Ciao Lewis, sono Emma
Ho ripensato alla tua offerta e mi piacerebbe poterne parlare insieme
Magari al prossimo gran premio in Azerbaigian, che ne pensi?
Ciao Emma
Sapevo che prima o poi mi avresti scritto
In realtà già questa settimana sarò in Italia per delle faccende private
Possiamo vederci martedì
Ti mando la posizione
📍 Posizione
Ti aspetto al caffè alle 3 del pomeriggio, sei libera martedì?
Oh, wow non pensavo fossi dalle mie parti
Comunque va bene, possiamo vederci martedì
Perfetto
Buona giornata 🍀
Grazie, anche a te
Non mi sarei mai aspettata di incontrarmi con Lewis in Italia. Il giorno in cui gli ho scritto ero già pronta a prendere un aereo all'occorrenza, nel caso in cui non fossimo riusciti a parlare al prossimo weekend di gara. E invece eccomi qui, seduta di fronte a lui in una caffetteria che rimane nella periferia di Bologna. Mi chiedo come abbia fatto a scoprirla.
"È bello vederti" mi dice salutandomi con un mezzo abbraccio, evidentemente dalle sue parti non usano i due baci sulle guance.
"Grazie davvero per essere venuto" rispondo, sfoderando un sorriso un po' imbarazzato.
"L'ultima volta che ci siamo visti eri... diversa" commenta, osservando con curiosità il mio nuovo look. Mentre lascio che mi squadri da testa a piedi, ordiniamo un caffè e una spremuta (indovinate chi ha preso il caffè).
Guardo il cameriere allontanarsi mentre elaboro le sue parole. Certo mi stupisco quando noto che non gli ha chiesto un autografo, probabilmente non segue la Formula 1.
"Sono cambiate un po' di cose da quella sera" mormoro giocherellando con una ciocca di capelli, anche se ora sono davvero corti per poterli attorcigliare intorno alle dita. La frase che ho appena pronunciato potrebbe riassumere la mia intera vita, ma questo è solo un dettaglio.
"Spero in meglio" esclama alzando le sopracciglia. Sembra essere interessato alla mia vita privata, anche se non riesco a capire se è una tattica per riuscire a controllarmi meglio psicologicamente, oppure è solo lui.
"Oh sì certo" dico convinta e spero che intuisca che per me è arrivato il momento di arrivare al punto della conversazione, ma per essere sicura aggiungo "Per questo ti ho scritto".
Il tintinnio del bicchiere e del piattino che si appoggiano sul tavolo dà la giusta enfasi al silenzio che segue la mia voce.
Mi squadra mentre prende un lungo sorso della sua spremuta (avevate indovinato che il caffè era mio, vero?) e io con aria di sfida appoggio un gomito allo schienale della sedia, alzando un po' la testa, in modo che possa restituirgli uno sguardo da sotto in su.
Dato che continua a non parlare, mi butto e parlo io.
"La Formula 1 è il mio mondo" sentenzio con decisione "E sono disposta a tutto per rimanerci".
Il sorrisino che spunta sulle sue labbra mi dà una carica di autostima: ho fatto centro con le parole giuste.Trascorriamo quasi due ore a parlare di auto, di strategia e di un possibile contratto in Mercedes senza che nessuno dei due si stanchi di continuare a discutere di lavoro. Lo scintillio dei suoi occhi mentre mi racconta della carriera porta inevitabilmente alla mia attenzione lo scarto che c'è fra lui e Charles. Con il mio pilota purtroppo è impossibile avere un discorso del genere: le informazioni escono dalla sua bocca con una fatica estrema e non sembra quasi mai disposto a raccontarmi tutto di sé, se non dandomi qualche pillola della sua vita ogni tanto. Eppure io gli ho raccontato molti episodi della mia infanzia, anche se lui non me lo aveva chiesto. A quanto pare ho sbagliato a farlo. È solo che vorrei davvero fosse più sciolto nelle conversazioni con me, non soltanto per scherzare. Non voglio essere una semplice collega, diamine!
"Tutto okay?" chiede Lewis notando la mia espressione corrucciata.
Devo essermi lasciata trasportare troppo dalle emozioni.
Prima ancora che possa mentire, lui appoggia una mano sul tavolo vicino alla mia e si lascia scappare un commento che non mi sarei mai aspettata potesse uscire dalle sue labbra:
"Charles è molto giovane e certe cose non è ancora in grado di capirle. O per lo meno di darci il giusto peso. Se non è capace di esserti amico, come può pretendere che vinciate un gran premio? C'è bisogno di comunicazione fra un pilota e il suo ingegnere e lui è troppo immaturo per riuscire a lavorare con una come te" dice portando lo sguardo sul mio "Vieni in Mercedes dopo che avrai finito lo stage, in Ferrari non sanno darti il giusto riconoscimento" conclude, porgendomi un suo biglietto da visita.
Il nome è scritto in corsivo con un'elegante tinta blu navy e c'è pure il suo numero di telefono, anche se in realtà lo ho già, grazie alle tresche di Rossa.
"Ci penserò" rispondo, riportando lo sguardo sul suo volto.
Rimaniamo due secondi a scrutarci in silenzio, prima di alzarci e andare a pagare il conto, che alla fine offre lui, da perfetto gentiluomo inglese.Quella stessa sera mi vedo con Rossa per aggiornarci delle ultime novità. So che con lei posso parlare della proposta di Lewis, anche se lavoriamo per lo stesso team. Perché lei è così, stronza con chi se lo merita e comprensiva con i pochi che riescono a cogliere la sua vera essenza. Ormai sono abbastanza convinta di far parte di quest'ultimo gruppo, per questo gliene voglio parlare.
