e si decise ad aprire.
- Shane?! - esclamò e l'altro ragazzo, sorridente, gli fece ciao con la mano.
- Ciao - replicò, abbassando lo sguardo.
- Che... che vuoi? - chiese, cercando di non guardare i suoi occhi dorati.
- Volevo solo farti un saluto - rispose, sorridendo.
- Be', e non potevi mandarmi semplicemente un messaggio tipo: ciao Chase, come stai? - domandò perplesso e un poco irritato.
- Oh, a volte sei così lento - commentò lui, agitando una mano.
- Cosa? Io, lento? - gli venne voglia di picchiarlo, ma si trattenne.
- Prima che tu mi mandi via a calci, ti spiego. Non sono venuto a farti un saluto così, perché mi andava. Ti sto salutando perché me ne vado - si fece serio e lo guardò malinconicamente.
- C-cosa? - ripeté, sgranando gli occhi, con la bocca aperta, paralizzato dalla sorpresa.
- Già. Forse tu non ti ricordi, ma il professore l'aveva accennato quando sono arrivato. Pensavi che sarei rimasto per sempre? Ma te l'avevo detto, una settimana fa, che tra poco non mi avresti più avuto fra i piedi... - il moro chiuse la bocca. Sì, Shane gli aveva detto quello che aveva appena ripetuto, ma non ci aveva fatto parecchio caso, concentrato com'era su se stesso.
- Non... non puoi andartene - mormorò quasi inconsciamente.
- Certo che posso - ribatté, inarcando un sopracciglio. Il ragazzo dagli occhi rossi sembrò realizzare solo in quel momento cosa comportasse l'azione del castano.
- Shane, non puoi andare - ripeté, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime.
- E perché non posso? - chiese, fissandolo con un pizzico di curiosità.
- Perché... io... - una lacrima gli scivolò solitaria lungo il viso. - Io...
Il castano lo guardò con tenerezza.
- Io ti amo, Shane - una lacrima, gemella, raggiunse l'altra, rigandogli la guancia. Chase lo fissò, aspettandosi che lo abbracciasse e gli dicesse che lo amava anche lui.
- Non pensi che sia un po' troppo tardi per dirlo? - osservò invece, impassibilmente.
- Mi dispiace - si scusò, ma l'altro scosse la testa.
- L'hai detto tu stesso che non potresti mai amare uno come me - commentò, facendo un gesto eloquente con la mano.
- Ho sbagliato - ammise Chase, sentendo le crepe del cuore, già rinsaldate parecchie volte, incrinarsi dolorosamente.
- Non hai bisogno di me - affermò il castano, voltandosi.
- Ti sbagli, se non ci sei tu, chi rimarrà al mio fianco? - Shane scosse ancora una volta la testa.
- Sono solo sentimenti passeggeri, i tuoi, perché me ne sto andando. Anche se rimanessi, poi non cambierebbe nulla. Tu pensi di amarmi ora, ma è solo un riflesso dell'abbandono degli altri. Magari un giorno ci rivedremo, Chase. Ciao - se ne stava andando davvero, e gli diceva che i suoi sentimenti erano passeggeri!
- Io ti amo, io ti amo davvero, e tu l'hai sempre saputo, non è così? Allora perché diavolo te ne vuoi andare? - cadde lentamente in ginocchio, il viso contratto in una smorfia di dolore.
- Non è questione di volermene andare o dovermene andare, il fatto è che non ne posso più di stare qui, a sopportare t-tutto, ma soprattutto a chiedermi se ciò che vedo io tu lo vedrai mai, e se i sentimenti che vedo in te siano reali o solo un riflesso dei miei! - sbottò il castano, facendo per un attimo fermare le lacrime del moro.
- I-io... Shane. Come faccio a brillare se mi manca l'altra stella a fianco? - usò le parole del ragazzo dagli occhi dorati, e lui sobbalzò. Lentamente Chase gli si avvicinò per posargli un leggerissimo bacio sulle labbra, e l'altro ricambiò.
- Oh Chase - sospirò, sentendo le barriere che aveva eretto sgretolarsi. Lo strinse forte a sé e il moro non esitò un attimo, abbracciandolo a sua volta.
- Sei crudele - sussurrò Shane al suo orecchio.
- Lo so - rispose piano l'altro, stringendolo più forte.
- Ti prego, Shane, non te ne andare - lo implorò. Il ragazzo dagli occhi dorati gli alzò il viso, guardandolo con i grandi occhi liquidi, appena appena velati dalle lacrime.
