Capitolo 17

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Lo prese per i capelli e la lo trascinava, mentre lui non opponeva la minima resistenza.
Appena Venere se lo vide davanti trascinato in quel modo scosse il capo, si grattò l'orecchio destro e scoppiò a ridere rabbiosamente. Poi disse:

"Ti sei degnato finalmente dì venire a salutare tua suocera? O sei venuto qui a cercare tuo marito, che è in pericolo di vita per la ferita che gli hai
procurato? Ma stai tranquillo, ti darò l'accoglienza che si merita un buon genero!".

Poi soggiunse:

"Dove sono le mie ancelle Angoscia e Tristezza?". E così, dopo averle chiamate,
glielo consegnò affinché lo torturassero. Quelle obbedirono subito al comando della loro padrona, e dopo averlo fustigato con le fruste e sottoposto a ogni genere di sevizie lo riportarono davanti alla padrona.
Allora Venere ricominciò a sghignazzare ed esclamò:
"Ecco, ora crederà di muovermi a compassione e di intenerirmi con quel suo ventre gonfio, per cui io diventerò nonna, certo di una stirpe assai gloriosa! Sarò proprio felice di sentirmi chiamare nonna mentre sono ancora nel fiore
della giovinezza, soprattutto quando si saprà che il nipote di Venere è figlio di una sgualdrina! Ma che sciocchezze vado dicendo chiamandolo figlio?
Le nozze fra persone di diverso rango e fatte per di più tra i campi e senza testimoni e senza il consenso del padre non possono certo essere valide:
quindi tuo figlio sarà un bastardo, ammesso che io ti consenta di metterlo al mondo!".

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