29-Colore Preferito

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Ilaria's pov

Sono seduta sulla poltroncina dell'appartamento di Maurizio a osservare il cielo fuori dalla finestra: la giornata è limpida, non c'è una nuvola in cielo. Un sospiro attraverso uno spiffero mi scompiglia una ciocca di capelli scuri vicino all'orecchio. Chiudo gli occhi. Non riesco a smettere di pensarlo...

Delle dita affusolate mi accarezzano i capelli strappandomi un mezzo sorriso. Maurizio è accovacciato accanto alla poltroncina, lo sguardo rivolto verso il mio viso. La luce del sole disegna riflessi chiari sopra le iridi azzurre. 

"Va tutto bene?" chiede dolcemente.

Annuisco piano. "Sì."

Maurizio sorride. "Non sei brava a mentire."

"Non è niente, solo..." ammetto. "sono ancora un po' giù per quella faccenda..."

"Loro ti mancano?"

"No." rispondo seccamente. "Non sono le persone che credevo."

"Bene. Non meriti di stare male per colpa loro." continua ad accarezzarmi i capelli con le mani. "Dovresti fare un'apparizione in un mio video, una volta." dice, alzandosi in piedi. "Se ti fa piacere, naturalmente."

Rispondo con un sorriso e un cenno della testa. Maurizio si allontana. Guardo la sua schiena mentre va via e d'un tratto un pensiero mi balena in mente.

"Mauri," richiamo la sua attenzione. "mi ripeti perché sei qui a Bologna?"

Maurizio si volta. Mi guarda per un po' poi dice: "Te l'ho detto." la sua voce è calda e limpida. "Un mio caro amico ha fatto un raduno."

Annuisco. Per un attimo mi tornano in mente il raduno di Luis. E lo studio di Space Valley distrutto. Scaccio il pensiero dalla testa e torno a osservare il cielo dalla finestra.

Alice's pov

"Sono tornata!"

"Ferma, ferma!" Sulla soglia della porta, Nelson mi toglie le borse di plastica dalle mani. "Dalle a me."

"Ce la faccio!"

"E va bene! Una ciascuno, almeno. "

Accetto, porgendo a Nelson metà degli acquisti per il set. Gli lascio la confezione piena di acrilici e stiracchio il polso indolenzito. Con la mano libera, porto i pennelli.

"Ci sei andata giù pesante con lo shopping!" esclama Nelson. Rido.

"Hai finito la struttura dell'albero come ti avevo detto?"

"L'ho completato poco prima che tornassi," mi risponde. "Sergente!"

"Voglio sperare che sia esattamente come ti ho spiegato io." gli dico. "Sono una precisa!"

"Sono una precisa!" ripete Nelson con voce stridula.

Attraversiamo lo studio fra le risate, facendo baccano. Quando ci vede arrivare, Dario ci osserva con gli occhi scuri.

"Noi, ehm, andiamo a completare l'albero del set." lo avviso.

Lui risponde con un cenno della testa prima di riportare lo sguardo sul suo computer.Posiamo tutto sul tavolo del set. Il rosso, il blu, il giallo spiccano sulla superficie di legno. Osservo, compiaciuta i colori sgargianti e i pennelli, quando Nelson esprime una considerazione assai perspicace...

"Ali, non hai preso il marrone." lo guardo perplessa. "dobbiamo colorare un albero. Cosa ce ne facciamo del blu elettrico? Ci serviva il marrone per il tronco, no?"

Una risata spontanea mi nasce in petto. Nelson è confuso. "Nels, come pensi si ottenga il marrone?"

Mi avvicino al tavolo. Sfilo l'elastico viola sul mio polso per raccogliere i capelli in uno chignon. Sento lo sguardo di Nelson su di me... 

Sistemo gli occhiali sul naso e inizio a mischiare gli acrilici col pennello, sopra un quadratino di cartone...

Un po' di rosso, un po' di giallo, un po' di blu...

"No!" Nelson esclama esterrefatto. Mi scappa un sorriso. "E' assurdo!"

"Visto?" dico, prendendo il cartoncino e il pennello. "Come per magia!"

