The Wolf

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- Chase? - una voce irritante lo chiamò.
- Non rompere - rispose.
- Chase? - ancora.
- Ti ho detto di non rompere - ripeté.
- Chase! - la voce era proprio insistente! Che palle!, pensò.
- Non rompere! - sbottò arrabbiato.
- Chase!!! - scocciato, alzò lo sguardo e... e il sogno venne sostituito dal viso furente del professore, il cui sguardo lanciava fuoco e fiamme. Ops, per la prima volta da quando era così, una persona di cui avere paura, quasi un ragazzaccio, Chase si fece piccolo piccolo. Scoppiarono tutti a ridere. Il professore rimase in silenzio ancora per un attimo, prese un gran respiro e poi esplose.
- IN DIREZIONE! - tuonò con quella sua vocetta stridula, e il moro strisciò lentamente verso la porta. Stava per uscire, quando inciampò in un paio di piedi che sporgevano comodamente fuori dal banco. Volò in avanti, cadendo goffamente: sentì il mento picchiare violentemente contro il pavimento e poi tutto si fece nero. Dopo il buio iniziale, la vista si schiarì, rivelando un bosco circondato dalla neve. Subito notò Shane accanto a lui, il quale sorrideva beffardo.
- Lo sapevo, io - lo additò.
- Cosa? - gli chiese, confuso.
- Lo sapevo, lo sapevo che eri un mostro! Sei solo un essere inferiore, mi fai schifo. Quelli come te non meritano di vivere - sputò, guardandolo dall'alto in basso. Sentì il cuore lacerarsi, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime.
- Non è vero! Non è vero, Shane! Io... - gridò, ed il ragazzo lo fissò un attimo con i gelidi occhi dorati, prima di voltarsi e trasformarsi in un bellissimo lupo grigio. - Shane...?

Il lupo alzò il muso al cielo ed emise un breve ululato. Sopraggiunsero altri lupi, affamati e feroci, i cui ululati sembravano dire: mostro, mostro. Guidati da Shane gli si gettarono sopra per farlo a pezzi, mentre lui gridava che non era un mostro. L'ultima cosa che vide furono gli occhi dorati e freddi del lupo-Shane che lo fissavano, mentre lentamente si trasformava in umano, con un'espressione impenetrabile in viso. Si svegliò di soprassalto, ritrovandosi il viso del castano ad un palmo di naso.
Lo guardò, poi scoppiò in un pianto dirotto. L'infermiera poggiò una mano sulla spalla di Shane.
- Ha battuto la testa, magari è ancora in stato di shock - spiegò. Dopo che se ne fu andata, rimasero a fissarsi in silenzio.
- Cosa c'è, Chase? - chiese alla fine il ragazzo dagli occhi dorati, massaggiandosi la testa. L'altro singhiozzò.
- Non sono un mostro - sussurrò. Shane lo guardò sorpreso.
- Non l'ho mai detto - ribatté piano.
- Shane - lo chiamò Chase, travolto da un'improvviso bisogno d'affetto.
- Sono qui - rispose, come in sogno.
- Cosa... cos'è successo? - domandò, cercando di darsi un contegno e di sopprimere quel bisogno di affetto da troppo tempo soffocato.
- Oh, ehm... sei inciampato nei miei piedi e hai battuto la testa, poi sei svenuto e hai fatto un sogno, anzi incubo, piuttosto doloroso, direi - sintetizzò.
- Ho parlato? Nel sogno, intendo - chiese tremante.
- Continuavi a chiamarmi, Shane, Shane, e dicevi anche che non sei un mostro - lo fissò tristemente. Il moro si rabbuiò.
- Puoi lasciarmi solo per un po'? - e l'altro non poté che acconsentire, anche se controvoglia.

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