- Non lo farò, anche perché devo mantenere una promessa - brevemente gli raccontò della promessa che aveva fatto a Niko, e il moro ringraziò mentalmente il cugino. Si baciarono come se non lo facessero da anni, rimanendo poi a fissarsi, ansimanti.
- E se... - un pensiero triste balenò nella mente di Shane.
- No. Non succederà. Tu non morirai. Te lo proibisco - gli incidenti capitano, ma ora non voleva pensarci. Lentamente baciò Chase, il suo Chase, con dolcezza, finché non si trasformò in un bacio appassionato. Sentì ancora una volta il moro afferrargli i fianchi, mentre se lo caricava in spalla, e gli sfuggì un grido di sorpresa. Stavolta lo posò delicatamente sul letto, poi si liberarono entrambi dei vestiti, in fretta. Il ragazzo dagli occhi rossi lo raggiunse sul letto, mettendoglisi a cavalcioni.
- Mi dispiace per l'altra volta - sussurrò, con sguardo dispiaciuto. L'altro gli accarezzò la guancia.
- Va tutto bene - ribatté dolcemente, e il moro si chinò a lasciargli tanti piccoli baci (e morsi) sul collo, scendendo poi lungo tutto il petto, mentre l'altro emetteva lunghi sospiri. Arrivato alla sua erezione, iniziò lentamente a leccare, poi lo prese in bocca, facendolo fremere di piacere. Le mani del castano andarono ad infilarsi nei capelli folti e scuri del partner, stringendoli e tirandoli piano. Anche questa volta si fermò prima che venisse, ma al suo sguardo leggermente contrariato si allungò a dargli un casto bacio a fior di labbra.
- Chase... - lo chiamò, e l'altro si insalivò tre dita. Iniziò a prepararlo, facendolo gemere moderatamente.
- Sei pronto? - gli chiese a bassa voce, e il castano abbassò la testa, annuendo. Sostituì le dita col proprio membro, entrando completamente in lui e subito fermandosi, notando le lacrime che copiose rigavano il viso dell'amato. Si allungò su di lui, cercando di non pesargli troppo, e gli sfiorò goffamente il viso. Shane sgranò gli occhi, sorpreso, mentre le loro mani andavano ad intrecciarsi.
- Chase, non c'è bisogno che forzi le tue azioni, io so com'è il vero Chase. Burbero e scorbutico come un orso, ma che sa diventare un orsacchiotto di peluche - sorrise, osservando la sua espressione imbarazzata.
- Idiota... - borbottò, per nascondere quanto gli piacesse ciò che gli aveva detto.
- Già, hai qui un rarissimo esemplare di idiota. Questa razza è molto rara, quando te ne si appiccica uno non puoi più rimuoverlo - ridacchiò, e Chase scoppiò a ridere.
- Proprio come... - lo fissò un attimo - come un lupo, che una volta trovata la sua preda non la molla finché non la prende - il castano emise un piccolo ringhio e mormorò un seducente 'prendimi'. Iniziò a spingere, piano, ed entrambi gemettero senza ritegno, mentre aumentavano ritmo e piacere. Come una sorta di romantico déjà-vu, prima di raggiungere l'apice, Shane gridò:
- Chase... ah! Chase, ti amo! -, ma stavolta il moro si guardò bene dal fare una faccia impassibile e, prima di venire contemporaneamente con il partner, gridò a sua volta:
- Anch'io! -, per poi, esausto, trascinarsi fino all'altezza del petto dell'altro e appoggiarcivi sopra la testa.
- Spero che questo valga come consolazione per l'altra volta - mormorò dopo un po' Chase, mentre Shane gli carezzava dolcemente i capelli neri.
- Non ci pensare - sbadigliò, lanciando un'occhiata al letto.
- Puliremo dopo, - lo rassicurò il moro - ora direi che possiamo dormire - e il castano non poté che trovarsi d'accordo. Lasciandogli un ultimo bacio sulla fronte, chiusero gli occhi.

Chase si svegliò a tarda notte, causa il rumore scrosciante della pioggia battente contro le tapparelle. Alzò la testa dal petto del ragazzo dagli occhi dorati e lui, nel sonno, lo avvertì immediatamente, svegliandosi a sua volta. Sbatté gli occhi per abituarsi all'oscurità, quando sentì le lacrime dell'altro bagnargli il corpo scoperto. Si ricordò che Chase gli aveva confessato di aver paura del buio e delle notti di pioggia e capì subito.
- Ehi... - lo chiamò - qualsiasi cosa sia, non importa. Ci sono io qui con te.
Chase lo strinse con un braccio.
- Grazie, Shane.

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