"Che ci facevi da Matteo l'altro giorno?" le chiedo con uno sguardo malizioso mentre finisco di apparecchiare.
"Beeeeh... Dovevamo vedere le qualifiche insieme, poi una cosa tira l'altra, sai com'è" risponde, diventando improvvisamente rossa in volto.
"Rossa!" esclamo a bocca aperta "Che maniaca" aggiungo lanciandole un tovagliolo, anche se la fisica non mi aiuta perciò non riesco neanche a sfiorarla.
Lei ride in risposta e alza le mani "Ne è valsa la pena però"
"Ah sì?" chiedo inclinando la testa e il mestolo con cui stavo girando la zuppa.
"Ma è stato lui a iniziare, quindi non sono solo io la maniaca qui"
"E?"
"È stato fantastico, davvero. Con le mani ci sa proprio fare. E non solo con le mani" commenta ritornando rossa sulle guance, ma con un sorrisino vittorioso.
Mi copro la fronte con le mani, questa non me l'aspettavo. Cioè sapevo che lei era presa da lui, ma non pensavo che sarebbe stato proprio lui a fare il primo passo. Spero solo che entrambi abbiamo dato lo stesso peso alla cosa.
"Che c'è? Non sei felice per me?" chiede dopo qualche secondo.
"Come? Certo che sono felice per te! Mi domandavo solo se ti avesse scritto in questi giorni" rispondo, risvegliata dai miei pensieri.
"Gli ho scritto io" dice portandosi una mano sul fianco "Eh no, ora che finalmente ha iniziato a considerarmi non me lo lascerò scappare"
"Giusto" commento, anche se non sono molto convinta sul fatto che per lui sia stata qualcosa di più di una scopata qualunque.
Scelgo di cambiare argomento perché non voglio far arrabbiare anche lei, confessandole che questa storia con Matteo non mi piace molto. In fondo potrebbe essere che lui è davvero interessato e io non sono nessuno per giudicare la situazione. E poi con Matteo non parlo da più di un mese, perciò è molto probabile che sia cambiato, come ho fatto io in questo ultimo periodo.
"Oggi mi sono vista con Lewis" incomincio a dire, ma mi ricordo che non mi ha ancora spiegato come mai aveva il suo numero di telefono "A proposito, devi raccontarmi della vostra tresca amorosa" aggiungo, dopo esserci sedute a tavola.
"Oh non è niente, davvero" minimizza prima di bere un sorso d'acqua.
"Ah niente. Hai il suo numero ma non c'è stato niente?" la incalzo.
"Vabbè eravamo amici un po' più... intimi, diciamo così" aggiunge, tenendo il bicchiere sospeso per aria.
"Intimi, tipo?" chiedo, facendo la finta tonta.
"Eddai hai capito Emma!"
"Finché non lo dici non ci credo" la punzecchio e lei è talmente concentrata sulla conversazione che non ha ancora posato il bicchiere sul tavolo.
"Friends with benefits, come direbbe lui" sussurra, facendomi l'occhiolino.
"Ah! Lo sapevo! Ci avrei giurato. Ci avrei giurato troppo" esclamo soddisfatta e lei finalmente rimette a posto il bicchiere.
"E come è possibile?" le chiedo dopo aver realizzato che lui abita un pochino lontano da qui. Tipo due ore di volo.
"Beh nell'ultimo anno lui è venuto più volte qui in Italia con la sua ingegnera per delle faccende che non conosco, perciò ci vedevamo abbastanza spesso. Di solito l'appuntamento era in una caffetteria un po' nascosta di Bologna, lì lo conoscono da una vita" mi spiega e io rimango sbalordita dalla quantità di informazioni che ho appena ricevuto.
"Cioè quindi è una cosa recente! Pensavo di molto tempo fa, tipo che fossero già passati un paio d'anni. E la caffetteria dev'essere quella di oggi, ecco perché il cameriere non gli ha chiesto l'autografo! Ma questo vuol dire che anche la sua ingegnera è qui" e che probabilmente si sarà vista con Charles. Commento nella testa quest'ultima parte.
"Esattamente" risponde "Ma ora che c'è Matteo gli ho chiesto una pausa dalla nostra 'speciale' amicizia"
"Ho capito" dico, continuando a rimestare sul fatto che l'ingegnera di Lewis sia da questi parti.
"Sai, credo di dover andare ora" sbotto, spinta da una voglia irrefrenabile di andare a parlare con Charles.
"Ma come? Non guardavamo un film insieme?" mi chiede facendo gli occhi dolci.
"Scusa, mi sono dimenticata di preparare una relazione per Edoardo e se non gliela porto entro domani mi ammazza" invento.
Lei sbuffa, ma con un gesto della mano mi fa segno di andare.
Le do un bacio sulla guancia e corro via.
"Grazie, tu sì che mi capisci sempre" le urlo, mentre chiudo la porta alle mie spalle.
È arrivato il momento di chiarire la situazione con Charles una volta per tutte. Non posso sopportare che lui si veda con un'altra ingegnera. Sono io la sua ingegnera!
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Portofino | Charles Leclerc
FanfictionFin da piccola sono sempre stata la classica brava ragazza: gentile, studiosa, simpatica e solare al punto giusto, mai invadente, giudiziosa, la figlia modello insomma. No, okay, non è del tutto vero. Non è sempre stato così. Ma ora lo sono di nuov...