Mi volto verso il muro del set, dove il pavimento è protetto da uno strato di fogli di giornale. Inizio a stendere le pennellate sopra lo scheletro grigio di cartapesta. 

"Hai fatto proprio un buon lavoro, lo ammetto." dico a Nelson, alle mie spalle, senza distogliere lo sguardo dalle setole del pennello. 

"Tutto merito tuo. Ci sai proprio fare con questi lavoretti fai-da-te e... i colori! Sei un genio coi colori!"

Sorrido alla parete di fronte a me. "Beh, se ci pensi non è difficile:" intingo il pennello nel pigmento. "basta avere i colori primari. I tre insieme fanno il marrone;" continuo a parlare mentre dipingo fra le venature dell'albero. "rosso e giallo: arancione;" mi concentro sulla scultura irregolare, quasi dimenticandomi di Nelson, dietro di me. "giallo e blu: verde; e rosso e blu..."

"Viola!"

Qualcosa di ruvido mi striscia sulla faccia e ritraggo la testa di scatto. Quando mi sfioro la guancia, un'impronta colorata mi rimane sulle dita. E' viola acceso.

"Nelson!"

"Sai, è il mio colore preferito" Mi volto da Nelson. Ha in mano il pennello e sul tavolo dietro di lui, delle chiazze di colore sopra i cartoncini. "Come il tuo codino."

"Be se ti piace tanto!" 

Con le dita ancora coperte di pittura, faccio appena in tempo a lasciargli una striscia di viola sul naso, poco prima che si sottragga al mio tocco. Indietreggia ridendo e getta gli occhi sugli altri colori sul tavolo. Mi lancia uno sguardo di sfida. 

"Oh no..." punto il pennello verso di lui, con fare minaccioso. "Non oserai..." 

Con uno scatto si avvicina al tavolo e io faccio lo stesso. Intingo il pennello di giallo e quando mi volto mi ritrovo una macchia azzurra sulla punta del naso. La barba di Nelson si sporca di pittura gialla e io mi metto a ridere. 

"Ah, la barba! Colpo basso!"

Mentre raccolgo un po' di pittura verde, la mano di Nelson mi lascia un'impronta rosso vermiglio sopra la lente.

"Gli occhiali no!"

Seguo il suo esempio e mollo il pennello. Lui riprende appositamente il viola per macchiarmi il viso. Io, col palmo completamente verde, gli stampo la mia mano sulla faccia. 

"Ehi!"

La mano rossa di Nelson, stavolta si imprime sul mio braccio. Io gli poggio entrambe le mani sul petto, sulla maglietta bianca e lui mi cinge i fianchi lasciandomi il colore delle sue mani sulla t-shirt. Tento di liberarmi, ma lui mi stringe fra le braccia sollevandomi da terra e colorandomi ancora di più. Ridiamo fino a che non ci manca il fiato.

Fra le sue braccia, ci osservo come fossimo due quadri astratti. Il suo tocco sulla mia guancia, la carezza della mia mano sul suo viso, la sua stretta sicura intorno ai mie fianchi. I nostri contatti impressi, vividi come ricordi, sulla nostra pelle. Respiro lentamente, con le labbra sorridenti completamente colorate di viola.

Alzo lo sguardo. Incrocio gli occhi di Nelson che mi stanno osservando. Il contatto visivo mi infonde una strana sensazione, che mi si imprime negli occhi, come fosse un tocco colorato.

Vedo i suoi occhi abbassarsi sul mio viso colorato. Nelson sussurra. "Mi è sempre piaciuto il viola..."

Siamo così vicini. Sento il suo fiato vicino al mio viso...

"Qualcosa non va?"

Nelson ritrae la testa. Ci voltiamo entrambi verso Dario, di fronte a noi. 

"Tutto bene." risponde Nelson, mentre si stacca da me. "Stavamo... pitturando."

"Lo vedo." guarda Nelson un po' stranito. Poi, si rivolge a me. "Alice, puoi venire di là un momento? Si tratta del progetto."

"Sì." rispondo, andando verso Dario. "Sì, certamente."

Dario si allontana dal set dirigendosi verso la scrivania coi computer. Do uno sguardo a Nelson dietro di me, prima di seguire Dario lasciare lui, tutto colorato, dietro di me.

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