Capitolo 4

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Yoongi, attirato dalla delizia di quel luogo, si avvicinò, si fece un po' di coraggio e varcò la soglia del palazzo. Poi, fattasi sempre più ardito per quella stupenda visione, cominciò a esaminare una per una tutte le cose. Vide allora, dall'altra parte del palazzo, magazzini costruiti con arte mirabile, ove era accumulato ogni ben di dio. C'era tutto quello che esiste al mondo di prezioso. Ma il miracolo più grande sembrava non tanto quella abbondanza di ogni ricchezza, ma il fatto che quel tesoro che conteneva le ricchezze di tutto il mondo rimanesse lì incustodito, senza catene, senza lucchetti.
Mentre Yoongi con grandissima gioia esaminava ogni cosa, sentì una voce incorporea che le diceva: "Perché, mio signore, ti stupisci di fronte a tante ricchezze? Tutto quello che vedi è tuo. Entra nella tua stanza, riposa nel letto le tue membra stanche e poi quando lo vorrai, chiedi l'acqua per il bagno. Noi, che tu senti parlare, siamo tue ancelle saremo pronte a servirti e ti apparecchieremo una tavola da re, appena ti sarai riposato".
Yoongi riconobbe in quelle voci incorporee la felice assistenza di un dio provvidenziale, e prima col sonno, poi col bagno si ristorò dalla stanchezza. Successivamente vide una tavola semi-circolare che sembrava fosse imbandita per la cena: sembrava che fosse pronta proprio per lui, e allora vi si accomodò di buon grado.
E subito gli furono portati vini profumati come il nettare e vassoi pieni di vivande prelibate senza che nessuno servisse a casa, ma come se tutto venisse mosso da uno spirito invisibile. Tuttavia lui non poteva vedere nessuno, ma udiva soltanto le parole che gli giravano attorno, e aveva voci che lo servivano.
Dopo la cena sontuosa entrò qualcuno e cantò non visto, poi un altro toccò la cetra, invisibile anch'esso, poi seguì un coro armonioso di voci concordi, e benché non si vedesse nessuno, era
ben chiaro che si trattasse di un coro.

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