12 dicembre 2019
Oggi ho deciso di farmi coraggio e di aprire di nuovo quel cassetto, anche se l'albero è pronto ed anche il presepe, con tanto di luci sistemate e la carta per fare sia il cielo che l'effetto 'terreno roccioso'.
Non mi servono altre decorazioni, ma l'unica cosa che cerco spostando quella scatola di latta, è quella lettera ingiallita, dal taglio della busta antiquato.
La prendo fra le dita e la rigiro per leggere sul retro cosa c'è scritto:
"Per Papà Natale"
Curioso come non mai, chiudo il cassetto e mi siedo sul bordo del letto matrimoniale per aprire con calma la busta ed estrarre il contenuto della lettera.
La grafia è leggibile e va giusto un po' storta senza rispettare molto la riga. Quando leggo la data mi si gela il sangue nelle vene e stringo il foglio tra le mani per lo stupore.
La data della lettera risale al 12 dicembre 1948 e la rileggo almeno un paio di volte, sono confuso per la coincidenza perché oggi è proprio lo stesso giorno ma cerco di non farmi prendere dal panico e alzo lo sguardo dal foglio.
In quel momento sento un chiaro rumore provenire dalla cucina, esattamente il rumore di due sedie che vengono spostate bruscamente e ciò non può non attirare la mia attenzione.
Deglutisco la saliva e procedo con la lettura della lettera, riportando gli occhi sul foglio per poter leggere.
12 dicembre 1948
"Caro Papà Natale
E cari Mamma e Papà, se state leggendo questa lettera che ho nascosto, allora siete stati bravi!
Vi voglio molto bene anche se la mamma piangendo mi ha detto che presto andrò in cielo in un posto migliore, dove sarò felice e che se volevo, potevo scrivere una lettera e chiedere dei doni al Papà Natale.
Vorrei tanto un orso di pezza, di quelli con il fiocco bianco come ho visto nel grande negozio di giuochi, quello dove lavora l'amica di Mamma e sapete se in cielo si va ancora a scuola? Si fanno i compiti e ti interrogano anche lassù?
Vi ringrazio per questi anni felici e per il vostro affetto, prometto di fare la brava bambina anche in cielo.
Con affetto e per sempre Vostra,
Agata."
Resto seduto sul letto dopo aver terminato di leggere la lettera ad alta voce e mi ritrovo a piangere senza riuscire a fermare le lacrime, come un bambino.
Per tutta la notte in casa, non c'è stato alcun rumore ed anche nei giorni a seguire tutto è rimasto avvolto dal silenzio e dalla quiete.
Tutto è tornato a scorrere velocemente, il lavoro, le faccende di casa, le conversazioni e le uscite con gli amici.
Riesco persino a non pensare più alla lettera ed alla presenza che alberga nella mia nuova casa.
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Lettera a Babbo Natale
General FictionFilippo è nato il 24 dicembre e si è da poco trasferito in un nuovo quartiere, sperimentando così i numerosi cambiamenti della vita adulta, il poco tempo libero e la vita in una nuova casa non poi così vuota e viene a conoscenza di un fatto partico...