24 dicembre 2019
Questo lunedì è iniziato più che bene, perché c'è un bel sole anche se c'è un freddo pungente, perfetto per il clima natalizio delle feste.
Dopo una colazione veloce, mi occupo di apparecchiare la tavola per la sera, stendo bene la tovaglia rossa sul tavolo e stiro con le mani sul piano di appoggio, piego i tovaglioli ed agli angoli lascio le posate, con due bicchieri uno più grande ed uno più piccolo. Sistemo i sottobicchieri per le bottiglie e la caraffa d'acqua e lascio altri tovaglioli in un elegante portatovaglioli che ho trovato al mercatino dell'usato.
Prima di attaccare il turno al ristorante, mi premuro di preparare gli antipasti freddi e porto i piatti a tavola, pronunciando la fatidica frase
<<Agata vieni a mangiare, è pronto!>>
Il fantasma appare sulla sedia di fronte alla mia e le spiego che ho intenzione di anticipare la cena nel primo pomeriggio, così da farla insieme.
Cucino la pasta con gli scampi e per secondo un'orata al forno con patate e carciofi, tutto rigorosamente per due persone ed Agata la servo personalmente e le dico al momento di un dolce veloce che ho fatto io, con una candelina a forma di numero dieci sopra:
<<Tanti Auguri! Tanti Auguri ad Agata e a me! Oggi è il nostro compleanno!>>
Il suo sorriso è luminoso e la vedo davvero felice, oggi più che mai, come se fosse davvero a cena in un ristorante, come l'ultima volta con la sua famiglia che non ha più.
Per tutto il tempo l'ho vista spostare il cibo con le posate e concentrarsi su ogni odore diverso ed apprezzare comunque il cibo nel suo modo particolare.
Dopo aver sparecchiato insieme la tavola, metto tutto in dei contenitori per non sprecare il cibo e prima di uscire dico ad Agata:
<<Aspettami sveglia stasera!>>
La bambina fantasma annuisce con un gran sorriso buono e quando sono le due di notte, rientro zuppo di pioggia ma la trovo ancora ad aspettarmi come sempre, vicino l'albero di Natale.
Mi avvicino ancora bagnato di pioggia ed a braccia aperte mi chino verso di lei.
<<Buon Natale!!>>
Agata mi abbraccia e non so come spiegarlo ma riesco a sentire il suo tocco gentile e tiepido. La bambina è felice e scartiamo insieme i regali, così quando apre il suo pacco e trova l'orso con il fiocco bianco, anche se di pelouches, si illumina completamente e mi ringrazia.
<<Grazie Filippo!! Grazie per non aver avuto paura di me e grazie per la cena ed il regalo. Adesso ho fatto davvero dieci anni e posso riposare in pace.>>
Il fantasma si illumina in maniera quasi accecante e svanisce, andandosi a confondere tra le luci dell'albero e del presepe, lasciandomi ancora con quella sensazione di calore umano addosso.
I giorni seguenti sono stati difficili e strani, perché ho trascorso un meraviglioso Natale in famiglia, ho abbracciato i colleghi di lavoro e gli amici stretti nei giorni a seguire, ma dentro di me continuavo a chiedermi adesso che cosa starà facendo Agata?
La casa senza di lei sembra più grande e più vuota, così una mattina mi reco presso il grande cimitero della città e dopo a lungo cercare fra le tombe dei bambini, la trovo, con una lapide che ripulisco per bene e riconosco subito i nastri nei capelli e quel sorriso buono anche nella foto.
Dopo aver deposto dei fiori, estraggo dalla tasca un biglietto di carta che apro e lascio vicino il vaso, come ultimo saluto con una dedica:
"Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta."
Fine
STAI LEGGENDO
Lettera a Babbo Natale
General FictionFilippo è nato il 24 dicembre e si è da poco trasferito in un nuovo quartiere, sperimentando così i numerosi cambiamenti della vita adulta, il poco tempo libero e la vita in una nuova casa non poi così vuota e viene a conoscenza di un fatto partico...