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<In classe non è successo niente di che... diciamo tutto apposto> dico ai ragazzi mentre torniamo a casa. Oggi è venerdì e sono tornata a scuola da una settimana.

Saluto i ragazzi e mi avvio per casa insieme a Payton. È stato con me tutto il tempo, si è praticamente trasferito a casa mia. La camera degli ospiti è diventata sua. Sorrido al pensiero.

<Allora cosa mangiamo oggi?> mi chiede appena entriamo in cucina. <Io mangio sushi, tu invece dell'insalata che se no ingrassi> dico facendogli un buffetto sulla guancia. <Come scusa? Io vado in palestra tutti i giorni!> alzo un sopracciglio <Okay non ci vado da un mese ma visto che dovrai andarci anche tu, faremo palestra insieme. Però ti prego lasciami mangiare il mio sushi> rido mentre compongo il numero di un ristorante giapponese d'asporto.

<Stavo pensando... ti senti pronta per un appuntamento?> lo guardo sorpresa. Mi ricordo perfettamente il discorso che aveva fatto quando non mi ero ancora ripresa. Ci ho pensato tanto a quello che provo per lui. Ma ho paura di non essere abbastanza. Abbastanza pronta per me, non so se sono pronta a dare tutta me stessa per Payton.
Non fosse successo quello che è successo avrei aspettato con ansia questo momento. Ma ho seriamente paura di non essere abbastanza pronta. Ma tentar non nuoce vero?

<Va bene!> fa un sospiro di sollievo prima di continuare <Alle otto ti porto in un posto, vestiti comoda> mi fa l'occhiolino prima di lasciarmi sola in camera mia.

Dato che in questa città fa ancora caldo, nonostante il fatto che siamo a ottobre, opto per dei pantaloncini a vita alta e un crop-top a scacchi bianchi e neri. Infilo le calze fino al polpaccio della stessa fantasia del crop-top e le mie vans classiche.
Payton spalanca la porta senza bussare.
<Payton cavolo! Potevo essere nuda!> alza un sopracciglio <Beh, a me sarebbe andato bene anche così> lo guardo male e lui si ricompone.

Prima di uscire di casa mi lancia una sua felpa. Sbuffo prima di metterla, ha il suo profumo e questa cosa mi manda in palla il cervello.
Mi prende la mano e saliamo sulla sua macchina.

<Dove mi porti?> chiedo curiosa. <Beh è una sorpresa> <Come, cosa? Non conosco il termine sorpresa, non fa parte del mio vocabolario> <Dai che siamo quasi arrivati>
Quando scendo dalla macchina vedo un sacco di luci colorate e una musica allegra arriva alle mie orecchie.

<Mi hai portata al Luna Park..>  sussurro, lo vedo irrigidirsi e starà sicuramente pensando di aver fatto una cazzata a portarmi qui.
Lo abbraccio e questa cosa risulta strana anche per me. Rimane fermo per tutta l'abbraccio e non ricambia. Mi stacco preoccupata <Qualcosa non va?> mi guarda negli occhi e sorride. Mi prende in braccio e mi fa girare un po' in aria. Dio quanto mi erano mancati i suoi abbracci.

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spazio autrice 🚀

penultimo capitolo...

Had it all ~ Payton MoormeierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora