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Il sole di Melbourne rischiara i miei pensieri e abbronza le mie gambe, che con questo caldo non riesco proprio a tenere coperte, a meno che non mi trovi a lavoro. Mentre sto qui in spiaggia a rilassarmi ascoltando la musica, ne approfitto per aggiornarvi delle ultime novità.
Sono contenta di non aver dato quel bacio a Charles una settimana fa, avrebbe solo complicato le cose fra noi due e lui ora vuole concentrarsi sulla carriera, perciò non sarebbe stato un buon momento. E poi anche io preferisco la situazione così com'è al momento, senza troppe formalità e tutti i problemi che lo stare insieme ad un pilota di Formula 1 comporterebbe. Mi ci sono voluti un bel po' di favori per convincere mio fratello a tenere la bocca chiusa, figuriamoci se si dovesse impicciare la stampa.
L'appuntamento di Cecilia con Luca è andato bene invece, a quanto pare lui ha seguito i miei consigli, anche se lei si è accorta che c'era il mio zampino e non ha mancato di strillarmelo nella cornetta non appena sono atterrata.
Matteo invece non l'ho più visto e ovviamente non si è fatto sentire. Come aveva predetto Sebastian, non è più il mio tutor e a quanto pare non ne avrò più uno per il resto dello stage qui in Scuderia. Stage che a quanto pare terminerà con il Gran Premio a Baku: la rettrice dell'università non ne ha voluto sapere di concedermi un periodo un po' più lungo, perciò fra un mese abbondante dovrò tornare alla vita di sempre.
Un bacio avrebbe decisamente complicato tutto.
In realtà un bacio c'è stato.
Sì ma non conta, lui era ubriaco e io sono rimasta immobile, quindi tecnicamente non l'ho baciato.

"Ciao" pronuncia una voce in un italiano un po' incerto.
Mi tolgo una cuffietta per sentire meglio e socchiudo gli occhi, accecata dalla luce.
Quando riesco a mettere a fuoco vedo Daniel che corre sul posto per non interrompere la sua sessione d'allenamento. Non credevo che si sarebbe ricordato di me, l'unica volta che ci siamo visti eravamo al buio in una discoteca afosa di Barcellona.
"Oh ciao Dan" lo saluto felice di vedere lui e il suo enorme sorriso.
"Domenica sera festa qui in spiaggia, organizzo io, ci vediamo lì?" propone con il suo accento che, come ho già detto, mi piace da impazzire. Deve probabilmente aver intuito che sono una a cui piacciono le feste o, come direbbero qui in Australia, i party.
Faccio finta di riflettere e poi annuisco, mi sembra una bella idea.
"Non elegante" aggiunge poi, pronunciando le 'n' in modo molto nasale.
"Va bene capito" rispondo con un sorriso e inclinando la testa.
Mi saluta con la mano e riparte correndo.

Sabato pomeriggio ai box la situazione è molto più tesa di quanto immaginassi. Tutti abbiamo mille compiti da svolgere, mille occhi che ci osservano e nessuno a cui chiedere una mano o anche un semplice consiglio.
Mattia è inavvicinabile e lo stesso vale per Edoardo, entrambi indaffarati con mass media, strategie e, ovviamente, le qualifiche che inizieranno a breve.
Il briefing di ieri sera è stato devastante, siamo stati in piedi quasi tutta la notte a discutere di gomme e temperatura dell'asfalto, senza che nessuno sia riuscito a rimanere soddisfatto di così tanto lavoro.
Il terzo e il quinto posto in Q3 dei nostri due piloti impregnano l'atmosfera già da molto tempo prima che si rivelino ai nostri occhi, come un presentimento condiviso da tutti.
Quando Sebastian torna nel suo garage posso sentirlo discutere animatamente con alcuni suoi ingegneri, lui che di solito è l'unico a mantenere la calma. Temo perciò la reazione di Charles quando arriverà, sicuramente deluso della sua quinta posizione.
Infatti quando esce dalla monoposto il suo sguardo è visibilmente rattristato, nonostante riesca a nasconderlo bene con sorrisi tirati e strette di mano, accogliendo tutti i complimenti per un debutto non così disastroso. In fondo sono le tue prime qualifiche su una Ferrari, sembra che insinuino gli occhi dei miei colleghi, e Charles risponde annuendo alle loro occhiate, come se queste potessero davvero cambiare la sua visione dei fatti. Può sforzarsi quanto vuole di far credere che sia soddisfatto, ma so benissimo che dentro brucia per la frustrazione. Ciò che più temeva quella sera sul mio divano a quanto pare si è avverato e non so cosa darei per non vederlo così.
Ma in realtà sento che c'è qualcosa che potrei fare per migliorare la situazione ed è concentrarmi esclusivamente sul mio lavoro, affinché domani possa concludere al meglio il suo primo Gran Premio in Scuderia. Lascio perciò perdere eventuali discorsi che potrei fargli per tirarlo su di morale, tanto non ce la farei, e torno in hotel il prima possibile per sfruttare tutto il tempo che mi è rimasto per affinare la strategia.

Portofino | Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora