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Per tutta la settimana seguente si percepisce nel box della Scuderia un'atmosfera vibrante: Charles ha segnato un tempo che scarta di soli 10 millesimi da quello di Sebastian, nonostante una notevole distanza in anni di esperienza (cosa che ha già messo in guardia qualche ingegnere dall'altra parte del box) e la Mercedes di Hamilton è riuscita a infilarsi fra le nostre due monoposto, con 3 millesimi in più dal miglior tempo.
Appena il monegasco scende dalla macchina corre ad abbracciare tutti al muretto, con gli occhi che luccicano per la felicità. Mi lascia per ultima, forse apposta, non saprei, ma io lo aspetto con lo sguardo di chi vorrebbe chiedere qualcosa ma non ha il coraggio di farlo. Dopo che ha finito di dare pacche sulle spalle e strette di mano ai miei colleghi, che nel frattempo rientrano per festeggiare, mi si avvicina. Per un attimo mi guarda negli occhi, come se avesse bisogno di prendere coraggio, poi mi stringe forte a sé e mi solleva da terra ripetendo più volte "Merci, merci, merci!". Rimango stupita dalla sua reazione, che non mi sarei aspettata per nulla al mondo, e mi lascio sfuggire un gridolino per il suo entusiasmo che trascina subito anche me.
"Figurati, io in realtà non ho fatto molto" dico sincera mentre mi riposa a terra.
"Hai creduto in me" mi fa notare con le braccia ancora intorno alla mia vita
"e mi hai stressato con i tuoi cari amici cordoli" aggiunge mollando la presa sui miei fianchi. Ridiamo entrambi per la sua battuta e siamo talmente vicini che posso sentire il profumo alla menta del suo bagnoschiuma. Ma quando i nostri sguardi si agganciano ci ammutoliamo entrambi e per un attimo mi sfiora il desiderio di accorgiare la distanza fra noi due, anche se mi riprendo subito e mi affretto a dire:
"Forse dovremmo rientrare, tutti vorranno congratularsi con te".

La sera però sia Mattia che Edoardo non sembrano condividere l'euforia del resto del team. Parlano fitti fra di loro e più volte guardano alcuni documenti sparsi sul tavolo della mensa in cui si sono seduti. Temo che siano preoccupati per il confronto con i nostri maggiori rivali, che a sorpresa oggi hanno mostrato un passo forse migliore del nostro. La conferma mi arriva quando Laura mi riferisce che è stata fissata una riunione straordinaria in serata. La notizia non mi fa molto piacere, un po' perché è da quasi una settimana che non dormo, ma soprattutto perché ho come il presentimento che non avranno solo aspetti positivi di cui parlare.
Quando prendo posto nel salone mi sembra di essere tornata al liceo, esattamente un attimo prima che la prof decidesse chi interrogare, tanto la situazione è tesa. Inizio seriamente a preoccuparmi per quello che dovranno dirci e torturo la penna finché infine non si decidono a parlare.
"Buonasera a tutti" comincia Mattia "vi ho fatti convocare in extremis per potervi comunicare di persona le ultime considerazioni cui siamo giunti Edoardo ed io dopo questa sessione di prove".
Rimango con il fiato sospeso, i loro volti sono così seri.
"I tempi di entrambi i nostri piloti sono stati fra i più bassi, tuttavia è necessario riconoscere l'esigua distanza che ci separa dalle Mercedes e che certamente potrebbe ribaltare la situazione durante un gran premio. Non abbiamo perciò la certezza di essere stati i migliori in campo e il risultato di oggi va apprezzato, ma solo tenendo conto di tutte le variabili che hanno giocato a nostro favore e che potrebbero non ripresentarsi nei weekend di gara. Inoltre, siamo entrambi d'accordo che sia giusto fissare una prima e una seconda guida, in modo tale da concentrare una buona parte delle nostre energie sulla figura di punta. Come avrete potuto intuire, sarà Sebastian il nostro primo pilota, perché ha più esperienza ed è da più anni membro della nostra Scuderia. Charles, questo sarà per te un anno di cambiamenti e preferiamo non metterti troppa pressione: avrai certamente bisogno dei tuoi spazi per trovare il giusto feeling con la SF90 e non saremo noi a complicarti il compito".
Penso che quasi tutti ci aspettassimo questa scelta e infatti nessuno mi sembra sconvolto.
"Precisato questo, ci terrei a ringraziarvi tutti per l'ottimo lavoro svolto e per l'impegno di queste due settimane. Se nessuno ha niente da aggiungere, direi che possiamo darci appuntamento a Maranello fra qualche giorno"
Probabilmente nessuno ha la forza per obiettare qualcosa, perciò ringraziamo Mattia e ci dirigiamo stanchi verso le nostre camere. Il suo discorso non ha detto nulla che non sapessimo già, per cui non capisco perché avessero un'espressione così grave. Solo più avanti capirò che in Ferrari non è ammesso arrivare secondi.

Mentre sto per entrare nella mia stanza trovo un volantino attaccato alla porta. È un invito a una festa privata per tutti i componenti dei team che hanno provato qui a Montmelò durante queste due ultime settimane. Si terrà in una discoteca in centro a Barcellona domani sera e il dress code è informale. Potrei andarci, anche se avrei bisogno di un passaggio in macchina, dato che si trova a più di 10 chilometri.
Così, invece di entrare in camera, vado a cercare Seb, che trovo nella hall a parlare con Charles.
Mi avvicino.
"Ciao" li saluto "vi disturbo?"
Mi fanno segno di no con la testa.
"Ecco volevo chiedervi..." inizio.
"Non stare in piedi, siediti pure" mi invita Seb.
Faccio come dice e continuo "ho visto che domani sera c'è una festa in centro e vorrei andarci, non è che uno di voi due mi darebbe un passaggio?" chiedo con la miglior espressione da brava ragazza che riesco a tirare fuori.
Seb alza le mani "Scusa Emma, ma io non vado alle feste in discoteca da un bel po' di tempo. Sono vecchio, anche se non si vede" dice con un mezzo sorriso "Però tu vai giusto?" chiede al mio pilota.
"Sì, sì volevo andare anche io" risponde con lo sguardo perso chissà dove, pensieroso come al solito "andiamo con la macchina di servizio. Ci vediamo qui alle 20:30, va bene?"
"Può andare" rispondo con un mezzo sorriso, anche se dentro mi sento raggiante.
Lui finalmente si volta a guardarmi e fa come un guizzo con le sopracciglia: si è ricordato che cosa significa.

Portofino | Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora