You and I

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- Chase, ma noi due cosa siamo? - la domanda riecheggiò nel corridoio immerso nel silenzio, perdendosi in lontananza. 'Amici? Compagni? Conoscenti? Fidanzati?', escluse l'ultima possibilità, non accettando però nessuna delle altre.
- In che senso? - prese tempo il moro.
- Quale rapporto c'è fra di noi? - mise in chiaro Shane. L'altro arrossì violentemente, ma invece di rispondere duramente si limitò ad un 'non lo so' seguito da una scrollata di spalle.
- Interessante - commentò distrattamente il ragazzo dagli occhi dorati, anche se avrebbe voluto gridargli di essere chiaro, di smetterla di ferirlo così gratuitamente.
- A cosa stai pensando? - chiese Chase, afferrandogli il mento e girandogli la testa verso di sé.
- Oh, non è nulla - rispose, fingendo che fosse così.
- Be', allora se non è nulla smetti di rimuginarci sopra - obiettò con ovvietà il moro.
- Giusto - replicò, facendo ripartire la musica.
- Che lingua è, questa? - gli chiese all'improvviso Chase, trovando il brano poco comprensibile.
- Francese - rispose, raddrizzando la postura e facendosi tutto impettito.
- Sai il francese? - gli domandò sbalordito.
- Un po' - ammise, sgonfiandosi.
- Solo... mi piace ascoltare Stromae - confessò, spiando il moro di sottecchi, il quale era immerso nella comprensione del brano in una lingua a lui sconosciuta.
- Stromae... ha un bel suono, non trovi? - borbottò fra sé Chase.
- Cosa? - non certo di averlo sentito parlare, lo fissò. Fece un cenno di diniego con la mano, come per dire: niente, niente, e lui scrollò le spalle. Certe volte Chase era proprio strano, ma non poteva dirsi da meno.
- Sai, Chase... - iniziò ma lui, seguendo il ritmo con la testa, si portò un dito alle labbra e sussurrò un 'shhh'.
- Mi spieghi perché hai tutta questa musica triste? - domandò il ragazzo dagli occhi rossi, aprendoli lentamente.
- Be', a volte capita - mormorò, e l'altro si interrogò sul senso della frase.
- Capita cosa??? Sant'Iddio, spiegati, idiota! - lo rimbrottò, imbronciato.
- Uhm, è, come dire, difficile da spiegare - borbottò.
- Come ti pare... siamo quasi arrivati a casa mia, non è meglio che tu vada a casa tua? - gli chiese, tutto fuorché preoccupato per lui.
- Vorrei vedere il tuo appartamento - ribatté invece Shane.
- E se io non volessi? Non avevi pensato a questo? - replicò aggressivamente.
- Certo, - rispose tranquillo - ma io penso che alla fine mi farai entrare lo stesso.

E sorrise.

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