1-Riverenze a tutta la Valle Spaziale!

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Alice's pov

"Vuoi stare zitta!"

"Eddai, Ali! Questo qui ti piace, di' la verità!"

"Non mi piace, non lo conosco nemmeno!"

"Ma se sei arrossita!" Ilaria scoppia in una risata rumorosa, mentre io sbuffo, seccata. "E poi lo conosci. Lo vedi sempre all'università e ti sorride sempre. Ci hai anche studiato insieme, lo hai aiutato al progetto..."

"Basta adesso." la interrompo. "Devo tornare al mio compito. Devo consegnarlo tra due sole settimane."

"Che cosa?!" Ilaria finge una reazione sconvolta, spalancando la bocca e tenendo una mano sopra il cuore. "Due sole settimane?!" Ride, con un'altra delle sue contagiose risate e stavolta non riesco a tenerle il broncio. Mi metto a ridere, seduta sul letto di camera mia e con il laptop sulle gambe. Guardo Ilaria, coi suoi lunghi capelli neri che riflettono la luce e gli occhi chiari e sorridenti. 

Da quando l'ho conosciuta, alle elementari, ha sempre avuto l'ilarità degna del suo nome: la tipica ragazza dalla bella presenza, che sembra troppo perfetta per essere vera. E' per questo che molte persone si stupiscono che due come noi possano avere un tale rapporto. 

"Ce la farai, sei bravissima in queste robe di grafica eccetera eccetera." mi incoraggia.

"Ma non sono mai soddisfatta del risultato."

"Questo perché sei una perfettina."

"Non è vero!"

"Sì che lo è, il prof Citerio lo diceva sempre," si cimenta in una ridicola imitazione del nostro professore di storia delle superiori. "Signorina Lamberti, la smetta di essere così esigente." ridiamo.

"Il prof Citerio mi odiava."

"Il prof Citerio odiava tutti."

"A parte te."

"Cosa devo farci se il mio saggio sulla storia delle crociate lo ha colpito tanto?" 

Ilaria andava benissimo a scuola. Aveva la media più alta della classe. Nonché, la fila più lunga di ragazzi al suo seguito. Tra la quarta e la quinta superiore, avrà cambiato una decina di ragazzi, ma nessuno sembrava mai rispettare i suoi standard. Finiva sempre che il suddetto ragazzo, non se la sentiva di stargli accanto e, semplicemente, scompariva. Alla fine della scuola, Ilaria ha detto di aver chiuso coi ragazzi, per dedicarsi esclusivamente agli studi di giurisprudenza a Bologna.

Ho sempre sperato che scegliesse l'università nella nostra stessa città. Così, mentre io studio all'Accademia delle Belle Arti, posso avere accanto l'unica persona con cui abbia mai avuto il coraggio di confidarmi, nonostante siamo completamente diverse.

In confronto a lei, sono semplicemente la ragazza seduta in fondo alla classe, ordinari capelli castani e occhiali neri sul naso. L'unica mia valvola di sfogo è sempre stata l'arte.

Nonostante le abissali differenze, io e Ilaria siamo sopravvissute ad anni di serena infanzia e turbolenta adolescenza, ed ora eccoci qui. Io ventuno, lei ventidue anni, sedute sul letto di camera mia a parlare del più e del meno. 

La nostra conversazione viene interrotta dall'irruento spalancarsi della porta. Mia sorella minore, Margherita, entra sbraitando, ma io la fermo immediatamente.

"Quante volte ti ho detto di bussare prima di entrare!"

"Devi farmi un favore, Ali." dice, sfilando dalla tasca il cellulare. "Guarda!"

Mi mette davanti agli occhi lo schermo vitreo del dispositivo. Sono proiettate sopra delle immagini colorate, di esserini simili ad alieni che camminano in fila verso il lato destro del minuscolo monitor.

"E questo sarebbe..." le chiedo, senza riuscire a comprendere. La sua risposta arriva immediatamente, con un sorriso stampato sulle labbra.

"Space Valley!"

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