36-Fuori Posto

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Margherita's pov

Mi asciugo la fronte col dorso della mano. Sto sudando, sono cosí agitata. Eppure nl  ho motivo di esserlo... È solo Nic.

Nic...

"Non volevo metterti ansia."

Ecco, se n'è accorto. "No, figurati."

Di nuovo il silenzio. Inizio a pensare che sia una cosa grave... ma no. So esattamente di cosa vuole parlarmi. Ma voglio aspettare che sia lui a...

"Mi sei mancata." Sul suo viso spunta un mezzo sorriso, ma sul mio solo rossore sulle guance. "Mi è mancato parlare. Ridere. Essere preso in giro quando ho i capelli fuori posto..." soffoco una risata. Proprio adesso, ha un ciuffo ribelle che gli sfiora la fronte. "Non mi sono espresso bene l'ultima volta che ci siamo parlati."

"Quindi non la pensi piú come prima?"

L'espressione sul suo viso cambia, la vedo diventare piú seria. "Margherita... io continuo a vederti come prima. Come..."

"Una sorella..." concludo al posto suo.

"Non intendevo ferirti quando l'ho detto." Mi guarda pentito. "Ho sbagliato, non avrei dovuto."

"No, non è affatto colpa tua." Gli dico, suscitandogli evidente stupore. "Mi hai semplicemente detto come la pensavi. Sei stato sincero e lo apprezzo." Rimaniamo in silenzio per qualche secondo. Poi riprendo. "Avrei dovuto capirlo prima. E non avrei dovuto evitarti." Lo vedo, finalmente sorridere. "Scusami"

"Oh, vieni qui."

Mi getto fra le sue braccia mentre ridiamo come pazzi. Sí, è mancato anche a me.

"Oh, quasi dimenticavo." Con la mano, gli scompiglio i ciuffi neri. "Hai tutti i capelli in disordine!"

Alice's pov

È la quarta volta che cancello il tratto di pittura col fazzoletto. Sono le ultime rifiniture e non riesco a concentrarmi. Quello che faccio mi richiede tantissimo tempo e il più delle volte npn mi soddisfa. Che mi prende?

Sto ricalcando la venatura verde scuro di una foglia di cartapesta, per la quinta volta. Nonostantela mano tremante sono quasi arrivata alla fine.

"Alice!"

Sobbalzo. Il pennello mi scivola dalla mano finendo sul pavimento. Mi sento avvampare per la frustrazione.

"SI PUÒ SAPERE QUAL È IL TUO PROBLEMA? IO..." mi interrompo immediatamente, le mani strette in due pugni, quando mi volto verso Dario.

Rimaniamo immobili a fissarci, lui sconvolto, io imbarazzatissima.

"Mi dispiace, forse non è un buon momento. Meglio che vada.."

"No!" Lo fermo. "No... scusami. Non so che mi sia successo. Cosa c'è?"

"Volevo solo sapere se hai bisogno d'aiuto." Mi osserva con piú attenzione. "Sei sicura di stare bene?"

Lo guardo. Non so se voglio confidarmi con lui. Non sono abituata a farlo con nessunk che non sia Alice. L'unica eccezione finora è stata Nelson...

Ma lui non c'è e sento che mi farebbe davvero bene parlare con qualcuno.

"Sono solo molto stressata..." mi fa segno di sederci al tavolo del set. Sono cosí stanca che accetto. "È che tutta la questione del set, di Ilaria, Luis... ecco, mi hanno completamente tolto tutte le energie. Non riesco a concentrarmi."

"Se vuoi una pausa dai lavori del set, non farti problemi. Hai fatto tantissimo."

"Oh no, non è questo, anzi... mi fa piacere tenermi impegnata. È solo che..."

Non so se voglio dirglielo...

"Senti, so che prima hai rifiutato il mio aiuto." Distoglie per un attimo lo sguardo, ma forse è solo una mia impressione. "E che hai intenzione di aspettare Nelson." Torna a guardarmi. "Però se hai bisogno di una mano..."

"Mi farebbe molto piacere." Ho risposto istintivamente e per poco non me ne pento. Però è stato cosí disponibile ad ascoltarmi. E poi avere un aiuto può solo farmi bene.

Iniziamo a dipingere. Il mio tratto è impreciso, ma non è nullain confronto alle ride sconnesse tracciate da Dario. Mi viene da ridere e quando glielo faccio notare, fa una faccia imbarazzata mentre si gratta la nuca.

"Scusami, non ho esattamente la mano da pittore..."

"Non preoccuparti! Fallo e basta, senza pensarci. Guarda, ti aiuto io." Metto la mia mano la mia mano sopra la sua, ancora sollevata sopra una foglia verde chiaro. "Sciogli il polso. Non fare linee nette, saràpiú difficile correggerle... ecco... cosí..." continuiamo a dipingere, la mia mano a guidare la sua. Non diciamo nulla, e per una volta il silenzio non mi sembra assordante, come se dovessi fare di tutto per riempirlo. Al contrario, mi tranquillizza, non mi imbarazza e mi sembra che mi faccia dimenticaredel resto.

Abbiamo appena concluso il lavoro, quando ci buttiamo sul divano, stanchi morti. Mi appoggio allo schienale e quando alzo la testa vedo Dario con gli occhi su di me. Quando me ne accorgo, però, non distoglie lo sguardo.

"Qualcosa non va?"

Rimane indifferente, sempre con le labbra sollevate in un sorriso. Inizio a sentire la fatica. Non solo di oggi, ma di tutte le giornate trascorsedi corsa, sempre all'inseguimento di qualcuno. Come se mi leggesse nel pensiero, Dario sposta la mia testa sulla spalla. Mi accarezza i capelli con la mano.

È in quel momento che la porta d'ingresso si spalanca. I ricci scomposti, l'espressione sorridente, gli occhi in cerca di qualcuno. Si fermano nella mia direzione. Il sorriso scompare.

Abitante della Valle ||Space Valley||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora