Capitolo 1

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1 dicembre 2019

Oggi mi trasferisco finalmente nel nuovo quartiere, beh nuovo per me perché a dire il vero si tratta di una zona commerciale molto nota con alcune case risalenti anche ai primi anni del novecento, recentemente ristrutturate.

Proprio in una di queste case ho trovato il mio attuale appartamento ed è ottimo poiché non è troppo lontano dal posto in cui lavoro, un ristorante vecchio stile, dietro una chiesa e vicino a due piazze famose, non distante anche dal tempio della città.

Non è stato facile convincere i miei genitori all'inizio, ma ormai dopo questi ultimi tre anni trascorsi in modo intenso, ho sentito dentro di me che fosse giunto il momento buono per trasferirmi.

La casa è grande, anche se sono solo e non disdegno completamente l'idea di prendere in futuro un gatto o un cane e perché no magari anche una pianta o due.

Sono davvero felice, ho aspettato a lungo ma la cosa che più di tutte mi ha stupito è stata il prezzo dell'affitto molto contenuto rispetto ai soliti standard e l'affittuario, prima di farmi firmare il contratto e di pagare la caparra, ha bevuto il suo caffè macchiato, mi ha guardato con gli occhi di un genitore quando mette in guardia il proprio figlio e mi ha detto con sincerità:

<<Filippo, sei un bravo ragazzo e per questo motivo ci tengo ad avvisarti, ho sempre problemi ad affittare questa casa, perché mi è stato riferito dai precedenti inquilini che è abitata da un fantasma ed è dispettoso come un bambino.>>

<<Fantasma? Beh sarà strano da vedere ma io con i bambini ci vado d'accordo per me non è un problema!>>

Il signor Pietro mi guarda con rammarico ed insiste riportandomi degli episodi successi ad alcuni inquilini ma io non ho intenzione di farmi sgominare da un fantasma, ormai l'appartamento è mio anche perché ho intenzione di firmare il contratto e quindi andrò a pagare regolarmente un affitto.

Stringo la mano al signor Pietro dopo aver concluso la trattativa e felice come non mai mi dirigo a lavoro, sorrido persino in mezzo alla massa di gente e quando raggiungo il ristorante, ceno insieme alla mia brigata di cuochi e camerieri, compresi i miei due fantastici principali.

Mi piace mangiare con loro, parlare ed ascoltare delle loro esperienze in altri ristoranti, di clienti memorabili, dei loro figli, dei loro nipotini, sedere al tavolo con loro per me è come un piccolo onore tutte le volte, anche se non ho moglie e figli di cui parlare.

Il lavoro per me è una cosa seria e mi piace l'idea di lavorare in un ristorante specializzato in cucina italiana, solo ristorante, niente pizza.

Il ritmo di lavoro oscilla da un ritmo leggero con clienti italiani e stranieri, professori, senatori, dottori, compresi alcuni clienti curiosi che strappano sempre una risata e certe volte si raggiunge un livello quasi disumano, un ritmo folle e molto intenso per seguire tutte le comande prese da ogni tavolo.

Lettera a Babbo NataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora