17-Risveglio

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Nelson's pov

La luce che filtra dalla finestra mi induce ad aprire pigramente gli occhi. Gli occhiali mi poggiano sul naso, tutti storti, la schiena è contro il divano e una coperta mi copre le gambe. Mi sistemo gli occhiali e faccio un lungo sbadiglio, quando mi accorgo di qualcosa che poggia sul mio petto. Abbasso lo sguardo: un viso incorniciato da capelli castani sonnecchia sotto il mio braccio.

Quando me ne accorgo, mi paralizzo, cercando di minimizzare ogni mio movimento, per non svegliare Alice. Anche sul suo viso gli occhiali pendono da un lato e respira lentamente dalla bocca semiaperta. A vederla, mi viene da sorridere. Fa fatica a esprimersi apertamente e mentre mi parla a volte guarda altrove. E' così introversa, ma dorme tranquillamente sul mio petto. 

 Ieri sera abbiamo giocato fino a tarda notte, non ricordo neanche il momento in cui mi sono addormentato. Se lei è tanto rilassata qui al mio fianco, probabilmente neanche lei se lo ricorda, anzi probabilmente  quando è successo non se ne è resa conto. Ci siamo divertiti da matti, questo è tutto quello che ricordo io.

"Mh... mh..." Alice borbotta qualcosa nel sonno, muovendosi sotto il mio braccio. Apre gli occhi e si guarda intorno. Dopo appena un secondo, la sua espressione tranquilla viene sostituita da un paio di guance rosse e uno sguardo imbarazzato. 

"OH!" Ritrae immediatamente la testa e si rimette seduta in tutta fretta. Inizia a parlare velocemente ma senza dire niente di preciso. "EHM... IO... ECCO..."

Scoppio a ridere. Lei si ferma e mi guarda, confusa. 

"Buongiorno, fiore di loto." le dico, trattenendo ancora qualche risata. Alice tenta di sistemarsi i capelli e aggiustare gli occhiali, poi chiede, un po' in imbarazzo:

"M-mi... mi sono addormentata?" 

"Tu che dici?"

"Che ore sono?" cerca preoccupata il suo cellulare. "Dieci chiamate perse!" Si alza dal divano con uno scatto. Fa per dirigersi all'uscita dello studio. "Devo andare!" La guardo in silenzio, mentre va da un lato all'altro della stanza in cerca delle sue chiavi. "Ma dove le ho messe..." trattengo a stento le risate. "Non posso crederci! Non trovo le chiavi!" Non resisto più, scoppio a ridere. "Nelson! La vuoi smettere di ridere!"

"Hai ragione, hai ragione."

"Aiutami, piuttosto." insiste lei.

"Lo farei molto volentieri," le dico, con un mezzo sorriso. "Mi alzerei immediatamente e mi mettere al più presto alla ricerca del tuo oggetto perduto, se non fosse che..."

"Beh, alzati allora." dice alzando gli occhi al cielo. 

"Se non fosse che..." riprendo. "Se non fosse che le tue chiavi non sono qui, precisamente dopo che le hai lasciate a Ilaria e Margherita per farle tornare a casa."

"Oh..." si porta una mano alla testa. "Giusto..." La guardo, in attesa. "Dovrei chiederti un favore..." 

Mi alzo dal divano. "Dai, andiamo." Prendo il mio zainetto e mi rivolgo ad Alice. "Ti accompagno io."

Entrambi usciamo dallo studio e prendiamo posto sulla mia macchina. Mi metto alla guida e tento di ricordare la strada verso casa di Alice. Durante il viaggio Alice sta in silenzio. Guarda fuori dal finestrino e mi sembra mi stia evitando. 

"Sei brava ai videogiochi," le dico, per rompere il ghiaccio. "valido avversario anche se ti ho battuta un bel po' di volte e..."

"Sì." mi risponde seria. "Sì, molto divertente."

Non capisco il suo atteggiamento. "Ehi, va tutto bene?" le chiedo, confuso.

Lei si volta verso di me e mi risponde con disinvoltura. "Certo. Va tutto bene." Torna a guardare fuori dal finestrino. Tengo fisso sulla strada lo sguardo e anche l'attenzione. Smetto di preoccuparmi di intrattenere una conversazione. Se le da tanto fastidio parlarmi mi assicurerò di non darle problemi. Ma proprio non la capisco...  

Nell'auto regna il silenzio per un po', fino a che non arriviamo. Fermo l'auto davanti a casa sua.

"Arrivati." Non smetto di guardare dritto davanti a me.

Alice prende la sua borsa e apre lo sportello. Fa per scendere, ma prima volta verso di me.

"Nelson,"  mi guarda mentre mi parla. "ti ringrazio."

"Figurati." rispondo.

Alice scende dall'auto. La vedo arrivare all'entrata di casa sua. Aspetto che arrivi alla porta e che entri in casa. 

Già. Proprio non la capisco...

Abitante della Valle ||Space Valley||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora