Voglia di fare molte cose

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Violet

Mi gira la testa, mi fanno male le gambe e sono tremendamente stanca, ma stanca di tutto, stanca del sole mattutino che mi sta accecando, stanca del russare di Josh, stanca della mia vita, stanca di me e stanca da tutto ciò che mi circonda. Ho paura ad alzarmi dal letto perché se non mi trova dove mi ha lasciato non so cosa potrebbe accadere.

Stanotte mi ha distrutta, mi ha praticamente lacerata in mille pezzi e adesso sono nuda sotto le lenzuola che odorano di sesso possessivo, noto anche delle macchie di sangue su di esso. Mi viene voglia di urlare, ma mi manca il respiro, mi manca la voce. Vorrei fare tante cose in questo momento, ma semplicemente non posso perché sono costretta a fare una vita non mia.

Il telefono.

Mi sta chiamando qualcuno.

A quest'ora.

Chi è il pazzo?

Allungo una mano per terra e fortunatamente trovo i miei pantaloni, frugo nella tasca e leggo sullo schermo un numero a me sconosciuto. Rispondo

-Pronto?-

-Vio sei tu?-

-Con chi parlo?-

-Sono Niall e volevo sapere se ti va di uscire oggi..-

Mi passo una mano sul viso. Mi volto verso Josh che fortunatamente non si è svegliato. Mi viene da ridere, ma mi trattengo. Questo ragazzo è impareggiabile..

-Va bene Neil.-

-HO DETTO CHE MI CHIAM-

Chiudo la chiamata, mi porto il braccio a coprire gli occhi e cerco di riprendere sonno.

Bianca

Esco dal bar e ad attendermi vicino l'auto c'è Liam. Gli sorrido e mi viene voglia di saltare per strada dalla gioia.

-Com'è andata?-

Alzo il foglio all'altezza del mio viso e anche lui sorride. Mi abbraccia forte e mi bacia la fronte.

-Congratulazioni!! -

Rido mentre mi fa girare. Mi sento felice, come se mi sono tolta un peso dal cuore. Ho finalmente trovato un lavoro come cameriera.

-Adesso verrò ogni giorno qui a fare colazione-

-Ti prego, no!-

Fa il broncio e mi lascia andare. Si appoggia con la schiena alla macchina e incrocia le braccia al petto.

-Sarebbe imbarazzante.. ecco...-

Sorride e mi sconpiglia i capelli. Mi mordo l'intero della guancia, questo suo gesto mi ricorda tanto Harry.

-Andiamo a casa adesso?-

Chiedo sperando di deviare i miei pensieri, non voglio piangere ancora, ormai devo smetterla. Devo davvero smetterla di essere una piagnucolona del cazzo, ho bisogno di sorridere un po nella mia vita e poi sicuramente Harry sta bene e quindi non mi devo preoccupare per lui...

-Ehy..Qualcosa non va?-

Alzo lo sguardo verso Liam e lui mi carezza leggermente la guancia per poi scendere lentamente sul collo. Poggio la mano sulla sua e socchiudo gli occhi. Emetto uno strano verso per poi sorridergli.

-Sto bene, tranquillo.-

Lui sembra soppesare un po le mie parole, ma alla fine si convince. Mi apre lo sportello e mi fa sedere all'interno della macchina. Lo vedo mentre fa un giro attorno la vettura per sedersi al posto del guidatore. Si volta verso di me e si sistema sul sedile, inserisce le chiavi e mette la prima per poi uscire dal parcheggio. Guardo le sue mani e come stringono il volante, sembrano così delicate. Sospiro e affondo con la testa nelle spalle.

Luke

Sgrano gli occhi, mi volto verso Cleila e noto che si sta torturano le mani. Di fronte a me la scritta a caratteri cubitali mi mette soggezione, credo di vedere doppio.

-Cosa ci facciamo qui?-

Sento il suo sguardo su di me, ma ormai sono completamente concentrato a guardare le sbarre al di fuori delle finestre e i poliziotti che sorvegliano l'uscita. Tremo.

-Qui c'è mio padre.-

Mi si ferma il respiro. Per un momento mi sembra di svenire e se non fosse stato per il fatto che sto seduto sul pullman, sarei anche caduto.

-È la nostra fermata, dobbiamo scendere Luke.-

Mi prende per il braccio ed io sembro un corpo vuoto perché non reagisco, cammino e basta, la seguo e mi faccio trascinare da lei ovunque voglia.

E alla fine arriviamo davanti l'entrata del..

Cleila

CARCERE COMUNALE

Vedo e leggo solo questo davanti i miei occhi. Questa non è la prima volta che io vengo qui, ma fa sempre un certo effetto sapere che mio padre si trova qua dentro da anni.

Fa sempre abbastanza male.

-Luke.. ti prego..di qualcosa...-

Da quando siamo arrivati che non parla, non si muove e sembra che nemmeno respira. Mi mette paura questa sua reazione, capisco che è una cosa strana e che di certo non se lo sarebbe mai aspettato.

-Tuo padre è un poliziotto? -

Muovo leggermente il capo e sorrido amaramente.

-Lui è un carcerato.-

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