37-Distanza

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Nelson's pov

Cammino velocemente nel disperato tentativo di lasciarmeli alle spalle. Sento la sua voce che mi chiama, i suoi passi venirmi dietro ma non ce la faccio. Non riuscirei a guardarla.
L'ho vista fra le sue braccia e... e...

Non avrei mai pensato che mi avrebbe fatto questo effetto. Come se il mio organismo sis stesse scomponendo, cadendo a pezzi. Devo fare di tutto per tenerli insieme.

È incredibile. Io che non sono nessuno per lei. Lei è qualcosa per me?

Mi chiudo la porta alle spalle. Sono nel ripostiglio dello studio da qualche secondo e già sento il respiro farsi pesante. E non riesco più a distinguere gli effetti della claustrofobia da quelli dell'evento di qualche secondo fa.

Seduto, la schiena contro la porta, dei colpi mi risuonano contro la spina dorsale. Sta bussando.

"Nels. Nels..."

Non rispondo, ma anche se volessi le parole mi soffocherebbero in gola.

"Nelson possiamo parlare?"

Non riesco, non riesco a parlare. Sono sott'acqua e non respiro.

"Nelson..."

Dopo un po' non la sento piú parlare. Solo un fruscio indistinto e del peso sulla parete. Si è seduta dall'altro lato della porta. Non me la sento ancora di parlare, ma la sua presenza mi da conforto. Siamo sempre stati cosí, in fondo. A pochi centimetri di distanza ma separati da un muro. Vicini, eppure così lontani.

Non dovrei prendermela per averla vista con Dario. No, l'importante è che lei stia bene. Lei non mi deve niente, non stiamo insieme. Allora cos'è questo peso sul petto?

Dentro di me, lo so bene. È che mi sono illuso. E adesso sono faccia a faccia con la realtà.  Non sarebbe mai potuto esserci niente di speciale tra noi. Lei è così lontana da me. Irraggiungibile.

Passa qualche minuto prima che senta di nuovo bussare alla porta. Ancora e ancora.

"Nelson?"

La voce di Cesare. Mi affretto ad aprire la porta. Quando vedo il suo sguardo apprensivo su di me, una scarica di vergogna mi avvolge dalla testa ai piedi.

"Sono un cretino." Dico e basta.

"Sei perso di lei." Afferma.

"Non ha alcuna importanza. Non c'è nulla di concreto. Avrei dovuto accorgermene."

"Non dire così..."

"Cesare, lei non mi vuole. Non vuole avere niente a che fare con me."

"Solo perché l'hai vista con..."

"Non ha importanza che fosse con Dario!" Dico, esasperato. "Li ho visti e sono crollato a pezzi, perché ho avuto davanti agli occhi la prova schiacciante che mi sono fatto un sacco di speranze." Non riescoa sollevare gli occhi dal pavimento. "...irrealizzabili."

Cesare rimane in silenzio per un po'. Mi aspetto qualche parola di conforto da parte sua, la le sue affermazioni mi colgono di sorpresa.

"Sei un codardo, lo sai?"

"C-cosa?"

"Sei un codardo. Quando ti ho visto sferrare un pugno a Luis e stringerla far le tue braccia ho pensato 'Cavolo! Questo ha coraggio da vendere, farebbe di tutto per lei!'"

"Cesare, non ti seguo..."

"Tu non sei un illuso. E non sei nemmeno senza speranze. Tu hai paura di essere ferito." Rimango in silenzio, non so cosa dire. "E non posso dirti che non succederà perché l'hai vista. L'hai detto anche tu, è così distante..." lo guardo. Già lei è così distante... "ma devi promettermi che correrai il rischio. Perché è così che funziona. È tutta questione di..."

"Coraggio." Dico, al posto suo.

Cesare's pov

Ancora una volta, tutti siamo riuniti alla postazione di Frank, in attesa che ci aggiorni riguardo a Wilwoosh.

"Sarà qui domani."

"Cosa?"

"Dici sul serio?"

"Ma che?!"

"Gli ho parlato." Dice Frank, sovrastando le proteste del gruppo. "È stato piuttosto disponibile. È già a Bologna per cui... Perché non farlo venire direttamente qui?"

"Ehm... Perché potrebbe avere in mente qualcosa?" interviene Tonno. "Dovremmo stare più attenti Frank, se il set subisce altri danni, finiremo i video in programmazione e saremo costretti ad avvisare gli iscritti."

"Questo lo so." Risponde Frank. "Ma non abbiamo prove che sia dalla loro porto. Noi non accusiamo la gente senza prove, non è nel nostro stile. E poi, fidatevi della mia parola..." prosegue. "Abbiamo parlato e credo che sia meglio farlo venire qui."

Dopo qualche secondo di silenzio, Ilaria interviene. "Beh, fidiamoci di Frank. Siamo a tanto così da scoprire il piano di Luis e Maurizio ormai."

Soffoco una risata. "A parte, farti cambiare taglio di capelli, intendi?" Non appena lo dico, mi rendo conto di essere un deficiente. Ci ho scherzato su, come sono solito fare su ogni cosa, ma non ho tenuto conto del fatto che Ilaria mi odia...

Sto per rimangiarmi tutto quando sento la sua risata. "Molto divertente, criticone!"

Rido anch'io. "Ehi non ho detto che ti stanno male."

"È deciso allora." Incalza Frank. "Domani a quest'ora tutto sarà più chiaro."

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