Capitolo 8

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L’ignoto marito ammonì nuovamente Yoongi nei suoi colloqui notturni:

“Non vedi quale grande pericolo ti minaccia? La Fortuna ti insidia dall’alto,
e, se non ti premunisci in tempo, ben presto ti aggredirà direttamente. Quelle due donnacce infami ti stanno tendendo con ogni mezzo un’insidia orribile, il cui punto culminante è questo: ti vogliono
convincere a vedere il mio volto e tu sai, perché te l’ho detto altre volte, che se tu mi vedrai, non potrai vedermi mai più. Se dunque fra poco quelle due perfide streghe verranno da te nuovamente, e sono certo che verranno, armate di questi maligni suggerimenti, tu non parlare con loro per nessuna
ragione. Ma se poi, a causa della tua semplicità e del tuo buon cuore, non saprai far questo, bada almeno a non ascoltare e non rispondere nulla di
ciò che riguarda il tuo sposo. Tra poco la nostra famiglia sarà accresciuta, perché questo tuo utero, grazie al potere che mi risiede nella mani, ancora di bimba porta un altro bimbo: sarà un dio, se saprai mantenere i nostri segreti, ma sarà un
semplice mortale se li tradirai”.

Yoongi a quell’annuncio brillò dì gioia e cominciò a battere le mani pensando a un figlio divino e si esaltò di fronte a quella promessa gloriosa e si compiacque della dignità del nome di madre. Tutto ansioso contava i giorni e i mesi che si susseguivano uno dopo l’altro, e nella sua inesperienza
del nuovo peso della gravidanza, si meravigliava che per una così piccola puntura le si andasse ogni giorno di più ingrossando il ventre.
Ma ormai quelle due furie indiavolate e pestifere che sprizzavano veleno come le vipere, avevano preso il mare con una fretta foriera di tempesta. Allora di nuovo lo sposo ammonì il suo Yoongi:

“Ecco l’ultimo giorno, l’estremo momento: il sesso ostile e il sangue nemico ha già preso le armi, ha mosso il campo di battaglia, ha ordinato
gli schieramenti, ha dato fiato alle trombe, ormai con la spada in pugno le tue infami sorelle mirano alla tua gola. Quale rovina ci sovrasta, dolcissimo
Yoongi! Abbi pietà di me e di te, mantenendo religiosamente il silenzio, salva la tua casa, lo sposo e questa nostra creatura dalla sventura di questo
disastro che ci arriva addosso! E quelle scellerate che tu non puoi più chiamare sorelle, perché con il loro odio mortale hanno calpestato i vincoli del sangue, non devi vederle, non devi ascoltarle,
quando come le sirene faranno risuonare le loro voci funeste dall’alto della rupe”.

Yoongi gli rispose in mezzo alle lacrime:

“Mi sembra di averti già da un pezzo dato prova di essere fedele e discreto, e anche ora più che mai potrai apprezzare la mia fermezza d’animo. Tu ordina soltanto al nostro Zefiro di rendermi il suo solito servizio, e invece della tua sacra persona, che mi è vietata, concedimi almeno la vista delle mie
sorelle. Per questi tuoi morbidi capelli profumati di cinnamomo, per queste tue guance lisce e vellutate, tanto simili alle mie, per questo tuo petto che brucia di non so quale calore, io ti prego, concedi che un giorno io possa conoscere il tuo aspetto almeno nel volto del bimbo che porto in grembo! Ti prego come un supplice di fronte a un dio: concedimi la gioia di poter riabbracciare le mie sorelle e consola in tal modo il tuo devoto Yoongi! Non voglio più ormai conoscere il tuo volto, e non mi turbano più neanche le tenebre della notte: la mia luce sei tu, e sei mio!”.

Lo sposo, vinto e conquistato da queste parole e dai teneri abbracci di Yoongi, asciugandogli le lacrime coi suoi capelli, gli promise di concederglo ogni cosa, poi s’affrettò a sparire, prima che spuntasse il giorno.

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