Capitolo 2

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2 dicembre 2019

Oggi è una giornata un po' fiacca al lavoro e quando torno nella nuova casa, decido di rilassarmi con una bella doccia calda, ma dopo qualche minuto sotto l'acqua, avviene qualcosa di insolito dalla cipolla della doccia e difatti, l'acqua viene e va.

C'è qualcosa di strano e quando abbasso lo sguardo verso la maniglia per regolare l'acqua, la vedo muoversi da sola avanti ed indietro con l'acqua che esce di nuovo di getto e poi viene chiusa bruscamente.

Afferro la maniglia di metallo con decisione e quindi, grido:

<<No! Non si fa!>>

Non so perché mi sia uscito così all'improvviso quel 'No', forse è per l'abitudine che ho preso di dire spesso così al mio dolce nipotino di cinque anni combina guai e dispettoso da morire.

Comunque, a doccia finita e con un cambio pulito indosso, faccio un giro per casa, per vedere se è tutto in ordine e così è, niente oggetti rotti o spostati dal fantasma, niente porte che sbattono, niente scritte sui vetri come nei film dell'orrore, niente di niente.

C'è solo un grande silenzio e la mia perplessità, forse ho a che fare con un fantasma dispettoso, ma anche ben educato.

Per tutto il viaggio in tram ed in autobus, porto i miei pensieri rivolti ad immaginare che tipo di fantasma possa essere, se maschio o femmina e di che anno di nascita fosse, com'è morto e così via.

Giunto al ristorante saluto tutti e scendo a cambiarmi nello spogliatoio, scendendo una vecchia scala di legno. Il ristorante è molto antico, risalente all'epoca romana per i resti di un noto teatro e mi piace proprio per questo ed in più, prima di cenare e prima di iniziare il turno, c'è sempre qualcosa da fare come pulire i carciofi, il pesce, i pavimenti e controllare le sale, se manca qualcosa, se c'è da cambiare qualche tovaglia macchiata, se mancano i piatti, i bicchieri e le posate, piatti puliti di riserva e bicchieri di vario tipo, pronti ed ognuno al loro posto a seconda del loro utilizzo.

Riesco a fare una telefonata dopo aver mangiato, giusto per sentire i miei genitori, ascoltare le loro raccomandazioni, raccontare loro di come va con la nuova casa e senza dire nulla riguardo il fatto che condivido un appartamento con un fantasma educato e rispondere ad una chat del gruppo degli amici di sempre.

Perché ormai sentirsi per telefono sta diventando un lusso, come riuscire ad organizzare un'uscita con più di tre persone, perché non combaciano mai gli orari ed i giorni disponibili ed a volte quando mi ritrovo ad uscire in gruppo, sono molto felice ma mi capita anche di essere stanco e di sentirmi a disagio perché non ho poi tanto da raccontare al di fuori del lavoro, non riesco a stare al passo con i film e le serie televisive e da grande appassionato di anime giapponesi, ormai sono indietro persino con quelli perché il tempo è sempre meno, per non parlare dei libri da leggere accumulati negli anni.

Mi domando se al mio caro fantasma piace leggere, se conosce già la televisione e tutte le diavolerie del mondo moderno.

Lettera a Babbo NataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora