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"Ma non sarebbe dovuto essere un incontro con qualcuno della Mercedes?" borbotto, mentre io e Scarlett ci avviciniamo a Charles e alla sua Portofino.
Solo quando siamo abbastanza vicine a lui perché possa sentire la nostra conversazione, lei mi risponde.
"Come ti ho scritto nel biglietto che ti ho lasciato, sono seriamente intenzionata a rimediare ai miei errori, sia nei tuoi confronti che nei tuoi" dice, e qui si volta in direzione di Charles. Oltre che all'episodio con Rossa si sta riferendo anche alla questione della società di karting che voleva aprire con lui. Ha dei conti in sospeso con entrambi, nonostante me ne fossi dimenticata.
"Le ho chiesto io di portarti qui" esordisce lui, accennando un timido sorriso.
"L'ho fatto in buona fede. Però sappi che il contratto che hai ricevuto è autentico e se vorrai saperne di più ti basterà fissare un appuntamento con Lewis, il suo numero ce l'hai" mi spiega Scarlett, dondolandosi sul posto.
Io annuisco, mordendomi un labbro. Mai mi sarei aspettata di trovarmi in una situazione del genere.
Ci lanciamo un'occhiata di sfuggito tutti e tre. Poi Scarlett prende di nuovo la parola.
"Bene. Io andrei. Vi lascio da soli, buon proseguimento" ci saluta, prima di tornare verso il jet privato con cui siamo arrivate. Il ticchettio dei suoi tacchi scandisce ogni suo passo. Per il resto, tutto tace.
Pure da voltata, però, sento lo sguardo di Charles trafiggermi.
Fantastico! Sono bloccata qui e non posso nemmeno scappare via con la gamba che mi ritrovo!
E come se non bastasse, una parte di me vorrebbe urlare di tutto a Charles e farlo sentire una merda, ma l'altra desidera semplicemente abbracciarlo e non lasciarlo andare mai più.
Rimango ancora qualche secondo a guardare il jet, cercando di rinviare il più possibile il momento in cui i miei occhi saranno costretti a incrociare i suoi.

"Merda la valigia!" esordisco, ricordandomi di averla lasciata nel portabagagli del jet.
Troppo tardi, l'aereo si sta già dirigendo in pista, sollevando un vento forte. Faccio qualche passo in direzione della pista, ma so che è inutile. Il pilota non si metterà di certo a fare inversione di marcia.
"E ora come faccio? Avevo tutto lì dentro" mormoro fra me e me, una mano sulla fronte.
"Possiamo comprare qualcosa là" mi rincuora Charles appoggiando una mano sulla mia spalla.
Io la scuoto via con irritazione ed entro in macchina indispettita dalla situazione.
Seriamente pensa di potermi mettere una mano sulla spalla dopo due mesi che non si fa vedere?

Resto seduta a fissare il parabrezza per buona parte del tragitto. Le braccia sono volutamente incrociate sul petto, così, nel caso in cui Charles non lo avesse ancora capito, pure con il linguaggio del corpo gli sto comunicando che sono arrabbiata con lui.
Ora che ci penso però, non ho fatto molto caso al paesaggio. E non so nemmeno dove siamo diretti. Solo ora noto che la costa è incredibilmente suggestiva. L'acqua è cristallina e si infrange sugli scogli spumeggiando. È una mattinata limpidissima. In cielo non si vede neanche una nuvola.
Che scema! Stiamo andando a Portofino. Con una Portofino. Ma certo! Ora capisco il giochino che ha architettato. Vuole farsi perdonare riempendomi di vizi. Evidentemente le cartoline non gli bastavano più. E nemmeno i vari pacchettini che mi faceva arrivare per posta.
Se solo capisse che non voglio niente di materiale da lui...

Arriviamo a Portofino poco più tardi. Dopo aver lanciato un'ultima occhiata al panorama, ci infiliamo in un parcheggio sotterraneo.
Il rumore del motore rimbomba fra le pareti, facendomi venire i brividi. Sono innamorata di questa macchina.
Charles si accorge della mia reazione e si lascia sfuggire un sorrisetto di vittoria.
Mannaggia a lui e ai miei punti deboli così palesi.

Dopo aver parcheggiato, Charles si precipita fuori dall'auto per venirmi ad aprire la portiera.
Lo anticipo con uno scatto fulmineo.
"Posso fare da sola, grazie" dico acida, uscendo senza il suo aiuto.
Dentro in realtà sto morendo di dolore. Non avrei dovuto essere così frettolosa. Maledetta cicatrice.
Ma per l'orgoglio questo e altro. L'importante è che non si noti.

Portofino | Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora